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Ne bis in idem: no violazione tra sanzione penale e amm.

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 15/04/2025, ha dichiarato inammissibili i ricorsi di due soggetti condannati sia a una sanzione penale che a una amministrativa per occupazione abusiva di un immobile pubblico. L’eccezione basata sul principio del ne bis in idem è stata respinta, poiché le due sanzioni hanno funzioni diverse: quella amministrativa mira al recupero delle somme dovute, mentre quella penale reprime il reato.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ne bis in idem: Quando la Doppia Sanzione è Legittima

Il principio del ne bis in idem, che vieta di essere processati due volte per lo stesso fatto, è un cardine del nostro sistema giuridico. Tuttavia, la sua applicazione può diventare complessa quando uno stesso comportamento illecito dà origine a sanzioni di natura diversa, come quella penale e quella amministrativa. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato proprio questo tema, chiarendo i confini del principio in un caso di occupazione abusiva di un bene pubblico.

I Fatti del Caso: L’Occupazione Abusiva e il Doppio Binario Sanzionatorio

Il caso ha origine dai ricorsi presentati da due individui avverso una sentenza della Corte d’Appello. I ricorrenti erano stati sanzionati due volte per la medesima condotta: l’occupazione illegittima di un immobile di proprietà pubblica. Da un lato, avevano subito una condanna penale per il reato di impossessamento abusivo; dall’altro, erano stati destinatari di una sanzione amministrativa finalizzata a recuperare le somme equivalenti al mancato guadagno per l’ente pubblico proprietario.
I difensori hanno basato il loro ricorso in Cassazione proprio sulla presunta violazione del principio del ne bis in idem, sostenendo che i loro assistiti fossero stati ingiustamente puniti due volte per la stessa azione.

La Decisione della Cassazione sul ne bis in idem

La Suprema Corte ha dichiarato i ricorsi inammissibili, giudicando l’eccezione sollevata come manifestamente infondata. La decisione si fonda su un’attenta analisi della diversa natura e finalità delle due sanzioni applicate, escludendo così che si possa parlare di una duplicazione della punizione.

La Distinzione Funzionale tra Sanzione Penale e Amministrativa

Il cuore della pronuncia risiede nella netta distinzione tra lo scopo della sanzione amministrativa e quello della sanzione penale. Secondo i giudici, non vi è sovrapposizione tra le due, poiché perseguono obiettivi differenti e tutelano interessi diversi.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha spiegato che la sanzione amministrativa, nel caso specifico, non ha una funzione punitiva, bensì recuperatoria. Il suo scopo è quello di ripristinare il patrimonio dell’ente pubblico, costringendo chi ha occupato illegittimamente l’immobile a versare le somme che l’ente avrebbe potuto ricavare da un uso legittimo del bene. Si tratta, in sostanza, di una misura con finalità riparatoria.
Al contrario, la sanzione penale ha una funzione prettamente repressiva e deterrente. Essa punisce la condotta di impossessamento abusivo di un bene pubblico in quanto tale, riconoscendola come una fattispecie di reato che lede l’interesse della collettività alla corretta gestione del patrimonio dello Stato. La pena mira a sanzionare la violazione della norma penale e a prevenire la commissione di futuri reati.
Questa diversità funzionale, secondo la Cassazione, è sufficiente a escludere la violazione del principio del ne bis in idem, anche alla luce dei principi elaborati dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Corte EDU).

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza stabilisce un punto fermo importante: lo Stato può legittimamente perseguire un illecito attraverso due percorsi sanzionatori paralleli, uno amministrativo e uno penale, senza incorrere in una violazione del divieto di doppia punizione, a condizione che le due sanzioni abbiano scopi distinti e complementari. Questa pronuncia conferma che chi si appropria indebitamente di un bene pubblico non solo dovrà affrontare un processo penale per il reato commesso, ma sarà anche tenuto a compensare economicamente l’ente pubblico per il danno patrimoniale causato. La decisione, quindi, rafforza gli strumenti a disposizione della pubblica amministrazione per tutelare il proprio patrimonio e reprimere gli illeciti che lo danneggiano.

È possibile essere puniti sia con una sanzione amministrativa che con una penale per lo stesso fatto di occupazione abusiva di un immobile?
Sì, secondo l’ordinanza della Corte di Cassazione, è possibile. La Corte ha stabilito che le due sanzioni hanno finalità diverse e quindi non violano il principio del ne bis in idem.

Qual è la differenza tra la sanzione amministrativa e quella penale in questo caso?
La sanzione amministrativa ha la funzione di recuperare le somme derivanti dall’illegittima occupazione dell’immobile, avendo quindi uno scopo riparatorio. La sanzione penale, invece, ha la funzione di reprimere la condotta di impossessamento abusivo di un bene pubblico, che costituisce reato.

Perché il ricorso basato sulla violazione del principio del “ne bis in idem” è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto manifestamente infondato e quindi inammissibile perché la Corte ha giudicato che non vi fosse alcuna violazione del principio. La distinta funzione delle due sanzioni (amministrativa recuperatoria e penale repressiva) esclude che si tratti di una doppia punizione per lo stesso fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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