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Motivazione illogica: Cassazione annulla riesame

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza del Tribunale del Riesame che aveva revocato la custodia cautelare per due indagati. La decisione è stata motivata da una palese motivazione illogica, poiché il tribunale inferiore aveva escluso la partecipazione degli indagati a un’associazione a delinquere basandosi su un’analisi frammentaria delle prove, senza un confronto adeguato con l’ordinanza genetica. Il caso è stato rinviato per un nuovo giudizio.

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Pubblicato il 17 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Motivazione Illogica: La Cassazione Annulla la Scarcerazione per Analisi Frammentaria

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del processo penale: la valutazione del giudice deve essere coerente e completa, non frammentaria. Il caso in esame riguarda l’annullamento di un’ordinanza del Tribunale del Riesame a causa di una motivazione illogica che aveva portato alla scarcerazione di due persone indagate per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.

I Fatti del Caso

Due persone erano state sottoposte a custodia cautelare in carcere con l’accusa di aver partecipato a un’associazione criminale dedita al traffico di cocaina (art. 74 D.P.R. 309/1990), oltre che per specifici episodi di spaccio (art. 73). Tuttavia, il Tribunale del Riesame, pur riconoscendo la sussistenza di gravi indizi per i singoli reati di spaccio, aveva annullato l’ordinanza di custodia.

La ragione di tale annullamento risiedeva nel fatto che il Tribunale aveva ritenuto l’associazione criminale composta solamente da tre membri di una stessa famiglia, escludendo la partecipazione degli altri indagati, tra cui i due ricorrenti. Questa riqualificazione del sodalizio faceva venir meno la presunzione di adeguatezza della custodia in carcere, portando alla loro liberazione.

Il Ricorso della Procura e la Critica alla Motivazione Illogica

La Procura della Repubblica ha impugnato questa decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando una violazione di legge e, soprattutto, un vizio cumulativo di motivazione. Secondo il ricorrente, il Tribunale del Riesame aveva adottato una “visione parcellizzata e atomistica” degli elementi probatori, ignorando la valutazione complessiva fatta dal primo giudice.

In particolare, l’accusa sosteneva che il Riesame non si fosse confrontato adeguatamente con l’ordinanza originaria e avesse ignorato elementi cruciali come:
* Le intercettazioni telefoniche e ambientali.
* L’uso di un sistema di comunicazione criptato.
* La disponibilità di luoghi di stoccaggio per la droga.
* L’esistenza di una cassa comune.

Questa analisi frammentaria, secondo la Procura, aveva portato a una motivazione illogica e contraddittoria.

L’Analisi della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato proprio sotto il profilo della manifesta illogicità della motivazione. I giudici di legittimità hanno osservato come il Tribunale del Riesame, pur avendo richiamato astrattamente i principi di diritto in materia di associazione a delinquere, non li avesse poi applicati concretamente al caso.

Il Tribunale, infatti, si era limitato a delineare una diversa e più ristretta configurazione dell’associazione (limitata al nucleo familiare) senza però spiegare in modo logico e coerente perché gli altri soggetti, inclusi i due indagati, dovessero esserne esclusi. Mancava un reale confronto con il compendio indiziario che il primo giudice aveva posto a fondamento della sua decisione.

Le Motivazioni

La motivazione della Cassazione si concentra sulla debolezza argomentativa del provvedimento impugnato. Il Tribunale del Riesame, secondo la Corte, ha agito in modo “apodittico e autoreferenziale”. Invece di smontare pezzo per pezzo la ricostruzione accusatoria con una logica alternativa e stringente, si è limitato a proporne una diversa senza giustificarla adeguatamente. Ha omesso di spiegare perché la condotta dei due indagati, pur ritenuta penalmente rilevante per singoli episodi di spaccio collegati al capo dell’organizzazione, non fosse qualificabile come partecipativa al sodalizio stesso. Questa mancanza di un percorso logico-argomentativo completo e coerente costituisce il vizio di motivazione illogica che ha portato all’annullamento.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza del Riesame e ha rinviato il caso per un nuovo giudizio. Questa sentenza ribadisce che un giudice non può decostruire un quadro accusatorio limitandosi a una valutazione parziale degli elementi. È necessario un confronto reale e approfondito con tutte le prove disponibili, fornendo una motivazione completa, non contraddittoria e logicamente coerente. In assenza di ciò, la decisione è viziata e deve essere annullata.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione del Tribunale del Riesame?
La Corte ha annullato la decisione perché la motivazione del Tribunale del Riesame è stata ritenuta “manifestamente illogica”. Il Tribunale ha escluso gli indagati da un’associazione criminale senza fornire una spiegazione coerente e senza confrontarsi adeguatamente con l’insieme delle prove raccolte.

Quale errore ha commesso il Tribunale del Riesame nella sua valutazione?
L’errore principale è stato quello di adottare una visione “parcellizzata e atomistica” delle prove. Ha analizzato gli elementi indiziari in modo isolato, invece di valutarli nel loro complesso, giungendo a una conclusione illogica sulla struttura e sui partecipanti dell’associazione a delinquere.

Cosa succede adesso agli indagati?
Il caso è stato rinviato al Tribunale del Riesame di Venezia per un nuovo giudizio. Un diverso collegio di giudici dovrà riesaminare la questione, tenendo conto dei principi di diritto affermati dalla Corte di Cassazione, in particolare l’obbligo di fornire una motivazione completa e logicamente coerente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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