Notifica al Difensore: L’Errore Procedurale che Annulla la Condanna
Un errore nella procedura di notifica al difensore può avere conseguenze decisive sull’esito di un processo penale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 22188/2024) illustra perfettamente questo principio, annullando una condanna non per l’infondatezza dell’accusa, ma a causa di un vizio formale che ha compromesso il diritto di difesa. Il caso ha portato all’estinzione del reato per prescrizione, dimostrando come la forma, nel diritto, sia anche sostanza.
Il Percorso Giudiziario: Dalla Condanna all’Appello
La vicenda processuale ha origine da una sentenza del Tribunale che vedeva un’imputata condannata per il reato di ricettazione (art. 648 cod. pen.), oltre che per altri capi d’imputazione. In sede di appello, la Corte territoriale aveva parzialmente riformato la decisione di primo grado: aveva assolto l’imputata da alcuni reati, dichiarato l’estinzione per prescrizione di un altro e, pur confermando la condanna per ricettazione, aveva ridotto la pena a dieci mesi di reclusione e 500 euro di multa.
Contro questa decisione, la difesa ha proposto ricorso per cassazione, basandosi su un unico, ma fondamentale, motivo.
L’Errore Fatale: La Notifica al Difensore Errato
Il fulcro del ricorso verteva su un vizio procedurale cruciale. La difesa ha lamentato la nullità della citazione per il giudizio di appello. Sebbene l’imputata avesse nominato un proprio legale di fiducia, la Corte d’appello aveva erroneamente notificato il decreto di citazione in giudizio al difensore d’ufficio.
Questo errore non è una mera formalità. La corretta notifica al difensore di fiducia è un pilastro del diritto di difesa, in quanto garantisce che l’imputato sia effettivamente e tempestivamente informato degli sviluppi processuali tramite il legale da lui prescelto. La notifica a un difensore non più incaricato (quello d’ufficio, superato dalla nomina fiduciaria) equivale a una mancata notifica, inficiando la validità del successivo giudizio.
La Decisione della Cassazione: Annullamento per Prescrizione
La Corte di Cassazione ha accolto il motivo del ricorso, riconoscendo la fondatezza della censura. L’errata notifica ha determinato la nullità del procedimento e della sentenza d’appello.
Le Motivazioni della Corte
La Suprema Corte, una volta accertato il vizio procedurale, ha dovuto fare un’ulteriore considerazione: il tempo trascorso. Il reato di ricettazione per cui era stata confermata la condanna era stato commesso nel novembre 2013. Durante il tempo necessario per lo svolgimento del giudizio di legittimità, era maturato il termine decennale di prescrizione.
Di fronte a questa situazione, la Corte non poteva fare altro che dichiarare l’estinzione del reato. Di conseguenza, ha annullato la sentenza impugnata senza rinvio. Ciò significa che il processo si è concluso definitivamente, senza la necessità di celebrare un nuovo giudizio d’appello, poiché l’azione penale non poteva più essere proseguita.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
Questa sentenza ribadisce con forza l’importanza del rigoroso rispetto delle norme procedurali, in particolare quelle che tutelano il diritto di difesa. Un errore nella notifica al difensore può vanificare l’intero iter processuale, portando a esiti paradossali come l’estinzione di un reato per il quale era già stata affermata la colpevolezza in due gradi di giudizio. Per gli operatori del diritto, ciò rappresenta un monito costante sulla necessità di massima diligenza nella gestione delle comunicazioni e notificazioni processuali. Per i cittadini, è la conferma che il rispetto delle regole è la prima garanzia di un giusto processo.
Perché la sentenza di condanna è stata annullata?
La sentenza è stata annullata perché la notifica del decreto di citazione per il giudizio d’appello è stata inviata al difensore d’ufficio anziché al difensore di fiducia nominato dall’imputata, configurando un errore procedurale che ha reso nullo il giudizio.
Cosa significa che il reato è estinto per prescrizione?
Significa che è trascorso il tempo massimo stabilito dalla legge (in questo caso, dieci anni dalla data del fatto) per giungere a una condanna definitiva. Il decorso di questo termine impedisce allo Stato di proseguire l’azione penale e determina la fine del processo.
Che cosa ha deciso la Corte di Cassazione?
La Corte ha annullato la sentenza d’appello senza rinvio. Ha riconosciuto il vizio di notifica ma, constatando che nel frattempo era maturata la prescrizione del reato, ha dichiarato il reato estinto, chiudendo definitivamente la vicenda processuale.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 22188 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 7 Num. 22188 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 23/04/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME, nata a Colleferro il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 13/07/2022 della Corte d’appello di Roma dato avviso alle parti;
letta la memoria dell’AVV_NOTAIO, difensore di NOME; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME.
RITENUTO IN FATTO
Con sentenza del 13/07/2022, la Corte d’appello di Roma, in parziale riforma della sentenza del 27/11/2017 del Tribunale di Frosinone: a) assolve NOME dal reato di cui agli artt. 485 e 491 cod. pen. perché il fatt previsto dalla legge come reato; b) dichiarava non doversi procedere nei confro di NOME per il reato di cui agli artt. 56 e 640 cod. pen. per ess reato estinto per prescrizione; c) confermava la condanna di NOME COGNOME pe reato di cui all’art. 648 cod. pen.; d) riduceva la pena per tale reato a di di reclusione ed C 500,00 di multa.
Avverso tale sentenza della Corte d’appello di Roma ha proposto ricorso per cassazione, per il tramite del proprio difensore, NOME COGNOME, affidato unico motivo, con il quale deduce l’inosservanza degli artt. 148 «e ss», 171 e cod. proc. pen.
CONSIDERATO IN DIRITTO
L’unico motivo di ricorso, con il quale si deduce l’inosservanza della le processuale in ordine alla nullità della citazione per il giudizio di dell’imputata e del difensore, è fondato posto che, come risulta anche provvedimento 19/10/2023 della Corte d’appello di Roma di restituzione nel termine per impugnare la sentenza di appello, il giudice di secondo grado, pur presenza della comunicata nomina del difensore di fiducia, ha notificato il decr di citazione per il giudizio di appello al difensore di ufficio.
Ciò posto, si deve rilevare che la prosecuzione del rapporto processuale pendenza del presente giudizio di legittimità ha comportato l’estinzione del resi reato di cui all’art. 648 cod. pen., commesso il 14/11/2013, per decorso termine decennale di prescrizione.
Pertanto, la sentenza impugnata deve essere annullata senza rinvio.
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata, perché il reato è estinto p prescrizione.
Così deciso, in data 23 aprile 2024.