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Motivazione della pena: quando è sufficiente?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso, chiarendo che una dettagliata motivazione della pena non è necessaria quando la sanzione è fissata al minimo edittale, con concessione delle attenuanti. L’ordinanza ribadisce l’ampia discrezionalità del giudice di merito nel graduare la pena, ritenendo sufficienti espressioni come ‘pena congrua’ in tali circostanze.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Motivazione della pena: la discrezionalità del giudice secondo la Cassazione

La determinazione della giusta pena è uno dei compiti più delicati del giudice. Ma fino a che punto deve spingersi la motivazione della pena per essere considerata adeguata? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata su questo tema cruciale, ribadendo i confini della discrezionalità del giudice di merito e i casi in cui una giustificazione sintetica è più che sufficiente. Analizziamo insieme questa pronuncia per capire meglio i principi applicati.

I Fatti del Caso: Un Ricorso per Carenza di Motivazione

Il caso nasce dal ricorso di un imputato, condannato in primo e secondo grado alla pena di un mese di arresto per due reati commessi in violazione del D.Lgs. 159/2011. L’imputato, attraverso il suo difensore, ha lamentato davanti alla Corte di Cassazione una violazione di legge e un vizio di motivazione. A suo dire, la Corte d’Appello aveva determinato la pena senza applicare correttamente i criteri dell’art. 133 del codice penale, omettendo di valutare la sua personalità, i motivi del reato e la condotta successiva.

La Decisione della Corte sulla Motivazione della Pena

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. Secondo gli Ermellini, la Corte d’Appello aveva, al contrario, fornito una motivazione sufficiente. La decisione si basava su tre elementi chiave:
1. Pena-base al minimo: La pena di partenza era stata fissata nel minimo previsto dalla legge.
2. Attenuanti generiche: Erano state concesse le attenuanti generiche nella loro massima estensione possibile.
3. Aumento modesto: L’aumento di pena per il secondo reato (il cosiddetto ‘reato satellite’) era stato molto contenuto.

La Corte territoriale aveva inoltre specificato l’assenza di elementi positivi che potessero giustificare un’ulteriore riduzione della pena. Di fronte a un trattamento sanzionatorio così mite, la Cassazione ha ritenuto che non fosse necessaria una spiegazione più analitica.

Le Motivazioni: I Principi Consolidati sulla Discrezionalità del Giudice

La Suprema Corte ha colto l’occasione per richiamare i suoi principi consolidati in materia di motivazione della pena. La graduazione della sanzione rientra nella piena discrezionalità del giudice di merito. Per adempiere al suo obbligo di motivazione, è sufficiente che il giudice dia conto dei criteri utilizzati, anche con espressioni sintetiche come ‘pena congrua’ o ‘pena equa’, oppure facendo riferimento alla gravità del reato.

Una spiegazione specifica e dettagliata del ragionamento seguito diventa necessaria solo in un caso preciso: quando la pena inflitta è di gran lunga superiore alla misura media di quella prevista dalla legge. Al di sotto di questa soglia, e a maggior ragione quando la pena è vicina al minimo, il giudice non è tenuto a fornire una giustificazione analitica per ogni scelta effettuata.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza conferma un orientamento giurisprudenziale stabile e offre importanti indicazioni pratiche. Un ricorso basato esclusivamente sulla presunta carenza di motivazione di una pena lieve o fissata al minimo edittale ha scarsissime probabilità di successo. La Corte di Cassazione non intende sostituirsi al giudice di merito nella valutazione discrezionale sulla quantificazione della pena, a meno che non emerga una palese illogicità o una violazione di legge. Per gli operatori del diritto, ciò significa che le censure sulla determinazione della pena devono essere supportate da argomenti solidi che dimostrino un’irragionevolezza manifesta da parte del giudice, e non una mera divergenza di valutazione.

Quando il giudice deve fornire una motivazione dettagliata per la pena che impone?
Secondo la Corte, una motivazione specifica e dettagliata è necessaria soltanto quando la pena inflitta è di gran lunga superiore alla misura media prevista dalla legge per quel reato.

È sufficiente che il giudice definisca la pena ‘congrua’ o ‘equa’ per motivarla?
Sì, per la Corte di Cassazione tali espressioni sono sufficienti per assolvere all’obbligo di motivazione, specialmente quando la sanzione si attesta su livelli minimi o inferiori alla media edittale, poiché ciò rientra nella discrezionalità del giudice di merito.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Come stabilito nel provvedimento, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, 3.000 euro) in favore della Cassa delle ammende, a meno che non dimostri di aver proposto il ricorso senza colpa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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