LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Nomina difensore: distinzione tra vittima e parte civile

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un imputato per truffa, confermando la sua condanna al risarcimento dei danni nonostante la prescrizione del reato. Il punto centrale della sentenza riguarda la ‘nomina difensore’: la Corte ha stabilito che la scelta di un legale da parte della vittima (persona offesa) per presentare la querela non impedisce la nomina di un avvocato diverso per la successiva costituzione di parte civile nel processo. Viene chiarita la distinzione tra le due figure e le relative fasi, ritenendo valida la costituzione della parte civile.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Nomina Difensore: la Cassazione fa Chiarezza tra Persona Offesa e Parte Civile

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 1796/2025, affronta un’interessante questione procedurale riguardante la nomina difensore nel processo penale. La decisione chiarisce in modo definitivo la distinzione tra il ruolo di ‘persona offesa’ e quello di ‘parte civile’, stabilendo che la nomina di un avvocato per la presentazione della querela non vincola la scelta del legale per la successiva costituzione in giudizio. Questa sentenza offre importanti spunti sulla validità degli atti processuali e sulla tutela dei diritti della vittima.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una condanna in primo grado per il reato di truffa. L’imputato aveva venduto un’opera d’arte a un prezzo esorbitante (140.000 euro) rispetto al suo valore reale (stimato in 1.600 euro), ingannando l’acquirente con certificati di autenticità falsi e prospettandogli una sicura rivalutazione economica.

In appello, la Corte dichiarava il reato estinto per prescrizione, ma confermava le statuizioni civili, condannando l’imputato al risarcimento del danno in favore della parte civile. L’imputato, non soddisfatto, ricorreva in Cassazione lamentando due vizi principali.

La Questione sulla Nomina del Difensore della Parte Civile

Il primo motivo di ricorso si concentrava su un vizio procedurale. L’imputato sosteneva l’invalidità della costituzione di parte civile. La persona offesa, al momento della denuncia-querela, aveva nominato un primo avvocato. Successivamente, per costituirsi parte civile nel processo, aveva conferito procura speciale a un secondo avvocato, senza mai revocare formalmente il primo. Secondo la tesi difensiva, poiché la legge consente di avere un solo difensore, la seconda nomina sarebbe stata inefficace e, di conseguenza, l’atto di costituzione di parte civile nullo.

Prescrizione del Reato e Onere della Prova

Con il secondo motivo, il ricorrente lamentava che la Corte d’Appello, nel confermare la condanna al risarcimento, avesse applicato un criterio probatorio di stampo civilistico (‘più probabile che non’) anziché quello penalistico (‘oltre ogni ragionevole dubbio’). A suo dire, questo errore gli avrebbe precluso la possibilità di ottenere un’assoluzione piena nel merito, che avrebbe prevalso sulla declaratoria di prescrizione, estinguendo anche l’obbligazione risarcitoria.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato entrambi i motivi di ricorso, ritenendoli infondati. Le motivazioni offrono chiarimenti cruciali su entrambi i fronti.

La Distinzione tra Persona Offesa e Parte Civile nella Nomina Difensore

Sul primo punto, la Corte ha spiegato che la figura della persona offesa (il soggetto che subisce il reato) è distinta da quella della parte civile (il soggetto che agisce nel processo per il risarcimento). La nomina di un difensore da parte della persona offesa per atti preliminari, come la presentazione di una querela, dispiega i suoi effetti ‘al di fuori del processo’. Quando la persona offesa decide di entrare nel processo per chiedere i danni, assume la qualità di parte processuale (parte civile) e può legittimamente nominare un difensore ad hoc per questa fase, anche diverso dal primo, senza necessità di revoca. Il principio dell’unicità del difensore si applica alle parti processuali costituite, non alla fase antecedente. Di conseguenza, la costituzione di parte civile è stata ritenuta perfettamente valida.

La Valutazione del Giudice d’Appello oltre la Prescrizione

In merito al secondo motivo, la Cassazione ha riconosciuto che, secondo i principi affermati dalle Sezioni Unite, il giudice d’appello, in caso di prescrizione, deve comunque valutare se sussistano i presupposti per un’assoluzione nel merito, applicando lo standard probatorio penalistico. Tuttavia, analizzando la sentenza impugnata, la Corte ha concluso che, al di là dell’enunciazione di principio astratta (‘più probabile che non’), la Corte d’Appello aveva di fatto condotto un’analisi approfondita e completa degli elementi costitutivi della truffa (induzione in errore, artifici, raggiri, ingiusto profitto), giungendo a una conclusione di colpevolezza che soddisfaceva pienamente il criterio dell’ ‘oltre ogni ragionevole dubbio’. L’errore terminologico, quindi, non ha inficiato la sostanza della motivazione, che è stata ritenuta solida e adeguata.

Le Conclusioni

La sentenza consolida due principi fondamentali. Primo, la nomina difensore da parte della vittima di un reato per la fase delle indagini non vincola la scelta del legale per l’eventuale e successiva costituzione di parte civile. Secondo, anche quando interviene la prescrizione, il giudice dell’impugnazione, in presenza della parte civile, ha il dovere di effettuare una piena valutazione del merito per verificare la possibilità di un’assoluzione, non potendosi limitare a una presa d’atto della causa estintiva per confermare le statuizioni civili. La decisione, quindi, rafforza le garanzie sia per l’imputato, che ha diritto a una valutazione completa della sua posizione, sia per la parte civile, la cui costituzione in giudizio non può essere invalidata per cavilli procedurali.

La nomina di un avvocato per presentare una querela impedisce alla vittima di nominarne un altro per costituirsi parte civile?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che la nomina del difensore effettuata dalla persona offesa per la presentazione della querela non preclude la nomina di un diverso difensore per la successiva fase di costituzione di parte civile nel processo. Le due figure (persona offesa e parte civile) e le relative fasi sono distinte.

Se un reato è prescritto, il giudice d’appello può evitare di valutare le prove per un’eventuale assoluzione nel merito?
No, se nel processo è presente la parte civile, il giudice d’appello, anche se il reato è prescritto, deve comunque valutare la sussistenza dei presupposti per un’assoluzione nel merito, applicando la regola di giudizio penalistica dell’ ‘oltre ogni ragionevole dubbio’.

È valida la costituzione di parte civile effettuata da un avvocato nominato successivamente a quello indicato nella querela, senza una revoca formale del primo?
Sì, è valida. La Corte ha stabilito che la nomina di un difensore per la fase preprocessuale (querela) ha efficacia ‘al di fuori del processo’ vero e proprio. Pertanto, la nomina di un altro difensore per la fase processuale (costituzione di parte civile) è pienamente efficace, senza che sia necessaria una revoca o rinuncia formale del primo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati