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Notifica al difensore: quando è valida per l’imputato

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un imputato condannato per simulazione di reato e appropriazione indebita. La Corte ha stabilito la validità della notifica al difensore, poiché l’imputato, giudicato in assenza, non aveva eletto domicilio e si era dichiarato ‘senza fissa dimora’. È stata inoltre confermata la recidiva, ritenendo irrilevante l’estinzione di una pena precedente e generiche le contestazioni sulla natura dei reati, respingendo così anche la richiesta di prescrizione.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Notifica al Difensore: Valida se l’Imputato è Irreperibile

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 19104 del 2024, ha affrontato due importanti questioni procedurali e sostanziali: la validità della notifica al difensore per un imputato di fatto irreperibile e i criteri per la valutazione della recidiva ai fini della prescrizione. Questa pronuncia chiarisce che la mancanza di una fissa dimora e la mancata elezione di domicilio legittimano la notifica degli atti presso il legale di fiducia, garantendo così la prosecuzione del processo penale.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un uomo condannato in primo e secondo grado per i reati di simulazione di reato, appropriazione indebita di un’autovettura e distruzione delle relative targhe. L’imputato, tramite il suo avvocato, ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su due motivi principali:
1. Errato calcolo della prescrizione: Secondo la difesa, il reato di simulazione avrebbe dovuto essere dichiarato prescritto, in quanto i giudici di merito avevano erroneamente considerato una recidiva reiterata e specifica che, a suo dire, non sussisteva. In particolare, si contestava la natura dei reati precedenti, ritenuti non della ‘stessa indole’.
2. Vizio di notifica: Il ricorrente lamentava la nullità della notifica del decreto di citazione in appello, avvenuta presso lo studio del difensore. Sosteneva che tale modalità fosse illegittima poiché non aveva mai eletto domicilio presso il legale, né aveva modificato il suo indirizzo di residenza.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, ritenendo entrambi i motivi infondati.

Le Motivazioni: Analisi della Notifica al Difensore e della Recidiva

La Corte ha esaminato con priorità il motivo processuale, ritenendolo pregiudiziale. Riguardo alla notifica al difensore, i giudici hanno chiarito che la procedura seguita era pienamente legittima. Dall’analisi degli atti processuali, è emerso che l’imputato:
* Era stato giudicato in assenza nel primo grado di giudizio.
* Non aveva mai dichiarato o eletto un domicilio.
* Nonostante un invito formale, non aveva provveduto a sanare tale mancanza.
* Nella procura speciale conferita al suo avvocato, aveva esplicitamente dichiarato di essere ‘di fatto senza fissa dimora’.

In presenza di tali circostanze, la notifica presso il difensore di fiducia rappresenta l’unica modalità possibile per garantire la conoscenza legale degli atti all’imputato. La Corte ha inoltre precisato che la nuova disciplina introdotta dalla Riforma Cartabia non era applicabile al caso di specie, in quanto l’appello era stato proposto prima della sua entrata in vigore.

Per quanto riguarda il primo motivo, relativo alla recidiva e alla prescrizione, la Cassazione lo ha definito ‘generico’. I giudici hanno sottolineato che il certificato penale dell’imputato, anche a prescindere da una pena precedentemente estinta, conteneva numerosi e gravi precedenti (tra cui falso e ricettazione) idonei a fondare una recidiva specifica e infraquinquennale. La Corte ha ribadito un principio consolidato: la nozione di reati della ‘stessa indole’ non si limita a quelli che violano la stessa norma, ma si estende a quelli che, nei fatti, presentano caratteri comuni per natura o motivi. Inoltre, per la configurabilità della recidiva reiterata, è sufficiente che l’imputato, al momento del nuovo reato, risulti già gravato da più sentenze definitive, come nel caso in esame.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce due principi fondamentali. Dal punto di vista processuale, un imputato che si rende di fatto irreperibile, non dichiarando né eleggendo un domicilio, non può successivamente lamentare la nullità delle notifiche effettuate presso il proprio difensore di fiducia. Tale comportamento ostruzionistico non può paralizzare il corso della giustizia. Sotto il profilo sostanziale, la valutazione della recidiva deve basarsi sull’intera storia criminale del soggetto, considerando la pericolosità sociale che emerge dai precedenti, anche quando non si tratta di violazioni della medesima norma di legge. La decisione consolida l’orientamento secondo cui la condotta processuale dell’imputato e la sua concreta pericolosità sono elementi centrali nella valutazione sia degli aspetti procedurali che di quelli legati alla commisurazione della pena.

Quando è valida la notifica degli atti all’imputato presso il difensore di fiducia?
La notifica presso il difensore di fiducia è considerata valida quando l’imputato è stato giudicato in assenza, non ha dichiarato o eletto un domicilio, non ha adempiuto all’invito a farlo e, in aggiunta, ha dichiarato formalmente di essere ‘di fatto senza fissa dimora’.

Come si valuta la recidiva ai fini del calcolo della prescrizione?
La recidiva si valuta considerando i precedenti penali definitivi dell’imputato al momento della commissione del nuovo reato. L’estinzione di una pena non cancella la condanna dal certificato penale, che può quindi essere utilizzata per fondare la recidiva. Inoltre, si tiene conto dei reati della ‘stessa indole’, che esprimono una maggiore pericolosità sociale.

Cosa si intende per reati della ‘stessa indole’ ai fini della recidiva?
Secondo l’art. 101 del codice penale, sono considerati reati della ‘stessa indole’ non solo quelli che violano la stessa disposizione di legge, ma anche quelli che, pur essendo previsti da norme diverse, presentano nei casi concreti caratteri comuni per la natura dei fatti che li costituiscono o dei motivi che li hanno determinati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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