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Notifica al difensore: la Cassazione sui vizi sanabili

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un imputato condannato per truffa. La sentenza chiarisce che la notifica al difensore, anche se errata rispetto al domicilio eletto, costituisce una nullità a regime intermedio, che deve essere eccepita nei termini di decadenza. Inoltre, conferma la condanna per truffa basata sulla disponibilità effettiva di una carta prepagata, anche se intestata a un terzo, utilizzata per incassare il profitto del reato.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Notifica al Difensore e Nullità: La Cassazione Chiarisce i Limiti

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20205/2025, affronta due questioni di grande rilevanza pratica: la validità della notifica al difensore quando l’imputato ha eletto domicilio altrove e la prova del concorso nel reato di truffa. Questa pronuncia offre importanti chiarimenti sulla differenza tra nullità assoluta e nullità a regime intermedio, sottolineando il principio del “pregiudizio effettivo” nel processo penale.

I Fatti del Processo

Il caso riguarda un uomo condannato in primo e secondo grado per truffa in concorso. L’imputato, insieme a un complice, aveva simulato la vendita di un drone su un noto sito di annunci online. Dopo aver pattuito telefonicamente le modalità, aveva indotto la vittima a versare un anticipo di 500 euro tramite bonifico su una carta prepagata. La carta era formalmente intestata al complice, ma di fatto nella disponibilità dell’imputato. Una volta ricevuto il denaro, i due si rendevano irreperibili senza mai spedire il bene.

La Corte d’Appello aveva confermato la condanna per truffa, pur assolvendo l’imputato da altri capi d’accusa. L’imputato ha quindi proposto ricorso per cassazione, basando la sua difesa su due motivi principali.

I Motivi del Ricorso: Notifica al Difensore e Prova della Truffa

Il ricorrente ha sollevato due eccezioni:

1. Vizio di notifica: Sosteneva la nullità assoluta e insanabile della notifica del decreto di citazione a giudizio. L’atto era stato notificato presso lo studio del suo avvocato, nonostante egli avesse successivamente revocato quella elezione di domicilio per dichiararne uno nuovo presso la propria abitazione. Secondo la difesa, questa irregolarità avrebbe viziato l’intero procedimento.
2. Carenza di prova: Contestava la sua responsabilità per il reato di truffa, argomentando che le prove raccolte erano insufficienti. In particolare, evidenziava come la vittima avesse avuto contatti telefonici solo con il complice e come il bonifico fosse stato effettuato su una carta intestata a quest’ultimo. Mancavano, a suo dire, elementi per dimostrare la sua partecipazione o la disponibilità della carta.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto entrambi i motivi infondati e ha rigettato il ricorso, confermando la condanna.

Le Motivazioni

La sentenza si sofferma in modo approfondito su entrambe le questioni sollevate.

La Questione della Notifica Errata

Sul primo punto, la Corte ha chiarito che la notifica al difensore in un luogo diverso da quello validamente dichiarato dall’imputato non integra una nullità assoluta, bensì una nullità a regime intermedio. La differenza è cruciale: le nullità assolute (art. 179 c.p.p.) sono insanabili e rilevabili d’ufficio in ogni stato e grado del procedimento, mentre quelle intermedie devono essere eccepite dalla parte interessata entro precisi termini di decadenza (art. 182 c.p.p.).

La Corte ha spiegato che si configura nullità assoluta solo quando la notifica risulta, in concreto, totalmente inidonea a portare l’atto a conoscenza del destinatario. La notifica presso lo studio del difensore di fiducia, in virtù del rapporto fiduciario che lo lega all’assistito, non rientra in questa categoria. Si presume, infatti, che il legale informi il proprio cliente. Nel caso di specie, il difensore era presente alla prima udienza e non aveva sollevato alcuna eccezione, sanando di fatto il vizio. Il ricorrente, inoltre, non ha fornito alcuna prova del fatto che tale notifica gli avesse effettivamente impedito di conoscere l’atto.

La Prova del Concorso nella Truffa

Riguardo al secondo motivo, la Corte ha applicato il principio della “doppia conforme”. Quando i giudici di primo e secondo grado giungono alla medesima conclusione, il sindacato della Cassazione sulla motivazione è limitato alla verifica di vizi macroscopici, come la manifesta illogicità. In questo caso, la motivazione della Corte d’Appello è stata ritenuta logica e coerente.

I giudici di merito avevano correttamente concluso che, nonostante la carta prepagata fosse intestata al complice, l’imputato ne aveva l’effettiva disponibilità. Questa conclusione era supportata da prove concrete, come i filmati che lo ritraevano mentre effettuava i prelievi delle somme accreditate. Avere la disponibilità del profitto del reato è un elemento sufficiente a dimostrare un concorso, almeno a titolo di agevolazione. La scelta di utilizzare una carta intestata a un terzo, del resto, risponde a una logica criminale precisa: rendere più difficile l’identificazione dei responsabili.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce due principi fondamentali. In primo luogo, non ogni irregolarità procedurale è sufficiente a invalidare un processo; i vizi devono essere eccepiti tempestivamente e devono aver causato un pregiudizio effettivo alle garanzie difensive. In secondo luogo, nel contesto dei reati contro il patrimonio, la prova del concorso può essere desunta anche da elementi logici e fattuali, come il controllo e la gestione dei proventi illeciti, al di là delle intestazioni formali degli strumenti di pagamento.

Una notifica inviata all’avvocato invece che al domicilio dichiarato dall’imputato è sempre nulla?
No. Secondo la Corte, tale irritualità determina una nullità a regime intermedio, non assoluta. Questo significa che deve essere eccepita entro specifici termini di decadenza, altrimenti il vizio si considera sanato. Diventa nullità assoluta solo se si dimostra che la notifica è stata concretamente inidonea a informare l’imputato.

Cosa si intende per ‘doppia conforme’ nel processo penale?
Si ha ‘doppia conforme’ quando la sentenza di appello conferma la decisione del tribunale di primo grado, basando la propria argomentazione sugli stessi criteri di valutazione delle prove. In questo caso, il controllo della Corte di Cassazione sulla motivazione è più limitato.

Si può essere condannati per truffa se il denaro è stato versato su una carta non intestata a proprio nome?
Sì. La sentenza chiarisce che l’intestazione formale della carta non è l’unico elemento rilevante. Se viene provato che un soggetto aveva l’effettiva disponibilità e il controllo della carta e dei fondi illeciti su di essa accreditati (ad esempio, perché è stato visto prelevare il denaro), può essere ritenuto responsabile del reato a titolo di concorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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