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Motivazione della pena: quando è sufficiente?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per mancata motivazione della pena in un caso di stupefacenti. La Corte ha ribadito che, quando la sanzione è inferiore alla media edittale, è sufficiente una motivazione sintetica che richiami la gravità dei fatti o i criteri dell’art. 133 c.p., senza necessità di un’analisi dettagliata. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Motivazione della pena: La Cassazione chiarisce i limiti dell’obbligo del Giudice

La motivazione della pena rappresenta un pilastro fondamentale del nostro sistema giudiziario, garantendo che ogni decisione sia fondata su criteri logici e legali, e non sull’arbitrio. Tuttavia, qual è il livello di dettaglio richiesto al giudice nel giustificare la quantità di pena inflitta? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata sul tema, offrendo chiarimenti cruciali, specialmente per le pene contenute entro limiti ragionevoli.

I Fatti del Caso

Il caso in esame ha origine dal ricorso di un individuo condannato per un reato in materia di sostanze stupefacenti. L’imputato lamentava una carenza di motivazione da parte della Corte d’Appello riguardo alla determinazione della pena. A suo avviso, i giudici non avevano spiegato adeguatamente le ragioni che li avevano portati a stabilire quella specifica sanzione, violando così il suo diritto a una decisione pienamente giustificata.

La Decisione della Corte e la motivazione della pena

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile. Secondo gli Ermellini, la motivazione fornita dalla Corte d’Appello, sebbene sintetica, era pienamente sufficiente e legittima. I giudici di secondo grado avevano definito la pena ‘adeguata’ alla ‘reale gravità dei fatti’ e ‘conforme ai criteri indicati nell’art. 133 c.p.’, che elenca i parametri per la commisurazione della pena (gravità del reato, capacità a delinquere del reo).

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha colto l’occasione per ribadire un principio giurisprudenziale consolidato. L’obbligo di una motivazione della pena specifica, dettagliata e analitica sorge principalmente quando il giudice decide di irrogare una sanzione di gran lunga superiore alla media edittale, ovvero la media tra il minimo e il massimo previsti dalla legge per quel reato. In questi casi, è necessario spiegare in modo approfondito perché si è scelta una pena così severa.

Al contrario, quando la pena inflitta è inferiore o vicina a tale media, il giudice può adempiere al suo obbligo di motivazione anche con espressioni più concise. Formule come ‘pena congrua’, ‘pena equa’ o il semplice richiamo alla gravità del reato o ai criteri generali dell’art. 133 c.p. sono considerate sufficienti a dare conto dell’iter logico seguito. Nel caso di specie, la pena era inferiore al medio edittale, rendendo quindi legittima la motivazione sintetica adottata dalla Corte d’Appello.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia conferma che non sempre è possibile contestare con successo la quantificazione della pena basandosi su una presunta genericità della motivazione. Per le difese, ciò significa che un’impugnazione su questo punto ha concrete possibilità di successo solo quando la pena è palesemente sproporzionata ed eccessiva rispetto alla media, e il giudice non ha fornito una giustificazione robusta. Per il sistema giudiziario, questo principio garantisce un equilibrio tra il diritto dell’imputato a una decisione motivata e l’esigenza di economia processuale, evitando che i giudici debbano redigere trattati per giustificare pene ritenute eque e proporzionate.

È sempre necessaria una motivazione dettagliata per la quantità della pena inflitta?
No, secondo la Corte di Cassazione. Una motivazione specifica e dettagliata è richiesta soltanto se la pena irrogata è di gran lunga superiore alla misura media prevista dalla legge per quel reato.

Quali espressioni sono considerate sufficienti per motivare una pena inferiore alla media?
Sono considerate sufficienti espressioni sintetiche come ‘pena congrua’, ‘pena equa’, ‘congruo aumento’ o il semplice richiamo alla ‘reale gravità dei fatti’ e ai criteri generali dell’art. 133 del codice penale.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso per colpa?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile e si ravvisano profili di colpa nella sua proposizione, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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