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Nesso eziologico: DUI e incidente, nesso non automatico

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per guida in stato di ebrezza aggravata dall’aver provocato un incidente. Il motivo della decisione risiede nella mancata dimostrazione del nesso eziologico tra lo stato di alterazione alcolica della conducente e il sinistro stradale. I giudici di merito avevano erroneamente applicato un automatismo, collegando direttamente l’ebrezza alla responsabilità per l’incidente, senza una motivazione specifica sul punto. La Corte ha rinviato il caso per un nuovo giudizio che dovrà accertare concretamente tale legame causale.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Nesso Eziologico tra Guida in Stato di Ebrezza e Incidente: Non è un Automatismo

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 22837 del 2024, introduce un principio fondamentale in materia di guida in stato di ebrezza: per applicare l’aggravante dell’aver causato un incidente, non basta dimostrare che il conducente fosse ubriaco. È necessario provare il nesso eziologico, ovvero che l’incidente sia stato una diretta conseguenza dello stato di alterazione. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le importanti conclusioni dei giudici.

I Fatti del Caso

Una conducente veniva condannata in primo e secondo grado per il reato di guida in stato di ebrezza, con un tasso alcolemico riscontrato di 1,88 g/l alla prima prova e 1,86 g/l alla seconda. La condanna era aggravata dal fatto di aver provocato un incidente stradale, nello specifico un tamponamento al veicolo che la precedeva. La difesa dell’imputata ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando diverse questioni, tra cui la mancata prova del corretto funzionamento dell’etilometro e, soprattutto, l’assenza di motivazione sulla sussistenza del legame causale tra lo stato di ebbrezza e il sinistro.

L’Errore delle Corti di Merito: l’Automatismo Ingiustificato

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano confermato la responsabilità dell’imputata per l’aggravante basandosi su un mero automatismo: “conducente ubriaca = conducente responsabile dell’incidente”. Questo approccio, secondo la Suprema Corte, è errato. Le sentenze precedenti non avevano fornito alcuna spiegazione o prova del perché l’incidente fosse avvenuto proprio a causa dello stato di alterazione della donna. Mancava, in altre parole, una motivazione concreta sul nesso eziologico.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Cassazione ha accolto il ricorso della difesa proprio su questo punto cruciale. I giudici hanno chiarito che, per poter contestare l’aggravante prevista dall’art. 186, comma 2-bis, del Codice della Strada, non è sufficiente accertare che il conducente fosse in stato di ebbrezza al momento dell’incidente. Il Pubblico Ministero e i giudici di merito devono dimostrare che l’incidente è stato una conseguenza diretta e provata della ridotta lucidità o dei riflessi compromessi dall’alcol.

Ragionare in termini di automatismo significa violare il principio di colpevolezza, secondo cui un soggetto può essere punito solo se l’evento dannoso è a lui causalmente e psicologicamente riconducibile. Nel caso di specie, le corti inferiori non avevano analizzato la dinamica del sinistro né avevano considerato altre possibili cause, limitandosi a dare per scontato il collegamento tra l’ebrezza e il tamponamento. Per questo motivo, la Corte ha annullato la sentenza impugnata.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione stabilisce un principio di garanzia fondamentale: la responsabilità penale, anche per le circostanze aggravanti, deve essere sempre provata oltre ogni ragionevole dubbio e non può basarsi su presunzioni o automatismi. L’annullamento con rinvio significa che il processo dovrà essere celebrato nuovamente davanti a un’altra sezione della Corte d’Appello, la quale dovrà attenersi al principio espresso dalla Cassazione. I nuovi giudici dovranno quindi esaminare attentamente la dinamica dell’incidente e motivare in modo specifico se e perché lo stato di ebbrezza della conducente ne sia stata la causa effettiva. Questa sentenza rafforza il diritto alla difesa, imponendo un onere probatorio più stringente all’accusa in casi analoghi.

Se si guida in stato di ebrezza e si provoca un incidente, l’aggravante scatta in automatico?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che non vi è un automatismo. Deve essere provato il nesso eziologico, ovvero che l’incidente sia stato causato proprio dallo stato di alterazione alcolica e non da altri fattori. La semplice correlazione temporale tra i due eventi non è sufficiente.

È sufficiente una generica contestazione sul funzionamento dell’etilometro per invalidare la prova?
No, non è sufficiente. La Corte ha ribadito che la difesa ha l’onere di allegare elementi specifici che indichino vizi o errori nella strumentazione, nella sua omologazione o nel suo utilizzo. Una contestazione meramente esplorativa o generica non è ammissibile per mettere in dubbio l’affidabilità del test.

Cosa succede quando la Corte di Cassazione annulla una sentenza per mancanza di motivazione sul nesso eziologico?
La sentenza viene annullata con rinvio. Ciò significa che il caso torna a un’altra sezione della Corte d’Appello, la quale dovrà celebrare un nuovo processo attenendosi al principio di diritto stabilito dalla Cassazione, ovvero valutando e motivando specificamente sulla sussistenza del nesso causale tra l’ebrezza e l’incidente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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