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Non menzione condanna: Cassazione la concede subito

Un imputato, condannato per uso indebito di carta di credito e resistenza, si è visto negare dal giudice d’appello il beneficio della non menzione condanna semplicemente perché la sua richiesta è stata ignorata. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 45598/2024, ha annullato la decisione e concesso direttamente il beneficio. Ha stabilito che, in presenza di una sospensione condizionale della pena e in assenza della necessità di nuovi accertamenti, può correggere l’omissione senza rinviare il caso, per economia processuale.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

La non menzione condanna: quando la Cassazione può intervenire direttamente

Il beneficio della non menzione condanna nel casellario giudiziale è uno strumento cruciale per favorire il reinserimento sociale di chi ha commesso reati di lieve entità. Ma cosa accade se un giudice, nel corso di un appello, semplicemente ignora la richiesta dell’imputato? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 45598/2024) offre una risposta chiara e pragmatica, stabilendo che, a determinate condizioni, può porre rimedio all’omissione senza la necessità di un nuovo processo.

I Fatti del Caso

La vicenda riguarda un cittadino condannato in primo grado dal Tribunale di Reggio Emilia per i reati di indebito utilizzo di una carta di credito e resistenza a pubblico ufficiale. La Corte di Appello di Bologna, successivamente, confermava integralmente la sentenza di primo grado.

Nel suo atto di appello, la difesa dell’imputato aveva espressamente richiesto, tra le altre cose, la concessione del beneficio della non menzione della condanna ai sensi dell’art. 175 del codice penale. Tuttavia, la Corte di Appello ometteva completamente di pronunciarsi su questo specifico punto. Di fronte a questa omissione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione.

La Decisione della Corte e il beneficio della non menzione condanna

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso fondato. Invece di rimandare gli atti alla Corte di Appello per una nuova valutazione, con conseguente allungamento dei tempi processuali, i giudici di legittimità hanno deciso di annullare la sentenza impugnata senza rinvio, limitatamente al punto omesso, e di concedere direttamente il beneficio richiesto.

Questa decisione si basa su un principio consolidato nella giurisprudenza della stessa Corte, secondo cui è possibile per il giudice di legittimità disporre direttamente la concessione del beneficio quando la richiesta sia stata immotivatamente disattesa o ignorata in appello e non siano necessari ulteriori accertamenti di fatto.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha spiegato che la valutazione positiva già espressa dai giudici di merito per la concessione della sospensione condizionale della pena era sufficiente a fondare anche la concessione della non menzione. I presupposti per i due benefici sono, infatti, molto simili: entrambi si basano su un giudizio prognostico favorevole circa il futuro comportamento dell’imputato e sull’assenza di indici di pericolosità sociale.

Poiché la Corte d’Appello, confermando la sentenza di primo grado (che includeva la sospensione condizionale), aveva implicitamente condiviso questa valutazione positiva, non c’era alcuna ragione logica per negare o ignorare la richiesta di non menzione. Non essendo necessari nuovi accertamenti di fatto – incompatibili con il ruolo della Cassazione – la Corte ha potuto intervenire direttamente, sanando l’errore in un’ottica di economia processuale e di rapida definizione del giudizio.

Conclusioni

La sentenza in esame rafforza un importante principio di diritto: l’omessa pronuncia su una richiesta specifica dell’imputato costituisce un vizio che la Cassazione può correggere direttamente, se le condizioni lo permettono. Per gli imputati e i loro difensori, ciò significa che quando i presupposti per la non menzione sono evidenti e già implicitamente riconosciuti attraverso la concessione della sospensione condizionale, un’eventuale dimenticanza del giudice d’appello può essere risolta in sede di legittimità senza dover affrontare un nuovo giudizio di merito. Questa pronuncia tutela il diritto dell’imputato a una decisione completa e assicura una maggiore efficienza del sistema giudiziario.

Cosa succede se il giudice d’appello ignora una richiesta di non menzione della condanna?
La Corte di Cassazione può annullare la sentenza limitatamente a tale omissione e, se non sono necessari nuovi accertamenti di fatto, può concedere direttamente il beneficio senza rinviare il caso a un altro giudice.

Perché la Cassazione ha potuto concedere direttamente il beneficio in questo caso specifico?
Perché i giudici di merito avevano già concesso la sospensione condizionale della pena. Questa decisione presuppone una valutazione positiva sulla futura condotta dell’imputato, che è lo stesso fondamento richiesto per la non menzione. Non servivano quindi altre indagini.

L’annullamento senza rinvio è una procedura standard per la Corte di Cassazione?
No, è un’eccezione. La Cassazione decide senza rinvio solo quando può correggere un errore di diritto senza la necessità di compiere accertamenti sui fatti della causa, che sono di competenza esclusiva dei giudici di primo e secondo grado.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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