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Motivi nuovi appello: quando sono inammissibili?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26873/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imprenditore condannato per bancarotta. La Corte ha ribadito che i motivi nuovi appello non possono introdurre censure relative a capi della sentenza non contestati nell’atto di impugnazione principale, delineando i rigidi confini procedurali per la loro presentazione.

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Pubblicato il 3 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Motivi nuovi appello: i limiti secondo la Cassazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 26873/2024) offre un importante chiarimento sui limiti di ammissibilità dei motivi nuovi appello nel processo penale. La decisione sottolinea un principio fondamentale: i motivi aggiunti non possono servire a introdurre contestazioni su capi della sentenza che non erano stati oggetto dell’impugnazione originaria. Analizziamo insieme il caso e le motivazioni della Corte.

I Fatti del Caso: La Condanna per Bancarotta

La vicenda processuale riguarda un imprenditore condannato in primo e secondo grado per bancarotta fraudolenta impropria e bancarotta semplice documentale. L’accusa lo riteneva l’amministratore di fatto di una società cooperativa, dichiarata insolvente e posta in liquidazione coatta amministrativa. Secondo i giudici di merito, attraverso operazioni dolose e una gestione contabile irregolare, l’imputato aveva contribuito al dissesto della società.

L’Appello e i Limiti dei Motivi Nuovi Appello

L’imprenditore, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso per cassazione avverso la sentenza della Corte di Appello. Il ricorso si basava su tre vizi di motivazione.

La contestazione nell’atto principale

Con l’atto di appello originario, la difesa aveva contestato due punti specifici:
1. Il ruolo di amministratore di fatto attribuito all’imputato.
2. La sussistenza del reato di bancarotta fraudolenta documentale.

L’introduzione di un nuovo tema con i motivi aggiunti

Successivamente, tramite la presentazione di motivi nuovi appello, la difesa ha sollevato per la prima volta una doglianza relativa all’insussistenza del reato di bancarotta fraudolenta impropria per operazioni dolose. Questo punto non era mai stato contestato nell’atto di impugnazione principale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile. I giudici hanno ritenuto che i motivi relativi alla rivalutazione delle prove (come il ruolo di amministratore di fatto e la bancarotta semplice) fossero tentativi di ottenere un nuovo giudizio di merito, inammissibili in sede di legittimità.

La parte più significativa della decisione, tuttavia, riguarda proprio la questione dei motivi nuovi.

Le Motivazioni: Il Principio della Correlazione nei Motivi Nuovi Appello

La Corte di Cassazione ha ribadito un principio consolidato nella giurisprudenza di legittimità, basato sull’articolo 585, comma 4, del codice di procedura penale. I motivi nuovi appello devono avere ad oggetto i capi o i punti della decisione impugnata che sono già stati enunciati nell’originario atto di gravame.

In altre parole, i motivi aggiunti possono rappresentare uno sviluppo logico o una migliore esposizione di doglianze già formulate, ma non possono introdurre censure su un punto della decisione non investito dall’impugnazione originaria. Contestare il ruolo di amministratore di fatto è una questione diversa dal contestare la configurabilità del reato di bancarotta impropria. Introdurre quest’ultimo tema solo con i motivi nuovi costituisce un inammissibile allargamento del petitum (l’oggetto del contendere), violando la preclusione processuale.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza conferma la necessità di una strategia difensiva chiara e completa fin dal primo atto di impugnazione. L’istituto dei motivi nuovi appello non è una “seconda occasione” per ampliare l’oggetto del giudizio, ma uno strumento per approfondire e specificare le censure già tempestivamente sollevate. Per gli avvocati, ciò significa che l’atto di appello deve essere redatto con la massima cura, individuando sin da subito tutti i punti della sentenza che si intendono contestare. Qualsiasi omissione non potrà essere sanata in un secondo momento, con la conseguente cristallizzazione di alcuni capi della decisione di primo grado.

È possibile presentare motivi nuovi di appello per contestare un capo della sentenza non impugnato in origine?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che i motivi nuovi devono essere collegati ai capi o punti della decisione già impugnati nell’atto di gravame principale. Non possono introdurre censure su statuizioni non oggetto dell’impugnazione originaria.

Cosa succede se i motivi di ricorso in Cassazione richiedono una nuova valutazione dei fatti?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità e non può riesaminare le prove o le testimonianze, ma solo verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata.

La nomina di un nuovo difensore per il giudizio in Cassazione consente di ampliare i temi dell’appello?
No, la nomina di un nuovo legale non comporta una “riapertura dei termini” né permette di ampliare l’ambito delle doglianze. Il ricorso per cassazione deve sempre rispettare la correlazione con i motivi di appello originari.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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