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Motivazione apparente: Cassazione annulla dissequestro

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di dissequestro di beni relativi a presunti abusi edilizi. La decisione del Tribunale del Riesame è stata ritenuta viziata da motivazione apparente, poiché si basava sul generico affidamento del cittadino in un quadro normativo “intricato”, senza però analizzare le leggi specifiche né giustificare concretamente tale affidamento. La Corte ha rinviato il caso per un nuovo esame.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Motivazione Apparente: La Cassazione Annulla il Dissequestro di un Cantiere

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 5541 del 2025, offre un importante chiarimento sui requisiti di una valida motivazione giudiziaria, censurando duramente il vizio della motivazione apparente. Il caso riguardava il dissequestro di beni legati a presunti abusi edilizi, concesso dal Tribunale del Riesame sulla base del presunto affidamento dei cittadini in un quadro normativo definito “intricato”. La Suprema Corte ha annullato tale decisione, sottolineando come un giudice non possa sottrarsi al dovere di analizzare e interpretare le norme.

I Fatti del Caso

Il procedimento nasceva dal sequestro di cantieri e immobili di proprietà di una società e in locazione a un’altra, nell’ambito di un’indagine per reati di abuso edilizio. Gli interessati avevano presentato istanza di dissequestro, rigettata in prima battuta dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP). Successivamente, il Tribunale del Riesame, in sede di appello, aveva accolto le loro ragioni, ordinando la restituzione dei beni.

La decisione del Riesame si fondava principalmente su due pilastri: la complessità e la scarsa chiarezza delle norme urbanistiche applicabili e, di conseguenza, la tutela dell’affidamento riposto dai cittadini. Secondo il Tribunale, gli indagati avrebbero agito in buona fede, confidando in una situazione di apparente legittimità. A sostegno di questa tesi, veniva citata anche una richiesta di pagamento di diritti di segreteria da parte del Comune per una pratica di sanatoria avviata dagli stessi interessati.

Il Procuratore della Repubblica ha impugnato questa ordinanza dinanzi alla Corte di Cassazione, denunciandone l’illogicità e la carenza di motivazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente il ricorso del Procuratore, annullando con rinvio l’ordinanza del Tribunale del Riesame. I giudici di legittimità hanno ritenuto che la decisione impugnata fosse viziata da una motivazione apparente, ovvero una motivazione che, pur essendo formalmente presente, non fornisce una reale spiegazione delle ragioni giuridiche alla base del provvedimento.

Secondo la Corte, il Tribunale del Riesame ha eluso il proprio compito fondamentale: quello di esaminare e interpretare il quadro normativo di riferimento per verificare la legittimità o meno delle opere edilizie contestate. Invece di adempiere a questo dovere, si è rifugiato dietro la generica affermazione di un “quadro normativo intricato”, senza però specificare quali norme fossero poco chiare e perché.

Le Motivazioni: Il Vizio della Motivazione Apparente

Il cuore della sentenza risiede nella critica mossa al ragionamento del giudice del riesame. La Corte Suprema ha evidenziato come non sia sufficiente evocare il principio dell’affidamento del cittadino per giustificare una decisione, ma sia necessario illustrare concretamente le ragioni del suo fondamento e la sua prevalenza sulle disposizioni di legge.

Nello specifico, la Cassazione ha sottolineato i seguenti punti critici:

1. Mancata Analisi Normativa: Il Tribunale ha rinunciato a interpretare le leggi, anche se ritenute complesse, venendo meno al suo ruolo di iudex peritus peritorum (il giudice è il perito dei periti).
2. Affidamento non Dimostrato: Non è stato spiegato perché una semplice richiesta di pagamento di diritti di segreteria da parte del Comune dovesse generare un legittimo affidamento sull’accoglimento dell’istanza di sanatoria. Anzi, la presentazione stessa di una domanda di sanatoria implica il riconoscimento di un’irregolarità preesistente.
3. Assenza di Dettagli sulla Sanatoria: Il provvedimento non chiariva se un atto di sanatoria fosse mai stato effettivamente emesso, né quale fosse il suo contenuto o fondamento normativo.

In sostanza, la motivazione del Tribunale è stata giudicata una formula di stile, incapace di sostenere logicamente la decisione di dissequestro.

Conclusioni: L’Importanza di una Motivazione Concreta

Questa pronuncia ribadisce un principio cardine dello stato di diritto: ogni provvedimento giurisdizionale deve essere sorretto da una motivazione reale, effettiva e comprensibile, che dia conto del percorso logico-giuridico seguito dal giudice. Non ci si può limitare a formule generiche o a concetti astratti come “normativa intricata” per disapplicare la legge. La tutela dell’affidamento del cittadino è un principio importante, ma non può diventare un pretesto per evitare l’analisi rigorosa delle norme. Il giudice ha il dovere di “sciogliere i nodi” della complessità normativa, non di usarla come scudo per non decidere. Il rinvio al Tribunale di Livorno impone ora un nuovo esame che entri nel merito delle questioni legali, fornendo finalmente una motivazione concreta e giuridicamente fondata.

Cosa si intende per ‘motivazione apparente’ in una sentenza?
Si tratta di una motivazione che, sebbene esista formalmente, è così generica, illogica o contraddittoria da non spiegare le reali ragioni della decisione. In questo caso, il Tribunale si è limitato a definire le norme ‘intricate’ senza analizzarle, rendendo la sua motivazione solo apparente e, quindi, nulla.

L’affidamento del cittadino in una normativa complessa può giustificare un illecito?
Secondo la Corte di Cassazione, no. Il principio dell’affidamento non può essere invocato in modo generico per superare disposizioni di legge. Il giudice deve spiegare in modo concreto perché tale affidamento sia legittimo e perché debba prevalere sulla norma violata, un’analisi che nel caso di specie è mancata.

La richiesta di pagamento di diritti di segreteria per una sanatoria equivale a un suo accoglimento?
No. La Corte ha chiarito che la mera richiesta di pagamento di oneri amministrativi non dimostra un’anticipata comunicazione di accoglimento dell’istanza. Anzi, il fatto stesso di presentare una domanda di sanatoria costituisce un’ammissione dell’esistenza di un’irregolarità da sanare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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