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Motivazione della pena: quando il ricorso è generico

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso contro una sentenza della Corte d’Appello di Torino. L’imputato contestava la mancata esclusione della recidiva e il trattamento sanzionatorio. La Suprema Corte ha ritenuto i motivi del ricorso generici e aspecifici, in quanto non si confrontavano adeguatamente con la motivazione della sentenza impugnata. In particolare, ha ribadito il principio secondo cui, quando la pena inflitta è molto vicina al minimo edittale, non è necessaria una motivazione dettagliata, essendo sufficiente il richiamo ai criteri generali dell’art. 133 c.p. per giustificare la congruità della sanzione. Il ricorso è stato quindi rigettato con condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Motivazione della pena: quando il richiamo ai criteri di legge è sufficiente

L’ordinanza n. 10261/2024 della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sulla motivazione della pena e sui requisiti di ammissibilità di un ricorso. Spesso, la difesa contesta la congruità della sanzione inflitta, ma per farlo efficacemente è necessario formulare censure specifiche e non generiche. Vediamo perché la Suprema Corte ha dichiarato inammissibile un ricorso, chiarendo i confini dell’obbligo di motivazione per il giudice.

I Fatti del Ricorso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello. La difesa lamentava due aspetti principali: la mancata esclusione della recidiva e una presunta violazione di legge nella determinazione del trattamento sanzionatorio. Secondo il ricorrente, i giudici di merito non avevano adeguatamente giustificato le loro decisioni su questi punti cruciali.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate, ma si ferma a un livello procedurale, ritenendo che i motivi presentati non avessero i requisiti minimi per essere esaminati. Il ricorrente è stato di conseguenza condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: L’Importanza della Specificità nella Motivazione della Pena

L’ordinanza è particolarmente interessante per le ragioni che hanno condotto alla declaratoria di inammissibilità. La Corte ha distinto l’analisi tra i motivi sulla recidiva e quelli sulla quantificazione della pena.

### Genericità dei Motivi e Mancato Confronto

Per quanto riguarda la recidiva, la Cassazione ha osservato che il ricorso era formulato in termini “generici ed aspecifici”. La difesa, infatti, non si era confrontata in modo concreto con le argomentazioni della Corte d’Appello. Quest’ultima aveva giustificato la sua decisione evidenziando una “escalation criminosa specifica ed impressionante” e una “insensibilità dimostrata verso l’effetto deterrente” delle precedenti condanne. Di fronte a una motivazione così strutturata, un ricorso non può limitarsi a una critica generica, ma deve smontare punto per punto il ragionamento del giudice.

### Il Principio sulla Motivazione della Pena Vicina al Minimo

Il punto centrale della decisione riguarda la motivazione della pena. Anche su questo fronte, il ricorso è stato giudicato generico. La Corte ha richiamato un principio consolidato nella sua giurisprudenza: l’obbligo di motivazione sulla congruità della pena si attenua tanto più la sanzione si avvicina al minimo edittale previsto dalla legge.

In altre parole, se il giudice infligge una pena “complessivamente modesta” e molto più vicina al minimo che al massimo, non è tenuto a fornire una giustificazione analitica e dettagliata. In questi casi, il mero richiamo ai “criteri di cui all’art. 133 cod. pen.” (che riguardano la gravità del reato e la capacità a delinquere del reo) è considerato una motivazione sufficiente. Non è necessaria una disamina specifica di ogni elemento, poiché la scelta di una pena mite già implica una valutazione di adeguatezza al fatto.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un insegnamento fondamentale per chiunque intenda impugnare una sentenza penale. Non basta lamentare una pena ritenuta ingiusta; è indispensabile che il ricorso sia specifico, puntuale e che dialoghi criticamente con le argomentazioni della decisione impugnata. Soprattutto, quando la sanzione è contenuta entro limiti vicini al minimo di legge, le possibilità di ottenere un annullamento per vizio di motivazione si riducono drasticamente. La decisione conferma l’ampia discrezionalità del giudice di merito nella commisurazione della pena, a patto che questa si muova entro i binari della ragionevolezza e non si discosti in modo significativo e ingiustificato dai minimi edittali.

Quando un ricorso in Cassazione può essere considerato generico?
Un ricorso è considerato generico quando non si confronta specificamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, ma si limita a riproporre doglianze astratte. Nel caso di specie, il ricorso non ha contestato puntualmente le ragioni fornite dalla Corte d’Appello per giustificare il mantenimento della recidiva, come l'”escalation criminosa”.

È sempre necessaria una motivazione dettagliata per la pena inflitta?
No. Secondo il principio affermato dalla Corte, l’obbligo di fornire una motivazione dettagliata si affievolisce quanto più la pena inflitta si avvicina al minimo previsto dalla legge. Per pene modeste, un semplice richiamo ai criteri dell’art. 133 del Codice Penale è ritenuto sufficiente.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità impedisce l’esame nel merito del ricorso. La sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, come in questo caso, di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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