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Notifica sentenza penale: quando basta l’estratto?

Un soggetto, condannato per bancarotta fraudolenta, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando la mancata notifica del testo integrale della sentenza di secondo grado. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo un principio consolidato: ai fini dell’impugnazione, la notifica sentenza penale è valida anche se effettuata tramite il solo estratto, purché contenga gli elementi essenziali per informare l’imputato. Anche il motivo sulla dosimetria della pena è stato respinto.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Notifica sentenza penale: l’estratto è sufficiente per l’impugnazione?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 31037/2024, è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale della procedura penale: le modalità di notifica sentenza penale ai fini dell’impugnazione. La decisione ribadisce un principio consolidato, chiarendo che la notifica del solo estratto, e non del testo integrale, è sufficiente a garantire il diritto di difesa, a patto che contenga le informazioni essenziali per l’imputato. Questo caso offre spunti importanti per comprendere i limiti del ricorso in Cassazione e la discrezionalità del giudice di merito.

I fatti del caso

Il ricorrente, precedentemente condannato in primo grado per il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, si era visto parzialmente riformare la sentenza dalla Corte d’Appello, con l’applicazione della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Avverso tale decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, basandolo su due motivi principali. In primo luogo, lamentava la mancanza di motivazione riguardo all’omessa notifica dell’intero testo della sentenza, depositata fuori termine, sostenendo che ciò gli avesse impedito di esercitare correttamente il proprio diritto di impugnazione. In secondo luogo, censurava la motivazione relativa alla dosimetria della pena applicata.

L’analisi della Corte e la validità della notifica sentenza penale

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile, esaminando nel dettaglio entrambi i motivi di doglianza.

La sufficienza dell’estratto della sentenza

Sul primo punto, la Cassazione ha smontato la tesi difensiva richiamando la sua giurisprudenza consolidata. I giudici hanno chiarito che, ai fini procedurali, all’imputato e al procuratore generale deve essere notificato solo l’estratto della sentenza contumaciale e l’avviso di deposito. Non è richiesta, quindi, la notifica della copia integrale del provvedimento. Lo scopo della notifica è fornire all’imputato gli elementi essenziali per avere notizia della condanna subita e metterlo nelle condizioni di esercitare il diritto di impugnazione entro i termini di legge. L’estratto, contenendo questi elementi, assolve pienamente a tale funzione. Denunciare una violazione di norme processuali smentita da un orientamento così radicato rende il motivo di ricorso palesemente infondato.

La discrezionalità del giudice sulla pena

Anche il secondo motivo, relativo alla quantificazione della pena, è stato giudicato inammissibile. La Corte ha ribadito che la determinazione della pena e la sua graduazione, incluse le circostanze aggravanti e attenuanti, rientrano nel potere discrezionale del giudice di merito. Tale potere deve essere esercitato nel rispetto dei principi sanciti dagli articoli 132 e 133 del codice penale. In sede di legittimità, la Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, ma solo verificare che la motivazione sia logica, congrua e non contraddittoria. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che il giudice d’appello avesse adeguatamente assolto al proprio onere argomentativo, facendo riferimento agli elementi decisivi illustrati nella sentenza impugnata.

Le motivazioni della decisione

Le motivazioni della Corte si fondano su due pilastri. Il primo è il principio di economia processuale e di aderenza alla prassi giurisprudenziale consolidata. Ritenere necessaria la notifica del testo integrale appesantirebbe inutilmente la procedura, senza aggiungere tutele sostanziali al diritto di difesa, già garantito dalla notifica dell’estratto. Il secondo pilastro è il rispetto della separazione dei gradi di giudizio. La valutazione sulla congruità della pena è una questione di merito, non di legittimità. La Cassazione interviene solo in caso di vizi macroscopici della motivazione, non per ricalibrare la sanzione secondo un diverso apprezzamento dei fatti.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame conferma che il ricorso per Cassazione deve basarsi su vizi di legittimità concreti e non su doglianze manifestamente infondate o che mirano a un riesame del merito. Per quanto riguarda la notifica sentenza penale, viene ribadito con forza che l’estratto è strumento idoneo a far decorrere i termini per l’impugnazione. La decisione serve da monito: le strategie difensive devono confrontarsi con gli orientamenti giurisprudenziali consolidati per non incorrere in una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

È necessaria la notifica dell’intero testo della sentenza penale per poterla impugnare?
No, secondo la Corte di Cassazione, è sufficiente la notifica del solo estratto della sentenza e dell’avviso di deposito. L’estratto deve contenere gli elementi essenziali per informare l’imputato della pronuncia e metterlo in condizione di esercitare il diritto di impugnazione.

La Corte di Cassazione può riesaminare la quantità della pena decisa dal giudice di merito?
No, la determinazione e la graduazione della pena rientrano nella discrezionalità del giudice di merito. La Corte di Cassazione può intervenire solo se la motivazione del giudice è manifestamente illogica o assente, cosa che non è avvenuta in questo caso.

Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Cassazione?
Il ricorso viene respinto senza un esame del merito. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come stabilito nel provvedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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