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Motivi d’appello in Cassazione: un caso di inammissibilità

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un conducente condannato per guida in stato di ebbrezza. I motivi d’appello sono stati respinti perché uno era generico e non autosufficiente, mentre l’altro, relativo all’identificazione del guidatore, non era stato sollevato nel precedente grado di giudizio, violando il principio del divieto di nuove deduzioni in sede di legittimità.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Motivi d’Appello in Cassazione: Quando il Ricorso è Inammissibile

Presentare un ricorso in Cassazione richiede una strategia processuale precisa e rigorosa. L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come la genericità o la tardiva proposizione dei motivi d’appello possano condurre a una dichiarazione di inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. Analizziamo insieme questo caso emblematico di guida in stato di ebbrezza e le importanti lezioni processuali che ne derivano.

I Fatti di Causa: Dalla Condanna per Guida in Stato di Ebbrezza al Ricorso

Un automobilista veniva condannato in primo e secondo grado alla pena di otto mesi di arresto e duemila euro di ammenda per il reato di guida in stato di ebbrezza, previsto dall’art. 186, comma 2, lett. c) del Codice della Strada. Non rassegnandosi alla decisione della Corte d’Appello, l’imputato, tramite il suo difensore, decideva di proporre ricorso per Cassazione, basandolo su due distinti motivi: il primo relativo a una presunta violazione di legge nelle modalità di accertamento del tasso alcolemico; il secondo incentrato su un presunto errore nell’identificazione del conducente del veicolo.

L’Analisi dei Motivi d’Appello e la Decisione della Cassazione

La Suprema Corte ha esaminato entrambi i motivi di ricorso, giungendo a una conclusione netta: l’inammissibilità totale dell’impugnazione. Vediamo nel dettaglio le ragioni di questa decisione, analizzando separatamente i due motivi proposti.

Primo Motivo: Genericità e Mancanza di Autosufficienza

In merito alla contestazione sulle modalità di rilevamento del tasso alcolemico, la Corte ha osservato che la Corte d’Appello aveva già ampiamente e dettagliatamente motivato sulla regolarità delle operazioni svolte dalla polizia giudiziaria. Erano state considerate la nomina di un difensore, la regolarità dell’avviso di legge e il consenso dell’imputato ad essere accompagnato in ospedale.

Di fronte a questa solida motivazione, il ricorrente si è limitato a riproporre censure astratte e generiche, senza attaccare il punto nodale del ragionamento dei giudici di merito e senza allegare la documentazione necessaria a supportare le proprie tesi. Questo comportamento ha violato il principio di autosufficienza del ricorso, secondo cui l’atto di impugnazione deve contenere tutti gli elementi necessari a renderlo comprensibile e valutabile senza dover consultare altri atti processuali.

Secondo Motivo: La Questione Nuova e il Divieto di Nova in Cassazione

Il secondo motivo, relativo all’errore di identificazione del conducente, è incappato in un ostacolo procedurale ancora più netto. La Corte di Cassazione ha rilevato che questa specifica censura non era mai stata sollevata nell’atto di appello presentato al giudice di secondo grado. L’imputato, in quella sede, si era limitato a contestare le modalità di accertamento e a chiedere una mitigazione della pena.

Introdurre per la prima volta una questione in sede di legittimità è vietato. Ciò impedirebbe al giudice del gravame (la Corte d’Appello) di esaminare il punto e, di conseguenza, la Cassazione si troverebbe a giudicare una decisione priva di motivazione su quel tema, non per una dimenticanza del giudice, ma perché la questione gli era stata intenzionalmente sottratta.

Le Motivazioni: Perché i Motivi d’Appello sono Stati Dichiarati Inammissibili

La decisione della Corte si fonda su due pilastri fondamentali della procedura penale. In primo luogo, il rigetto del primo motivo ribadisce che il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito. Non si possono riproporre le stesse questioni di fatto già valutate, ma si deve dimostrare un vizio di legge o un difetto di motivazione manifesto nella sentenza impugnata. I motivi d’appello devono essere specifici, pertinenti e autosufficienti.

In secondo luogo, la declaratoria di inammissibilità del secondo motivo riafferma un principio cardine del nostro sistema processuale: il divieto di dedurre questioni nuove in Cassazione. Le impugnazioni si strutturano per gradi e ogni questione deve essere tempestivamente sollevata nella sede competente. Consentire di introdurre nuovi argomenti in sede di legittimità significherebbe stravolgere la logica del processo e creare un inevitabile difetto di motivazione nelle sentenze di grado inferiore.

Conclusioni: Lezioni Pratiche per un Ricorso Efficace

L’ordinanza in esame sottolinea l’importanza cruciale di una corretta impostazione strategica fin dai primi gradi di giudizio. Ogni doglianza deve essere chiaramente articolata e supportata da prove sin dall’atto di appello. In Cassazione, non c’è spazio per argomentazioni generiche, tardive o non documentate. La conseguenza, come visto, non è solo la conferma della condanna, ma anche l’aggiunta di ulteriori oneri economici per il ricorrente, consistenti nel pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende, in questo caso quantificata in tremila euro.

Posso presentare in Cassazione un motivo di ricorso che non avevo sollevato in Appello?
No. La Corte di Cassazione ha ribadito che non sono ammissibili questioni che non abbiano costituito oggetto dei motivi di gravame nel precedente grado di giudizio (Appello), poiché ciò sottrarrebbe intenzionalmente la cognizione di quel punto al giudice precedente.

Cosa significa che un motivo di ricorso è generico e non autosufficiente?
Significa che il motivo è formulato in modo astratto, senza confrontarsi specificamente con le ragioni esposte nella sentenza impugnata, e non contiene tutti gli elementi (come il richiamo a documenti o atti specifici) necessari a permettere alla Corte di decidere senza dover consultare il fascicolo processuale.

Quali sono le conseguenze della dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità comporta non solo la conferma definitiva della sentenza di condanna, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, come in questo caso, al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle Ammende, determinata dal giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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