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Modelli DM10: piena prova del pagamento stipendi

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11593/2024, ha ribadito un principio fondamentale in materia di omesso versamento di contributi. La presentazione dei modelli DM10 (ora UNIEMENS) da parte del datore di lavoro costituisce piena prova, e non un mero indizio, dell’avvenuta corresponsione delle retribuzioni ai dipendenti. Nel caso di specie, un’imprenditrice condannata per tale reato ha visto il suo ricorso dichiarato inammissibile perché le testimonianze addotte per dimostrare il mancato pagamento degli stipendi sono state ritenute generiche e insufficienti a superare la presunzione legale derivante dalla presentazione dei suddetti modelli.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Modelli DM10: Non un Indizio, ma Piena Prova del Pagamento degli Stipendi

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 11593 del 29 febbraio 2024, ha consolidato un principio cruciale per i datori di lavoro in materia di oneri contributivi. La questione centrale riguarda il valore probatorio dei Modelli DM10 (oggi confluiti nel flusso UNIEMENS) nel contesto del reato di omesso versamento delle ritenute previdenziali. La Suprema Corte ha chiarito che tali dichiarazioni non sono un semplice indizio, ma costituiscono piena prova dell’avvenuto pagamento delle retribuzioni ai dipendenti, con importanti conseguenze per la difesa dell’imprenditore.

I Fatti di Causa

Il caso esaminato trae origine dalla condanna, confermata in primo e secondo grado, di un’imprenditrice per il reato di omesso versamento delle ritenute previdenziali e assistenziali operate sulle retribuzioni dei propri dipendenti. L’imputata ha presentato ricorso in Cassazione, basando la propria difesa su un unico motivo: la manifesta illogicità e contraddittorietà della motivazione delle sentenze precedenti.

Secondo la tesi difensiva, i giudici di merito avrebbero erroneamente dato per scontato l’effettivo pagamento degli stipendi, basandosi unicamente sui Modelli DM10 presentati all’INPS. La ricorrente sosteneva che tali modelli avessero un valore meramente indiziario e che, di fatto, la società non aveva corrisposto le retribuzioni, tanto da aver avviato piani di rateizzazione e coinvolto i sindacati. A supporto di ciò, venivano citate le deposizioni di una funzionaria INPS e di una consulente del lavoro, che a dire della difesa sarebbero state travisate.

Il Valore Probatorio dei Modelli DM10 secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, cogliendo l’occasione per ribadire il suo costante orientamento. I giudici hanno affermato che, in tema di omesso versamento di ritenute, i Modelli DM10 e i flussi UNIEMENS hanno natura di dichiarazioni con valore ricognitivo del debito del datore di lavoro. Essi fanno piena prova (ex art. 2709 c.c.) a carico dell’imprenditore.

La loro presentazione equivale a un’attestazione di aver corrisposto le retribuzioni, sulle quali sono state calcolate e operate le ritenute. Si tratta quindi di una presunzione legale relativa, che ammette prova contraria. Tuttavia, spetta al datore di lavoro fornire una prova robusta e convincente del mancato pagamento, capace di superare la forza probatoria della sua stessa dichiarazione.

Le Motivazioni della Decisione

Analizzando le censure mosse dalla ricorrente, la Corte ha escluso categoricamente qualsiasi travisamento della prova. Per quanto riguarda la funzionaria INPS, la sua testimonianza si limitava a confermare che l’ufficio non verifica l’effettivo pagamento degli stipendi, ma si basa sull’autocertificazione dell’azienda contenuta nei modelli, dove si dichiara di aver ‘trattenuto le quote a carico dei lavoratori’. Nessun travisamento, dunque, ma una corretta interpretazione del ruolo dell’Istituto.

Ancora più significativa è l’analisi della deposizione della consulente del lavoro. La Corte ha riscontrato che le sue dichiarazioni erano generiche, prive di precisione temporale e fattuale. La consulente aveva negato il pagamento delle retribuzioni in modo vago e, interrogata specificamente su un anno, si era limitata a rispondere ‘sì, non ha pagato’ senza saper specificare se fossero stati versati acconti. Tale testimonianza è stata giudicata, con valutazione non sindacabile in sede di legittimità, come inidonea a superare la prova positiva offerta dalla presentazione dei Modelli DM10.

Le Conclusioni

La sentenza in commento rafforza un principio di grande rilevanza pratica per le aziende. La compilazione e l’invio dei flussi UNIEMENS non è un mero adempimento burocratico, ma un atto con profonde implicazioni legali e probatorie. Dichiarare di aver operato le ritenute equivale a dichiarare di aver pagato gli stipendi. Per contestare questa presunzione in un eventuale procedimento penale per omesso versamento, non basteranno testimonianze generiche o affermazioni vaghe. Sarà necessario fornire prove concrete, specifiche e inequivocabili del mancato pagamento delle retribuzioni, un onere probatorio che, come dimostra questo caso, può rivelarsi particolarmente gravoso.

I modelli DM10/UNIEMENS sono solo un indizio del pagamento degli stipendi?
No, secondo la giurisprudenza costante della Corte di Cassazione, la presentazione di tali modelli costituisce piena prova, e non un semplice indizio, dell’effettiva corresponsione delle retribuzioni, creando una presunzione che può essere superata solo con una prova contraria fornita dal datore di lavoro.

Cosa deve fare un datore di lavoro per dimostrare di non aver pagato gli stipendi, nonostante la presentazione dei modelli DM10?
Deve fornire una prova contraria specifica e convincente, in grado di superare la presunzione legale creata dalla sua stessa dichiarazione. Dalla sentenza emerge che testimonianze generiche, imprecise e prive di riferimenti temporali certi sono state ritenute insufficienti a tale scopo.

In questo caso, perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto manifestamente infondato. La Corte ha stabilito che i giudici di merito non avevano travisato le prove testimoniali e che la motivazione della sentenza d’appello era logica e adeguata, avendo correttamente applicato il principio secondo cui i modelli DM10 costituiscono piena prova dell’avvenuto pagamento degli stipendi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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