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Morte dell’imputato: Cassazione annulla la sentenza

Un uomo, condannato in appello per tentato omicidio e altri reati, ricorre in Cassazione. Durante il giudizio di legittimità, l’imputato decede. La Corte di Cassazione, accogliendo la richiesta del Procuratore Generale, statuisce che la morte dell’imputato determina l’estinzione dei reati. Di conseguenza, la Corte annulla senza rinvio la sentenza di condanna, identificando questa come la formula procedurale più corretta per chiudere definitivamente il processo in tali circostanze.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Morte dell’Imputato: La Cassazione Annulla la Sentenza Impugnata

Un principio cardine del nostro ordinamento penale stabilisce che la responsabilità penale è personale. Ma cosa accade quando l’imputato scompare fisicamente durante lo svolgimento del processo? La morte dell’imputato è un evento che interrompe il corso della giustizia, portando all’estinzione del reato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 5818 del 2024, offre un chiaro spaccato sulla corretta formula procedurale da adottare in questi casi, ponendo fine al giudizio con l’annullamento della sentenza di condanna.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una condanna emessa dalla Corte d’Appello di Napoli. L’imputato era stato ritenuto responsabile, in continuazione, dei reati di tentato omicidio aggravato, resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo di un coltello a serramanico. A seguito della condanna alla pena di tre anni, un mese e venti giorni di reclusione, la difesa aveva proposto ricorso per cassazione, contestando la valutazione delle prove e la qualificazione giuridica dei fatti.

L’Evento Interruttivo: La Morte dell’Imputato Durante il Ricorso

Il normale iter del processo di legittimità è stato interrotto da un evento irrevocabile: il decesso del ricorrente, avvenuto il 2 maggio 2023. Tale circostanza, debitamente attestata, ha mutato radicalmente lo scenario processuale. Il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, nella sua requisitoria scritta, ha infatti concluso chiedendo l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata, proprio in ragione dell’estinzione dei reati per la morte dell’imputato.

La Decisione della Corte di Cassazione: Annullamento Senza Rinvio

La Suprema Corte ha accolto la richiesta del Procuratore Generale, registrando l’intervenuto decesso e dichiarando l’immediata estinzione dei reati contestati. La parte più interessante della pronuncia risiede nell’analisi della formula giuridica da adottare.

Le Motivazioni della Scelta Processuale

La Corte chiarisce che, sebbene in giurisprudenza esistano diverse formule per gestire un caso di morte dell’imputato (come la dichiarazione di improcedibilità o di inammissibilità del ricorso), la soluzione preferibile è l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata, ai sensi dell’art. 620, lett. a), del codice di procedura penale.

Le motivazioni sono le seguenti:
1. Dissoluzione del Rapporto Processuale: La morte del soggetto processuale fa venir meno il rapporto stesso su cui si fonda il giudizio. Il provvedimento non ha più un destinatario nei cui confronti produrre effetti.
2. Impossibilità del Contraddittorio: Qualsiasi altra forma di provvedimento richiederebbe, anche solo potenzialmente, un contraddittorio che è ormai diventato impossibile. La fine del processo deve essere dichiarata nella forma più definitiva e liquidatoria possibile.
3. Preclusione di un Giudizio di Merito: Tale formula, accompagnata dalla causale dell’estinzione del reato, preclude ogni eventuale pronuncia di proscioglimento nel merito ai sensi dell’art. 129, comma 2, c.p.p. La Corte specifica che, essendo il rapporto processuale estinto, non può più esserci una valutazione sulla fondatezza dell’accusa. In ogni caso, la sentenza sottolinea che, nel caso di specie, le prove a carico dell’imputato (dichiarazioni della persona offesa e di testimoni oculari) erano solide, escludendo l’evidenza di una possibile assoluzione.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: con la morte del reo, cessa la pretesa punitiva dello Stato. Il compito del giudice, in questo caso la Corte di Cassazione, è quello di prenderne atto e chiudere il procedimento nel modo tecnicamente più corretto. La scelta dell’annullamento senza rinvio non è una mera formalità, ma la soluzione giuridica che meglio rispecchia la definitiva cessazione del rapporto processuale, garantendo la certezza del diritto e impedendo la prosecuzione di un giudizio ormai privo del suo protagonista principale.

Cosa succede a una condanna penale se l’imputato muore durante il ricorso in Cassazione?
I reati per cui è stato condannato si estinguono. Di conseguenza, la Corte di Cassazione annulla la sentenza di condanna senza disporre un nuovo giudizio, ponendo fine al procedimento.

Perché la Corte annulla la sentenza invece di dichiarare semplicemente il ricorso inammissibile?
La Corte sceglie la formula dell’annullamento senza rinvio perché è quella che meglio riflette la dissoluzione del rapporto processuale. La morte dell’imputato estingue il reato e fa venir meno il soggetto stesso del giudizio, rendendo l’annullamento della decisione precedente l’atto conclusivo più adeguato e definitivo.

La Corte può assolvere un imputato deceduto se ritiene che fosse innocente?
No. Secondo questa sentenza, una volta avvenuto il decesso, il rapporto processuale è estinto e non è più possibile una pronuncia di proscioglimento nel merito (assoluzione). La formula dell’annullamento per estinzione del reato a causa della morte del reo preclude questa possibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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