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Motivazione confisca: obbligatoria anche nel patteggiamento

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di patteggiamento limitatamente alla parte in cui disponeva la confisca di una somma di denaro. Il caso riguardava una condanna per detenzione di stupefacenti. La Corte ha stabilito che la confisca, anche nel rito del patteggiamento, richiede una motivazione specifica da parte del giudice, che deve valutare i presupposti di legge, come la sproporzione tra i beni e il reddito dell’imputato. L’assenza totale di motivazione sulla confisca costituisce una violazione di legge.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Motivazione Confisca: La Cassazione Conferma l’Obbligo Anche nel Patteggiamento

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale del diritto penale e processuale: la motivazione della confisca è un obbligo per il giudice, anche quando si procede con un rito speciale come il patteggiamento. La decisione annulla parzialmente una condanna, proprio perché il giudice di merito aveva disposto la confisca di una somma di denaro senza fornire alcuna spiegazione a sostegno di tale misura.

I Fatti del Caso: Patteggiamento per Droga e Confisca del Denaro

Il caso ha origine da un procedimento penale a carico di un individuo per il reato di detenzione di sostanze stupefacenti, specificamente poco meno di 6 grammi di cocaina. L’imputato e il Pubblico Ministero avevano raggiunto un accordo per l’applicazione di una pena (c.d. patteggiamento), successivamente ratificato dal Giudice per le indagini preliminari.

Oltre alla pena concordata, il giudice aveva disposto la confisca e la distruzione di quanto sequestrato, inclusa una somma di 335,00 euro rinvenuta durante la perquisizione. L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione, contestando esclusivamente la legittimità della confisca del denaro, sostenendo che il provvedimento fosse del tutto privo di motivazione.

La Decisione della Cassazione e la Necessaria Motivazione della Confisca

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno evidenziato come il giudice di primo grado, nel disporre la confisca della somma sequestrata, non avesse espresso alcuna valutazione sui presupposti necessari per l’applicazione di tale misura. Questa omissione si traduce in una violazione di legge e in un vizio di motivazione.

Il Principio Giuridico: Confisca e Patteggiamento

La Corte ha richiamato un principio ormai consolidato (jus receptum): la sinteticità della motivazione, tipica della sentenza di patteggiamento, non può estendersi all’applicazione di misure di sicurezza come la confisca, specialmente quella prevista dall’art. 240-bis del codice penale.

Questo articolo prevede la confisca obbligatoria di denaro, beni o altre utilità di cui il condannato non possa giustificare la provenienza e di cui, anche per interposta persona, risulti essere titolare o avere la disponibilità a qualsiasi titolo in valore sproporzionato al proprio reddito o alla propria attività economica. Tale norma si applica anche ai reati in materia di stupefacenti grazie al richiamo dell’art. 85-bis del d.P.R. 309/1990.

Le Motivazioni della Corte

La Cassazione ha chiarito che il giudice, anche nel contesto di un patteggiamento, ha l’obbligo di motivare le ragioni della confisca. Nello specifico, deve spiegare:

1. Perché non ritiene attendibili le eventuali giustificazioni fornite dall’imputato sulla provenienza del denaro o dei beni.
2. L’esistenza di una sproporzione tra il valore dei beni confiscati e il reddito dichiarato o l’attività economica svolta dall’imputato.

L’assenza di tale percorso argomentativo rende illegittima la misura ablativa, poiché impedisce di verificare se i presupposti di legge per la sua applicazione siano stati effettivamente accertati. Nel caso di specie, la mancanza totale di motivazione ha portato all’annullamento della sentenza limitatamente a questo punto, con rinvio al Tribunale per un nuovo giudizio che dovrà colmare tale lacuna.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia rafforza le garanzie difensive anche nei procedimenti speciali. Stabilisce con chiarezza che l’accordo tra accusa e difesa sulla pena non può tradursi in un’automatica applicazione di misure patrimoniali invasive come la confisca. Il giudice mantiene un ruolo di garante della legalità e deve sempre esercitare un controllo effettivo, esplicitando le ragioni delle sue decisioni. Per gli operatori del diritto, ciò significa che l’atto di impugnazione contro una confisca non motivata ha elevate probabilità di successo, costringendo il giudice del rinvio a una valutazione più approfondita e rispettosa dei criteri di legge.

È possibile confiscare il denaro trovato addosso a una persona condannata per detenzione di stupefacenti con patteggiamento?
Sì, è possibile, ma solo se ricorrono le condizioni previste dalla legge, in particolare dall’art. 240-bis del codice penale. Il giudice deve accertare e motivare l’esistenza di una sproporzione tra la somma di denaro e il reddito o l’attività economica dell’imputato.

Il giudice che applica la pena su richiesta delle parti (patteggiamento) deve motivare la confisca?
Sì, assolutamente. La Corte di Cassazione ha stabilito che la sinteticità della motivazione tipica del patteggiamento non si estende alla confisca. Il giudice ha l’obbligo di motivare specificamente le ragioni per cui ritiene sussistenti i presupposti per disporre la misura.

Cosa succede se la sentenza di patteggiamento dispone la confisca senza alcuna motivazione?
La sentenza è viziata per violazione di legge e può essere annullata su questo punto dalla Corte di Cassazione. Come nel caso di specie, la Corte annulla la statuizione sulla confisca e rinvia il caso a un altro giudice per un nuovo esame che dovrà essere corredato da un’adeguata motivazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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