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Non menzione della condanna: quando è un diniego implicito

La Corte di Cassazione ha stabilito che il diniego del beneficio della non menzione della condanna può essere anche implicito. Anche se viene concessa la sospensione condizionale della pena, il giudice può negare la non menzione basandosi sulla gravità dei fatti e sulla personalità dell’imputato, come emerso dalla motivazione sulla dosimetria della pena. La Corte ha inoltre precisato che una richiesta generica e assertiva non obbliga il giudice a una motivazione specifica sul punto.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Non Menzione della Condanna: Legittimo il Diniego Implicito della Corte

Ottenere il beneficio della non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziale è un obiettivo cruciale per chiunque voglia lasciarsi alle spalle un errore giudiziario. Ma cosa succede se il giudice, pur concedendo la sospensione condizionale della pena, omette di pronunciarsi su questa specifica richiesta? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 19700/2024) fa luce su questo punto, chiarendo quando un diniego può essere considerato legittimamente implicito.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un ricorso presentato da un imputato, condannato in primo e secondo grado per il reato di cui all’art. 424 del codice penale. L’imputato aveva ottenuto dalla Corte d’Appello il beneficio della sospensione condizionale della pena. Tuttavia, i giudici di secondo grado non si erano espressi sulla sua richiesta, avanzata tramite una memoria depositata a mezzo PEC, di ottenere anche il beneficio della non menzione della condanna.

L’imputato ha quindi deciso di ricorrere in Cassazione, lamentando una violazione dell’art. 175 c.p. e un vizio di motivazione, sostenendo che la mancata concessione del beneficio fosse ingiustificata, specialmente a fronte del riconoscimento della sospensione condizionale della pena.

Il Principio del Diniego Implicito e la non menzione della condanna

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. Il cuore della decisione risiede nel principio secondo cui il diniego della non menzione della condanna può essere anche implicito, ovvero desumibile dalla motivazione complessiva della sentenza, senza che sia necessaria una statuizione espressa.

La Corte Suprema ha sottolineato che, sebbene la concessione di un beneficio (la sospensione condizionale) e il diniego di un altro (la non menzione) richiedano una motivazione coerente, è perfettamente legittimo che il giudice neghi la non menzione basandosi sulla gravità della condotta e su altri elementi di valutazione indicati dall’art. 133 c.p.

La Specificità della Richiesta

Un altro punto fondamentale toccato dalla Cassazione riguarda la modalità con cui i benefici vengono richiesti. La sentenza richiama un principio consolidato, applicabile sia alla sospensione condizionale che, per estensione, alla non menzione: una richiesta generica e assertiva di “benefici di legge”, senza l’indicazione di elementi di fatto specifici che possano fondarne l’accoglimento, non obbliga il giudice a fornire una motivazione dettagliata in caso di diniego. L’assoluta a-specificità della richiesta presentata nel caso di specie è stata quindi un fattore determinante.

Le Motivazioni della Cassazione

Nel caso specifico, i giudici di legittimità hanno osservato come la Corte d’Appello, a differenza del giudice di primo grado, avesse ampiamente motivato sulla dosimetria della pena. In quella sede, era stata evidenziata la gravità dei comportamenti realizzati e la personalità negativa dell’imputato, elementi che avevano portato anche ad escludere la possibilità di sostituire la pena detentiva con sanzioni meno afflittive.

Secondo la Cassazione, questa argomentazione, sebbene formulata per giustificare l’entità della pena, funge anche da motivazione implicita, ma chiara e corretta, per il diniego del beneficio della non menzione della condanna. In sostanza, le ragioni che evidenziano una certa gravità del fatto e una personalità dell’imputato non meritevole di ulteriori benefici sono sufficienti a giustificare la mancata concessione della non menzione, anche in assenza di una pronuncia esplicita sul punto.

Conclusioni

La sentenza n. 19700/2024 della Corte di Cassazione offre due importanti indicazioni pratiche. In primo luogo, conferma che il diniego della non menzione della condanna può essere legittimamente implicito e desumersi dalla motivazione generale della sentenza, in particolare da quella relativa alla gravità del reato e alla personalità del condannato. In secondo luogo, ribadisce l’importanza per la difesa di formulare richieste di benefici in modo specifico e argomentato, poiché una domanda generica non impone al giudice un onere di motivazione puntuale in caso di rigetto.

È possibile che un giudice neghi la non menzione della condanna senza dirlo esplicitamente nella sentenza?
Sì, secondo la Corte di Cassazione la pronuncia di diniego può essere implicita e desumersi dalla motivazione complessiva della sentenza, ad esempio dalle argomentazioni sulla gravità del reato e sulla personalità dell’imputato usate per determinare la pena.

Se viene concessa la sospensione condizionale della pena, si ha automaticamente diritto anche alla non menzione della condanna?
No. Si tratta di due benefici distinti. Il giudice può valutare che gli elementi a favore della concessione della sospensione condizionale non siano sufficienti a giustificare anche la concessione della non menzione della condanna.

Una richiesta generica dei “benefici di legge” è sufficiente per obbligare il giudice a motivare sul diniego della non menzione?
No. La sentenza chiarisce che una richiesta generica e assertiva, che non indica elementi di fatto specifici a sostegno, non obbliga il giudice a motivare puntualmente il mancato accoglimento. La richiesta deve essere specifica per creare un onere di motivazione esplicita.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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