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Ne bis in idem: quando i fatti sono diversi tra Stati

La Cassazione ha negato l’applicazione del principio del ne bis in idem a un individuo condannato in Italia per riciclaggio di un’auto e in Francia per ricettazione di un’altra. I giudici hanno stabilito che i fatti materiali sono distinti, poiché le condotte criminose riguardavano veicoli diversi e azioni autonome, non potendo quindi essere considerati ‘medesimi fatti’ ai sensi della Convenzione di Schengen.

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Pubblicato il 7 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ne bis in idem europeo: quando i reati in due Stati diversi non sono ‘lo stesso fatto’

Il principio del ne bis in idem, che vieta di processare qualcuno due volte per lo stesso fatto, è un cardine del nostro sistema giuridico e di quello europeo. Tuttavia, la sua applicazione in un contesto transnazionale può generare complesse questioni interpretative. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito i confini di questo principio, stabilendo che due condanne, una in Italia per riciclaggio e una in Francia per ricettazione, non violano il divieto se riguardano fatti materiali distinti, anche se connessi.

I Fatti del Caso: Due Condanne tra Italia e Francia

Il caso riguarda un soggetto condannato con sentenza definitiva in Italia per il reato di riciclaggio. L’attività illecita consisteva nell’aver alterato i dati identificativi di un’autovettura di provenienza furtiva, sostituendone le targhe originali con altre appartenenti a un diverso veicolo.

Successivamente, lo stesso soggetto è stato condannato in Francia per il reato di ricettazione, commesso in un periodo parzialmente sovrapposto, relativo a più beni di provenienza illecita, tra cui il veicolo le cui targhe erano state usate per il riciclaggio in Italia.

Dinanzi al giudice dell’esecuzione, la difesa ha invocato il principio del ne bis in idem previsto dall’art. 54 della Convenzione di Schengen, sostenendo che i fatti giudicati in Italia e in Francia fossero sostanzialmente i medesimi. La richiesta, tuttavia, è stata respinta sia dal Tribunale che, in seguito, dalla Corte di Cassazione.

Il Principio del Ne bis in idem nella Convenzione di Schengen

L’articolo 54 della Convenzione di Schengen stabilisce che una persona giudicata con sentenza definitiva in uno Stato membro non può essere perseguita per i medesimi fatti in un altro Stato membro. La giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha da tempo chiarito cosa si debba intendere per ‘medesimi fatti’ (il cosiddetto idem factum).

Il criterio non è la qualificazione giuridica data al reato nei diversi ordinamenti, ma l’identità dei fatti materiali. Si deve guardare a un insieme di circostanze concrete e inscindibilmente collegate tra loro nel tempo, nello spazio e per il loro oggetto. Un semplice collegamento soggettivo, come un unico disegno criminoso, non è sufficiente a integrare la nozione di ‘medesimi fatti’.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione del Tribunale. I giudici hanno evidenziato come, nel caso di specie, mancasse proprio l’identità dei fatti materiali. La condotta di riciclaggio giudicata in Italia aveva ad oggetto uno specifico veicolo, sul quale erano state compiute operazioni per ostacolarne l’identificazione della provenienza illecita.

La condanna per ricettazione in Francia, invece, riguardava un altro veicolo, quello a cui appartenevano le targhe utilizzate per il ‘camuffamento’. Sebbene le due vicende fossero collegate, le azioni criminose erano materialmente distinte e autonome:

1. In Italia: l’imputato è stato condannato per aver alterato il veicolo A.
2. In Francia: l’imputato è stato condannato per aver ricevuto il veicolo B (rubato), le cui targhe sono poi state usate sul veicolo A.

La Corte ha specificato che non vi era identità tra l’autovettura riciclata in Italia e quella oggetto della ricettazione in Francia. Di conseguenza, le due condotte sono state ritenute autonome dal punto di vista materiale, rendendo inapplicabile il divieto di un secondo giudizio.

Le Conclusioni: L’Autonomia dei Fatti Materiali è Decisiva

La sentenza ribadisce un principio fondamentale per l’applicazione del ne bis in idem in ambito europeo: la valutazione deve concentrarsi sulla materialità e concretezza delle condotte. Due procedimenti penali in Stati diversi sono legittimi se, pur originando da un contesto criminale unitario, si fondano su azioni distinte e non sovrapponibili. Per i giudici, l’attività di alterazione di un veicolo in un paese e quella di ricezione di un altro veicolo in un altro paese costituiscono due episodi criminali separati. Questa decisione sottolinea l’importanza di un’analisi fattuale rigorosa per garantire sia i diritti fondamentali dell’imputato sia l’efficacia della cooperazione giudiziaria europea.

Si può essere processati in due Stati europei diversi per reati collegati?
Sì, è possibile essere processati e condannati in due Stati membri dell’UE per reati tra loro collegati, a condizione che i ‘fatti materiali’ oggetto dei due procedimenti siano distinti e autonomi. Il principio del ne bis in idem vieta un secondo processo solo per i ‘medesimi fatti’.

Cosa si intende per ‘medesimi fatti’ secondo la Convenzione di Schengen?
Per ‘medesimi fatti’ si intende un insieme di circostanze concrete e inscindibilmente collegate tra loro nel tempo, nello spazio e per il loro oggetto. La valutazione si basa sull’identità della condotta materiale, indipendentemente dalla qualificazione giuridica che i diversi Stati attribuiscono al reato (es. ricettazione o riciclaggio).

In questo caso, perché il riciclaggio in Italia e la ricettazione in Francia non sono stati considerati ‘medesimi fatti’?
Perché le due condotte, sebbene legate, riguardavano beni diversi. La sentenza italiana si riferiva al riciclaggio di una specifica autovettura, mentre la sentenza francese riguardava la ricettazione di un’altra autovettura distinta. Poiché le azioni materiali erano rivolte a oggetti differenti, la Corte ha concluso che i fatti non erano i medesimi e quindi il principio del ne bis in idem non era applicabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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