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Modifica imputazione: il PM può agire fino alla fine

In un caso di furto, il Tribunale aveva dichiarato l’improcedibilità per mancanza di querela, ignorando la richiesta del PM di modificare l’imputazione con un’aggravante che avrebbe reso il reato procedibile d’ufficio. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, affermando che il potere di modifica dell’imputazione spetta al PM fino alla chiusura del dibattimento. Il giudice non può anticipare il giudizio, negando tale facoltà, perché violerebbe il principio del contraddittorio e limiterebbe illegittimamente i poteri dell’accusa.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Modifica Imputazione: la Cassazione Conferma il Pieno Potere del PM in Dibattimento

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10659 del 2024, ha affrontato un’importante questione procedurale riguardante i poteri del Pubblico Ministero. La pronuncia stabilisce che la facoltà di modifica dell’imputazione può essere esercitata durante tutto il dibattimento, anche quando sembra mancare una condizione di procedibilità come la querela. Il giudice non può anticipare la chiusura del processo, precludendo l’esercizio di tale potere, poiché ciò lederebbe il principio del contraddittorio.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da un procedimento per furto aggravato a carico di due imputati. A seguito della cosiddetta “Riforma Cartabia” (D.Lgs. 150/2022), il reato di furto è diventato procedibile a querela. Nel caso di specie, la persona offesa non aveva sporto querela entro il termine transitorio previsto dalla nuova normativa.

Durante l’udienza dibattimentale, il Pubblico Ministero (PM) aveva chiesto di modificare l’imputazione, contestando un’ulteriore circostanza aggravante (quella prevista dall’art. 625, comma 1, n. 7 c.p.) che avrebbe reso il reato procedibile d’ufficio, superando così l’ostacolo della mancata querela.

Tuttavia, il Tribunale di Siracusa rigettava la richiesta e pronunciava immediatamente una sentenza di non doversi procedere. Secondo il giudice di primo grado, una volta scaduto il termine per la querela, il reato era già divenuto improcedibile e, di conseguenza, non esisteva più un processo valido all’interno del quale il PM potesse esercitare il suo potere di modifica.

La Questione Giuridica: I Limiti al Potere di Modifica dell’Imputazione

Il ricorso della Procura presso la Corte di Cassazione si è incentrato su un punto cruciale: può un giudice dichiarare l’improcedibilità del reato, impedendo di fatto al PM di effettuare una modifica dell’imputazione che sanerebbe proprio quella carenza procedurale?

La difesa del Tribunale si basava su un’interpretazione rigida dell’art. 129 c.p.p., che impone al giudice di dichiarare immediatamente le cause di non punibilità. Al contrario, la Procura sosteneva che i poteri di contestazione suppletiva, previsti dagli artt. 516 e 517 c.p.p., non sono soggetti a preclusioni temporali durante la fase dibattimentale e non possono essere vanificati da una declaratoria anticipata di improcedibilità.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del PM, annullando la sentenza impugnata e rinviando il processo per un nuovo giudizio. Le motivazioni della decisione sono chiare e fondate su principi cardine del processo penale.

1. Ampiezza del Potere del PM: La Cassazione ha ribadito che il potere del PM di modificare l’imputazione e contestare nuove circostanze aggravanti non è soggetto a limiti temporali specifici, se non quello della chiusura dell’istruttoria dibattimentale. Tale potere non dipende né da nuove emergenze probatorie, potendo basarsi anche su una riconsiderazione degli atti già esistenti, né dall’autorizzazione del giudice.

2. Violazione del Principio del Contraddittorio: La decisione del Tribunale di pronunciare immediatamente la sentenza di non doversi procedere, senza consentire al PM di formalizzare la nuova contestazione, ha rappresentato un’inammissibile anticipazione del giudizio. Così facendo, il giudice ha privato le parti del diritto di discutere su un tema decisivo, violando il principio del contraddittorio. La Corte sottolinea che “la sentenza emessa senza la preventiva interlocuzione delle parti processuali integra necessariamente la massima violazione del contraddittorio e, quindi, risulta viziata da nullità assoluta e insanabile”.

3. Funzione dell’Art. 129 c.p.p.: Sebbene l’art. 129 c.p.p. persegua finalità di economia processuale, la sua applicazione non può sopprimere le facoltà attribuite alle parti nel corso di un dibattimento già avviato. Una volta che il processo è entrato nella sua fase cruciale, ogni decisione deve essere il risultato di un pieno confronto dialettico.

4. Nullità della Sentenza: La condotta del giudice di primo grado ha integrato una nullità di ordine generale, poiché ha inciso direttamente sull’esercizio dell’azione penale da parte del PM e sul diritto delle parti di contraddire. Il Tribunale ha trasformato un giudizio sulla responsabilità penale in un mero accertamento procedurale, mutilando il processo del suo naturale epilogo.

Conclusioni

La sentenza in esame rafforza un principio fondamentale: il processo penale è una sequenza dinamica in cui le parti, e in particolare l’accusa, mantengono le proprie prerogative fino alle fasi conclusive del dibattimento. Il giudice non può ergersi a censore preventivo delle iniziative del PM, ma deve garantire che il confronto processuale si svolga pienamente. La modifica dell’imputazione è uno strumento essenziale per l’esercizio dell’azione penale e non può essere neutralizzata da una decisione prematura che, di fatto, svuota il processo della sua sostanza.

Può il Pubblico Ministero modificare l’imputazione se il reato è diventato improcedibile per mancanza di querela?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che il PM ha il potere di modificare l’imputazione, ad esempio contestando una nuova aggravante che rende il reato procedibile d’ufficio, anche se nel frattempo è scaduto il termine per la querela. Questo potere può essere esercitato fino alla chiusura dell’istruttoria dibattimentale.

Il giudice può dichiarare subito l’improcedibilità del reato senza ascoltare la richiesta di modifica del PM?
No. Secondo la sentenza, il giudice non può anticipare la decisione e dichiarare l’improcedibilità senza prima consentire al PM di esercitare la sua facoltà di contestazione suppletiva. Farlo costituirebbe una violazione del principio del contraddittorio e un’illegittima limitazione dei poteri dell’accusa.

Qual è il limite temporale per la modifica dell’imputazione da parte del Pubblico Ministero?
Il potere del PM di procedere a nuove contestazioni, come la modifica dell’imputazione o l’aggiunta di circostanze aggravanti, non ha specifici limiti temporali durante il dibattimento e può essere esercitato fino alla chiusura dell’istruttoria dibattimentale di primo grado.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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