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Motivi nuovi in Cassazione: appello inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due individui condannati per tentato furto aggravato. La decisione si fonda sul principio per cui non è possibile introdurre motivi nuovi in cassazione, come la richiesta di applicazione delle condotte riparatorie (art. 162-ter c.p.) o della particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), se questi non sono stati precedentemente sollevati nei motivi di appello.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Motivi Nuovi in Cassazione: La Strategia Processuale è Decisiva

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: non è possibile presentare motivi nuovi in cassazione se questi non sono stati oggetto del precedente atto di appello. Questa decisione sottolinea l’importanza di una strategia difensiva ben definita fin dai primi gradi di giudizio, poiché le omissioni possono rivelarsi fatali in sede di legittimità.

I Fatti del Caso: Un Tentato Furto al Supermercato

La vicenda riguarda due persone accusate di aver tentato di rubare dieci bottiglie di vino e liquori da un supermercato, per un valore commerciale di circa 211 euro. Gli imputati avevano rimosso i dispositivi antitaccheggio dalle bottiglie ma non erano riusciti a completare il furto a causa dell’intervento del responsabile dell’esercizio commerciale. La condotta è stata qualificata come tentato furto aggravato dalla violenza sulle cose.

Il Percorso Giudiziario e i Motivi del Ricorso

Dopo una condanna in primo grado, la Corte d’Appello di Bologna aveva parzialmente riformato la sentenza. Tuttavia, gli imputati hanno deciso di ricorrere in Cassazione, sollevando due questioni specifiche per la prima volta:

1. L’applicazione delle condotte riparatorie (art. 162-ter c.p.): La difesa sosteneva che uno degli imputati, una volta scoperto, aveva tentato di pagare la merce, manifestando una volontà di riparare al danno.
2. L’applicazione della particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.): Si argomentava che il fatto, per le sue modalità e per il valore esiguo della merce, dovesse essere considerato non punibile.

Entrambe queste argomentazioni non erano state presentate nei motivi del precedente appello.

Le Motivazioni della Cassazione: Il Divieto di Introdurre Motivi Nuovi in Cassazione

La Corte Suprema ha dichiarato i ricorsi manifestamente infondati e quindi inammissibili. La motivazione è netta e si basa su un principio consolidato: le censure proposte in sede di legittimità devono essere le stesse già sottoposte al giudice d’appello.

La Cassazione ha spiegato che consentire l’introduzione di motivi nuovi in cassazione significherebbe sottrarre intenzionalmente tali questioni alla cognizione del giudice di secondo grado. Questo creerebbe un inevitabile e “a priori” difetto di motivazione nella sentenza d’appello, poiché il giudice non ha potuto pronunciarsi su punti che non gli sono mai stati sottoposti. Si tratta di una regola posta a garanzia della corretta progressione processuale e per evitare che il giudizio di legittimità si trasformi in un terzo grado di merito.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia offre un’importante lezione pratica: la strategia difensiva deve essere completa e articolata sin dal primo grado di giudizio e, soprattutto, nell’atto di appello. Ogni argomento, eccezione o richiesta deve essere formalizzata nei motivi di gravame per poter essere, in caso di esito negativo, riproposta al vaglio della Corte di Cassazione. Omettere una censura in appello equivale a rinunciarvi definitivamente. La decisione conferma che il ricorso per cassazione non è una nuova opportunità per riesaminare l’intera vicenda, ma un controllo sulla corretta applicazione del diritto rispetto alle questioni già dibattute.

È possibile presentare per la prima volta delle argomentazioni difensive nel ricorso per cassazione?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che non sono deducibili con il ricorso per cassazione questioni che non abbiano costituito oggetto di motivi di gravame nel precedente grado di giudizio.

Perché la Corte ha dichiarato inammissibili i ricorsi in questo caso?
I ricorsi sono stati dichiarati inammissibili perché le censure proposte, relative all’applicazione dell’art. 162-ter (condotte riparatorie) e 131-bis (particolare tenuità del fatto) del codice penale, sono state sollevate per la prima volta in Cassazione, senza essere state precedentemente dedotte con l’atto di appello.

Quali sono state le conseguenze per i ricorrenti dopo la dichiarazione di inammissibilità?
I ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e, ciascuno, al versamento della somma di euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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