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Motivazione della pena: quando è implicita e valida

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 23058/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso riguardante la motivazione della pena. La Corte ha ribadito che una motivazione implicita o sintetica è sufficiente, purché non sia arbitraria o illogica. Nel caso specifico, il giudice di merito aveva adeguatamente giustificato la propria decisione, rendendo impossibile la censura in sede di legittimità.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Motivazione della Pena: La Cassazione e i Limiti del Controllo sulla Decisione del Giudice

La determinazione della giusta pena è uno dei compiti più delicati del giudice. Ma fino a che punto la sua decisione può essere criticata in sede di legittimità? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un’importante lezione sulla motivazione della pena, chiarendo quando una giustificazione sintetica o addirittura implicita può essere considerata sufficiente e legittima.

I Fatti del Caso: Un Ricorso Contro la Quantificazione della Pena

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Perugia, che ne aveva confermato la responsabilità penale. L’oggetto della contestazione non era la colpevolezza in sé, ma la determinazione del trattamento sanzionatorio. Il ricorrente lamentava, in sostanza, che i giudici d’appello non avessero adeguatamente motivato la quantificazione della pena e il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche in misura prevalente.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La Corte ha stabilito che la decisione impugnata era sorretta da un apparato argomentativo coerente e completo, che soddisfaceva pienamente l’obbligo di motivazione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000,00 euro a favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale in caso di inammissibilità del ricorso.

Le Motivazioni: Perché la motivazione della pena è stata ritenuta valida?

La Suprema Corte ha colto l’occasione per ribadire alcuni principi consolidati nella sua giurisprudenza riguardo al sindacato di legittimità sulla dosimetria della pena. Il punto centrale della decisione risiede nella distinzione tra un riesame del merito, precluso alla Cassazione, e un controllo sulla logicità della motivazione.

La Corte ha specificato che:

1. La Motivazione Implicita è Ammessa: La giurisprudenza ammette pacificamente la cosiddetta motivazione implicita o l’uso di formule sintetiche (come “si ritiene congrua”) per giustificare la pena inflitta. Non è sempre necessario un’analisi dettagliata di ogni singolo elemento considerato dal giudice.

2. Censurabilità solo per Arbitrio o Illogicità: Una decisione sulla pena può essere contestata in Cassazione solo quando è frutto di “mero arbitrio o ragionamento illogico”. Non è sufficiente che l’imputato non condivida la valutazione del giudice; è necessario dimostrare che tale valutazione sia manifestamente irragionevole o priva di fondamento logico.

Nel caso specifico, i giudici di legittimità hanno osservato che la Corte d’Appello aveva motivatamente spiegato l’assenza di elementi favorevoli tali da giustificare la prevalenza delle attenuanti generiche. Questa valutazione, essendo basata sul merito e non apparendo illogica, non poteva essere riesaminata in sede di Cassazione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche sulla motivazione della pena

L’ordinanza in esame conferma un orientamento giurisprudenziale rigoroso: contestare la quantificazione della pena in Cassazione è un’impresa ardua. Per avere successo, non basta sostenere che la pena sia eccessiva, ma è indispensabile dimostrare un vizio logico palese nel ragionamento del giudice di merito. Questa pronuncia serve da monito: la motivazione della pena, seppur sintetica, è sufficiente quando permette di ricostruire l’iter logico seguito dal giudice e non sconfina nell’arbitrio. La valutazione degli elementi fattuali e delle circostanze del reato rimane una prerogativa insindacabile del giudice di merito, a patto che sia esercitata con coerenza e razionalità.

Quando è possibile contestare in Cassazione la motivazione della pena decisa da un giudice?
È possibile contestarla solo quando la decisione sia frutto di mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico, e non semplicemente perché si ritiene la pena troppo severa.

Una motivazione ‘implicita’ o sintetica per la determinazione della pena è considerata valida?
Sì, la giurisprudenza della Suprema Corte ammette che la motivazione possa essere implicita o espressa con formule sintetiche, come ‘si ritiene congrua’, purché non sia arbitraria.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, a titolo di sanzione pecuniaria, a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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