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Nesso causale: standard civile vs penale in appello

In un caso di incidente mortale causato da un semaforo non funzionante, la Cassazione ha annullato l’assoluzione di due funzionari comunali. La Corte ha stabilito che, quando l’appello è proposto dalla sola parte civile ai fini del risarcimento, il nesso causale tra l’omissione e l’evento non va giudicato con il rigido criterio penale della ‘probabilità prossima alla certezza’, ma con quello civile, più flessibile, del ‘più probabile che non’.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Nesso Causale: la Cassazione distingue tra Standard Penale e Civile nell’Appello

Una recente sentenza della Corte di Cassazione Penale ha offerto un’importante precisazione sulla valutazione del nesso causale quando, in un processo penale, l’appello contro un’assoluzione viene promosso dalla sola parte civile per ottenere il risarcimento del danno. In questi casi, il criterio da applicare non è quello rigoroso del diritto penale, ma quello del diritto civile basato sul principio del “più probabile che non”.

I Fatti del Caso: Un Incidente Mortale e un Semaforo Spento

Il caso trae origine da un tragico sinistro stradale in cui un motociclista ha perso la vita. L’incidente è avvenuto in un incrocio regolato da un impianto semaforico che, al momento del fatto, era spento a causa di un guasto. Il motociclista, proveniente da una strada principale, si è scontrato con un furgone che, provenendo da una via laterale, si era immesso nell’intersezione omettendo di dare la precedenza, nonostante la presenza di un segnale suppletivo che lo imponeva in caso di semaforo non funzionante.

Nel procedimento penale venivano imputati per omicidio colposo due funzionari del comune, rispettivamente responsabili dell’impianto semaforico e della polizia locale, per aver omesso di ripristinare il corretto funzionamento del semaforo e la visibilità della segnaletica.

Le Decisioni dei Giudici di Merito e il Nesso Causale

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno assolto i due funzionari. La loro decisione si basava sull’esclusione del nesso causale tra le omissioni contestate (il semaforo guasto) e l’evento mortale. Secondo i giudici, non era possibile affermare con una “probabilità prossima alla certezza” – lo standard richiesto nel processo penale – che il regolare funzionamento del semaforo avrebbe evitato l’incidente. Il ragionamento era che, avendo il conducente del furgone già ignorato il segnale di dare la precedenza, non vi era certezza che si sarebbe fermato neppure con il semaforo rosso.

L’intervento della Cassazione e il Criterio del “Più Probabile che Non”

La parte civile, ovvero i familiari della vittima, ha presentato ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha accolto il motivo relativo all’errata applicazione delle regole sul nesso causale. I giudici di legittimità hanno chiarito un principio fondamentale: quando l’impugnazione contro una sentenza di assoluzione è proposta dalla sola parte civile ai fini della responsabilità civile, il giudice dell’appello deve cambiare metro di giudizio. Non deve più accertare una responsabilità penale, ma valutare se sussiste un illecito civile ai sensi dell’art. 2043 c.c.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sulla distinzione tra i criteri di accertamento della causalità nei due diversi ambiti del diritto. Mentre nel processo penale la condanna richiede la prova della colpevolezza “al di là di ogni ragionevole dubbio”, e quindi un nesso causale accertato con “probabilità prossima alla certezza”, nel processo civile vige la regola del “più probabile che non”.

Questo significa che il giudice civile (o il giudice penale che decide ai soli fini civili) deve dare prevalenza alla spiegazione causale che appare più probabile delle altre, sulla base degli elementi di prova disponibili. I giudici di merito avevano invece errato, conducendo un’analisi basata sul rigido standard penalistico, chiedendosi se fosse certo che l’evento si sarebbe evitato, anziché chiedersi se fosse più probabile che il corretto funzionamento del semaforo avrebbe impedito l’incidente. Secondo le massime di comune esperienza, infatti, un semaforo rosso ha una forza prescrittiva ben maggiore di un generico segnale di precedenza, e con altissima probabilità avrebbe indotto il conducente del furgone a fermarsi.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha quindi annullato la sentenza d’appello con rinvio a un giudice civile, il quale dovrà riesaminare il caso applicando il corretto criterio civilistico del “più probabile che non”. Questa decisione riafferma che, nei giudizi per il risarcimento del danno, la causalità non richiede certezze assolute, ma una valutazione logica e razionale basata sulla preponderanza dell’evidenza. La sentenza ha importanti implicazioni pratiche, perché garantisce alla parte civile la possibilità di veder accertata la responsabilità civile secondo le regole proprie di quel giudizio, anche all’interno di un procedimento penale conclusosi con un’assoluzione.

Quando un processo penale prosegue solo per gli interessi civili, quale criterio si usa per accertare il nesso causale?
Nel giudizio di appello avverso una sentenza di assoluzione, se l’impugnazione è proposta dalla sola parte civile ai fini risarcitori, il nesso causale va accertato secondo la regola civilistica del “più probabile che non” e non con quella penalistica della “probabilità prossima alla certezza”.

Perché i giudici di merito avevano escluso la responsabilità dei funzionari comunali?
I giudici di merito avevano escluso la responsabilità perché, applicando il rigido criterio penalistico, non ritenevano raggiunta la prova, con un grado di probabilità prossimo alla certezza, che il corretto funzionamento del semaforo avrebbe impedito l’incidente, dato che il conducente del furgone aveva già violato un altro segnale di precedenza.

Qual è la differenza tra il nesso causale penale e quello civile secondo questa sentenza?
La sentenza chiarisce che il nesso causale penale richiede un accertamento che vada “al di là di ogni ragionevole dubbio” (probabilità prossima alla certezza), mentre il nesso causale civile si accontenta di un grado di probabilità inferiore, basato sulla preponderanza dell’evidenza (la spiegazione dell’evento deve essere semplicemente più probabile delle alternative).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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