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Ne bis in idem: legittima la doppia sanzione connessa

La Corte di Cassazione ha confermato una condanna per manipolazione del mercato, respingendo il ricorso basato sulla violazione del principio del ne bis in idem. La Corte ha stabilito che un doppio binario sanzionatorio, amministrativo e penale, è ammissibile a condizione che i due procedimenti siano legati da una sufficiente connessione materiale e temporale, costituendo una risposta unitaria e proporzionata all’illecito. Nel caso di specie, il ricorrente non aveva adeguatamente provato l’assenza di tale connessione.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ne bis in idem: Legittima la Doppia Sanzione se Penale e Amministrativo sono Connessi

Il principio del ne bis in idem, che vieta di essere processati due volte per lo stesso fatto, è un caposaldo del nostro ordinamento. Ma cosa succede quando uno stesso illecito, come la manipolazione del mercato, è punito sia da una sanzione amministrativa che da una penale? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28898/2025, torna sulla questione, chiarendo i confini del cosiddetto “doppio binario sanzionatorio” e allineandosi alla giurisprudenza europea. La pronuncia stabilisce che la doppia sanzione è legittima, a patto che i due procedimenti siano strettamente connessi e la risposta punitiva complessiva sia proporzionata.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda il legale rappresentante di una società di partecipazioni, condannato in via definitiva per il reato di manipolazione del mercato. L’imputato aveva diffuso la notizia di un’offerta di ricapitalizzazione per un importante istituto bancario, offerta poi rivelatasi priva dei requisiti necessari e giudicata irricevibile. Questa falsa notizia aveva generato un aumento anomalo della quotazione del titolo bancario in borsa.
Per questo stesso fatto, l’autorità di vigilanza del mercato finanziario aveva già irrogato all’imputato una pesante sanzione amministrativa pecuniaria, divenuta definitiva. Successivamente, nel procedimento penale, l’uomo era stato condannato anche alla pena della reclusione. La difesa ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo la violazione del principio del ne bis in idem.

La Questione del Ne bis in idem nel Doppio Binario

Il cuore della questione legale risiede nella compatibilità tra il divieto di doppio processo e i sistemi, come quello italiano in materia di abusi di mercato, che prevedono un doppio binario sanzionatorio: uno amministrativo, gestito dall’autorità di vigilanza, e uno penale, di competenza della magistratura.
La difesa del ricorrente ha sostenuto che la doppia condanna avrebbe violato il diritto a non essere giudicato due volte per lo stesso fatto, come sancito dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) e dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE. Secondo il ricorso, la Corte d’Appello non avrebbe motivato adeguatamente sulla sussistenza di una connessione sostanziale e temporale tra i due procedimenti, un requisito che la giurisprudenza europea ritiene indispensabile per consentire il cumulo delle sanzioni.

La Decisione della Cassazione e il principio del ne bis in idem

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la condanna e ritenendo infondata la doglianza sul ne bis in idem. Gli Ermellini hanno richiamato l’evoluzione della giurisprudenza europea (in particolare la celebre sentenza “A & B contro Norvegia”), che ha superato un’interpretazione rigida del divieto. Oggi, il doppio binario è considerato legittimo se i due procedimenti sono legati da una “connessione sufficientemente stretta, sul piano sostanziale e temporale”, al punto da poter essere considerati come parti di un unico sistema sanzionatorio integrato.

Le Motivazioni

La Corte ha basato la sua decisione su due argomenti principali.

In primo luogo, ha evidenziato una carenza nell’atto di appello e nel ricorso stesso. La difesa si era limitata a contestare in modo generico la violazione del principio e la sproporzione della sanzione complessiva, senza però dedurre elementi specifici che dimostrassero l’assenza di una connessione sostanziale e temporale tra il procedimento amministrativo e quello penale. La Cassazione ha sottolineato che è onere della parte che eccepisce la violazione del ne bis in idem allegare e provare la mancanza di tale connessione. Non è sufficiente, a tal fine, lamentare la mera convergenza di due sanzioni per la stessa violazione.

In secondo luogo, anche sul profilo della proporzionalità, il ricorso è stato giudicato generico. L’imputato non ha fornito elementi concreti per dimostrare che la sanzione amministrativa avesse già esaurito completamente il disvalore dell’illecito, rendendo la successiva pena detentiva sproporzionata e ingiustificata. La Corte ha implicitamente ritenuto che la sanzione penale servisse a coprire aspetti di gravità della condotta non pienamente assorbiti dalla sanzione amministrativa, tutelando l’interesse pubblico all’integrità dei mercati finanziari.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un orientamento ormai consolidato: il principio del ne bis in idem non rappresenta un ostacolo assoluto al sistema del doppio binario sanzionatorio. La coesistenza di sanzioni penali e amministrative per lo stesso fatto è possibile, ma solo all’interno di un sistema coordinato e prevedibile, dove i due percorsi processuali siano strettamente collegati e la risposta punitiva complessiva risulti proporzionata alla gravità del fatto commesso. La decisione pone inoltre un chiaro onere processuale in capo alla difesa: chi invoca la violazione del divieto di doppio giudizio deve argomentare in modo specifico e puntuale l’assenza dei requisiti di connessione e proporzionalità, non potendosi limitare a una contestazione generica.

È possibile essere puniti due volte, con una sanzione amministrativa e una penale, per lo stesso reato di manipolazione del mercato?
Sì, è possibile. La Corte di Cassazione, in linea con la giurisprudenza europea, ha stabilito che il doppio binario sanzionatorio è legittimo a condizione che i due procedimenti, quello amministrativo e quello penale, siano legati da una connessione sufficientemente stretta sul piano sostanziale e temporale, e che la sanzione complessiva risulti proporzionata.

Cosa si intende per “connessione temporale e sostanziale” tra i procedimenti?
Sebbene la sentenza non lo dettagli, la giurisprudenza europea (richiamata dalla Corte) intende una connessione che renda i due procedimenti parti di un sistema sanzionatorio unico e coerente. Ciò include la prevedibilità della doppia sanzione, il perseguimento di finalità complementari, un coordinamento probatorio e la possibilità di tener conto della prima sanzione nel determinare la seconda per evitare un carico punitivo eccessivo.

A chi spetta l’onere di dimostrare l’assenza di connessione tra i procedimenti per far valere la violazione del ne bis in idem?
Secondo la sentenza, l’onere di dedurre e dimostrare l’assenza di una connessione sostanziale e temporale tra i diversi procedimenti spetta alla parte che eccepisce la violazione del principio. Non è sufficiente una contestazione generica, ma occorre fornire indicatori fattuali specifici a sostegno della propria tesi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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