Mutamento del Fatto: Quando la Difesa è Sempre Garantita secondo la Cassazione
Il principio di correlazione tra accusa e sentenza, sancito dall’art. 521 del codice di procedura penale, è un pilastro del giusto processo. Ma cosa succede quando i fatti emersi durante il dibattimento sembrano diversi da quelli inizialmente contestati? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 23504/2024, offre un importante chiarimento sul concetto di mutamento del fatto, stabilendo che non vi è violazione del diritto di difesa se l’imputato ha avuto la concreta possibilità di difendersi sull’intera vicenda.
I Fatti del Caso: Dalla Sosta Irregolare alla Resistenza
Il caso riguarda un uomo che, trovato in evidente stato di ebbrezza alcolica vicino al proprio veicolo in sosta irregolare, si opponeva ripetutamente ai controlli degli agenti di polizia. L’intervento delle forze dell’ordine non si limitava alla semplice identificazione, ma era finalizzato a richiedere i documenti di circolazione e, soprattutto, a impedire che l’uomo si mettesse alla guida in quelle condizioni, sottoponendolo all’alcoltest. A fronte di questa richiesta, l’imputato reagiva con minacce e violenza fisica.
Condannato nei gradi di merito, l’uomo proponeva ricorso in Cassazione lamentando, tra le altre cose, la violazione del principio di correlazione tra l’accusa e la sentenza. A suo dire, vi era stato un mutamento del fatto che aveva leso il suo diritto di difesa.
La Valutazione sul mutamento del fatto e il Diritto di Difesa
La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo generico e manifestamente infondato. Il punto centrale dell’ordinanza riguarda proprio l’interpretazione del concetto di mutamento del fatto. I giudici hanno chiarito che, per aversi una violazione rilevante, non basta una mera divergenza tra l’accusa formale e i fatti accertati in sentenza. È necessaria una “trasformazione radicale” degli elementi essenziali della fattispecie, tale da creare un’incertezza sull’oggetto dell’imputazione e un concreto pregiudizio per la difesa.
Le Motivazioni della Suprema Corte
La Corte ha osservato che la valutazione non deve limitarsi a un confronto puramente letterale tra il capo d’imputazione e la sentenza. L’analisi deve essere sostanziale: bisogna verificare se, durante tutto l’iter processuale, l’imputato sia stato messo nelle condizioni concrete di difendersi rispetto all’oggetto dell’imputazione, così come emerso nel corso del giudizio. Nel caso specifico, la condotta di resistenza con minacce e violenza era stata il fulcro del processo sin dall’inizio. L’uomo aveva avuto ampie opportunità di contrastare la ricostruzione degli operanti e di presentare la propria versione dei fatti. Pertanto, secondo la Corte, non si è verificata alcuna lesione delle garanzie difensive. La condotta contestata era un’attività complessa e continuativa di opposizione ai pubblici ufficiali, non un singolo e isolato episodio.
Le Conclusioni: Inammissibilità e Condanna alle Spese
Sulla base di queste considerazioni, la Cassazione ha concluso che il ricorso doveva essere dichiarato inammissibile. Come conseguenza processuale, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende. La decisione riafferma un principio fondamentale: le garanzie processuali sono violate solo quando il diritto di difesa è concretamente ed effettivamente compromesso, non per mere discrepanze formali tra l’accusa iniziale e la ricostruzione finale dei fatti.
Quando si configura un “mutamento del fatto” che viola il diritto di difesa?
Si configura un mutamento del fatto rilevante solo quando avviene una trasformazione radicale negli elementi essenziali della vicenda contestata, tale da creare un’incertezza sull’oggetto dell’imputazione e un reale pregiudizio ai diritti della difesa. Non è sufficiente una semplice differenza letterale tra l’accusa e la sentenza se l’imputato ha avuto modo di difendersi su tutti gli aspetti della condotta durante il processo.
Perché il ricorso in questo caso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché i motivi proposti erano generici, manifestamente infondati e reiteravano censure già esaminate e respinte nei precedenti gradi di giudizio con motivazione congrua. La Corte non ha ravvisato alcuna violazione dei principi processuali, incluso quello sul mutamento del fatto.
Quali sono le conseguenze della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della cassa delle ammende, che in questo caso è stata determinata in tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 23504 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 23504 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 31/05/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME NOME a LIVORNO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 20/10/2023 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
OSSERVA
ritenuto che i motivi di ricorso proposti nell’interesse di COGNOME NOME e ribaditi memoria depositata sono inammissibili per genericità e manifesta infondatezza, trattandosi di motivi reiterativi di profili di censura, esaminati e disattesi in sentenza con co motivazione;
ritenuto che correttamente è stata esclusa la violazione dell’art. 521 cod. proc. pen. quanto dalla ricostruzione dei fatti contenuta nelle sentenze di merito risulta che il con degli operanti non si esaurì nella verifica della identità del ricorrente, ma nella richie documenti di circolazione del veicolo in sosta irregolare e nella necessità di sottoporlo accertamento del tasso alcolemico, stante l’evidente stato di ebbrezza alcolica, impedendogli d mettersi alla guida del veicolo: attività complessa cui ripetutamente il ricorrente si oppose minacce e violenza fisica, come riferito dagli operanti;
rilevato che per aversi mutamento del fatto occorre una trasformazione radicale, nei suoi elementi essenziali, della fattispecie concreta nella quale si riassume l’ipotesi astratta pr dalla legge, in modo che si configuri un’incertezza sull’oggetto dell’imputazione da scaturisca un reale pregiudizio dei diritti della difesa, sicché l’indagine volta ad accer violazione del principio suddetto non va esaurita nel pedissequo e mero confronto puramente letterale fra contestazione e sentenza perché, vertendosi in materia di garanzie e di difesa, violazione è del tutto insussistente quando l’imputato, attraverso l'”iter” del processo venuto a trovarsi nella condizione concreta di difendersi in ordine all’oggetto dell’imputazi (Sez. 3, n. 24932 del 10/02/2023, Gargano, Rv. 284846 – 04), Come nel caso di specie;
ritenuto, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della cassa delle ammende, che si stima equo determinare in euro tremila.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende.
Così deciso il 31 maggio 2024
Il consigliere estensore