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Molestie telefoniche: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo condannato per il reato di molestie telefoniche. La condanna, basata su un solido quadro di prove indiziarie, è stata confermata. La Corte ha rigettato le eccezioni procedurali relative al legittimo impedimento del difensore e ha stabilito che la reiterazione delle chiamate esclude l’applicazione di cause di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Molestie Telefoniche: La Cassazione Conferma la Condanna Basata su Prove Indiziarie

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 1211 del 2024, ha affrontato un caso di molestie telefoniche, confermando la condanna di un individuo e dichiarando il suo ricorso inammissibile. La decisione offre importanti spunti sulla valutazione delle prove indiziarie, sui requisiti per il legittimo impedimento del difensore e sui limiti all’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

I Fatti: Il Contesto del Caso di Molestie Telefoniche

Un cliente di una società di giochi online, dopo aver inviato una serie di email offensive al servizio di assistenza, ha iniziato a effettuare numerose telefonate moleste. Le chiamate, inizialmente anonime, sono state poi effettuate da un’utenza telefonica intestata all’uomo. Durante le conversazioni, l’interlocutore pronunciava ingiurie verso gli operatori del call center, ostacolando il loro lavoro. A seguito della denuncia-querela presentata dai dipendenti, l’uomo è stato condannato in primo grado e in appello per il reato di cui all’art. 660 del codice penale (Molestia o disturbo alle persone).

Le Questioni Giuridiche Affrontate nel Ricorso

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su tre motivi principali:
1. Violazione di legge processuale: Si lamentava la nullità del processo di primo grado a causa del rigetto di un’istanza di rinvio presentata dal suo avvocato per un concomitante impegno professionale.
2. Vizio di motivazione sulla prova: Si contestava la mancanza di prove certe sull’identità dell’autore delle telefonate e sul loro numero esatto, suggerendo che altri avrebbero potuto utilizzare il suo telefono.
3. Mancata applicazione di benefici: Si criticava il diniego della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) e delle attenuanti generiche.

La Decisione della Corte di Cassazione sulle Molestie Telefoniche

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. Vediamo nel dettaglio le ragioni che hanno portato a questa conclusione.

Sulla Prova delle Molestie Telefoniche

La Corte ha stabilito che la responsabilità dell’imputato era stata correttamente affermata sulla base di un quadro indiziario solido e concordante. Gli elementi valorizzati erano:
– L’utenza telefonica da cui partivano le chiamate era intestata all’imputato.
– Il numero di telefono era associato al suo conto gioco presso la società.
– Il telefono è stato ritrovato presso la sua abitazione durante una perquisizione.

I giudici hanno ritenuto le ipotesi alternative proposte dalla difesa (come l’hackeraggio del telefono o l’utilizzo da parte di familiari) come mere congetture, non supportate da alcun elemento concreto. La Cassazione ha ribadito che il suo ruolo non è quello di rivalutare i fatti, ma di verificare la logicità e la coerenza della motivazione della sentenza impugnata, che in questo caso era esente da vizi.

Sul Legittimo Impedimento del Difensore

Anche il motivo procedurale è stato respinto. La Corte ha sottolineato che la richiesta di rinvio per legittimo impedimento del difensore deve essere tempestiva e adeguatamente documentata. Nel caso di specie, l’istanza era stata presentata solo un giorno prima dell’udienza e la documentazione allegata (un’attestazione della cancelleria con la dicitura “visto per la verità”) è stata giudicata inidonea a provare l’effettiva impossibilità di partecipare.

Sul Diniego delle Attenuanti e della Causa di Non Punibilità

Infine, la Corte ha considerato infondate le censure relative alla mancata concessione di benefici. La causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è stata esclusa a causa della reiterazione delle condotte, un elemento che per legge osta all’applicazione di tale istituto. Allo stesso modo, le attenuanti generiche sono state negate in ragione della gravità e della persistenza del comportamento molesto, elementi che il giudice può ritenere prevalenti rispetto all’incensuratezza dell’imputato.

Le Motivazioni

La decisione della Corte di Cassazione si fonda su principi consolidati del diritto processuale e penale. In primo luogo, viene ribadito il principio secondo cui il giudizio di legittimità non può trasformarsi in un terzo grado di merito. Il ricorso che mira a una diversa lettura degli elementi di fatto, senza individuare un vizio logico manifesto nella motivazione, è inammissibile. In secondo luogo, vengono delineati con rigore i requisiti per il rinvio del processo per impedimento del difensore, sottolineando gli oneri di tempestività e di prova documentale a suo carico. Infine, la Corte conferma che la valutazione per la concessione delle attenuanti generiche e per l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. è ampiamente discrezionale e si basa su un’analisi complessiva del fatto, in cui la gravità e la reiterazione della condotta assumono un peso decisivo.

Le Conclusioni

Questa sentenza riafferma che per integrare il reato di molestie telefoniche non è necessaria una prova diretta, ma possono bastare prove indiziarie gravi, precise e concordanti che, lette nel loro insieme, conducano logicamente a identificare l’autore del reato. Inoltre, evidenzia l’importanza del rispetto delle regole procedurali: le istanze difensive, come quelle di rinvio, devono essere supportate da motivazioni serie e documentazione adeguata per poter essere accolte. Infine, la decisione serve da monito sul fatto che comportamenti insistenti e petulanti, anche se non causano un danno fisico, costituiscono un reato e difficilmente possono beneficiare di clemenza quando manifestano una particolare ostinazione.

Quando le prove indiziarie sono sufficienti per una condanna per molestie telefoniche?
Secondo la sentenza, le prove indiziarie sono sufficienti quando sono gravi, precise e concordanti. Nel caso specifico, l’intestazione dell’utenza telefonica, il suo collegamento a un conto gioco dell’imputato e il ritrovamento del dispositivo presso la sua abitazione sono stati ritenuti elementi sufficienti a fondare la condanna, escludendo ipotesi alternative come mere congetture.

Quali requisiti deve avere la richiesta di rinvio di un avvocato per legittimo impedimento?
La richiesta di rinvio per legittimo impedimento deve essere comunicata prontamente e deve essere documentata in modo idoneo. La sola attestazione di una cancelleria con la dicitura “visto per la verità” su un’istanza non è stata ritenuta sufficiente a dimostrare l’impegno professionale concomitante e a giustificare il rinvio.

La reiterazione delle telefonate moleste impedisce di riconoscere la particolare tenuità del fatto?
Sì. La Corte ha confermato che la reiterazione delle condotte moleste è un elemento che osta all’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis del codice penale, in quanto il comportamento assume i tratti dell’abitualità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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