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Misure di sicurezza: il giudice deve sempre indagare

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza che prorogava le misure di sicurezza per un detenuto, stabilendo che il giudice ha il dovere di compiere sempre un’indagine approfondita e attuale sulla pericolosità sociale del soggetto, anche d’ufficio. La Corte ha chiarito che il principio del doppio grado di giudizio non può essere usato come pretesto per evitare l’acquisizione di nuove prove in appello, ribadendo che la valutazione sulla persistenza della pericolosità deve essere concreta e non basata su mere presunzioni o carenze informative.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Misure di Sicurezza: Il Dovere del Giudice di Indagare sulla Pericolosità Attuale

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. n. 21018/2024) ha riaffermato un principio fondamentale in materia di misure di sicurezza: la valutazione della pericolosità sociale di un individuo non può essere un atto formale, ma deve basarsi su un’indagine approfondita e costantemente aggiornata. I giudici di sorveglianza non possono esimersi dal loro dovere istruttorio, neanche appellandosi a un’errata interpretazione del principio del doppio grado di giudizio.

I Fatti del Caso: La Proroga Contestata

Il caso riguarda un uomo, già condannato per associazione di tipo mafioso e sottoposto al regime penitenziario differenziato, al quale era stata applicata la misura di sicurezza dell’assegnazione a una casa di lavoro. Il Tribunale di sorveglianza di Trieste aveva confermato la proroga di un anno di tale misura, pur riconoscendo una diminuzione della pericolosità sociale del soggetto.

La decisione si basava sull’idea che, sebbene la pericolosità fosse ridotta, non poteva ancora essere gestita con la sola libertà vigilata a causa di un’istruttoria incompleta. Il Tribunale aveva ritenuto di non poter integrare le informazioni mancanti in sede di appello per non violare la ‘garanzia del doppio grado di giudizio’, lasciando di fatto il condannato in una situazione di incertezza e prolungando una misura detentiva.

Il Ricorso in Cassazione e l’Errata Applicazione dei Principi

Il condannato ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando una violazione di legge e una motivazione solo apparente. Secondo la difesa, il giudice avrebbe dovuto condurre rigorosi accertamenti per verificare l’effettiva persistenza della pericolosità, tenendo conto non solo della gravità dei reati passati ma anche del comportamento tenuto durante e dopo l’espiazione della pena.

Si contestava il fatto che il Tribunale, pur a fronte di elementi favorevoli, avesse ignorato il suo dovere di colmare le lacune informative, trincerandosi dietro un formalistico rispetto del principio del doppio grado. Questo, secondo il ricorrente, creava un cortocircuito, impedendogli di dimostrare la cessazione della sua pericolosità.

Le Misure di Sicurezza e il Dovere del Giudice

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente le argomentazioni della difesa, definendo il ricorso ‘fondato’. I giudici supremi hanno chiarito che né il Magistrato di sorveglianza né il Tribunale di sorveglianza possono giustificare una carenza istruttoria. Il termine di durata di una misura di sicurezza è un termine minimo; alla sua scadenza, la misura non cessa automaticamente, ma la sua persistenza dipende da un accertamento attivo e concreto sulla pericolosità sociale.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha smontato gli argomenti del Tribunale di sorveglianza con le seguenti motivazioni:

1. Poteri Istruttori del Giudice: Il giudice di sorveglianza ha il potere e il dovere di compiere ogni approfondimento necessario per valutare la pericolosità, avvalendosi anche dei poteri officiosi che la legge gli attribuisce. Non può rimanere inerte di fronte a un quadro informativo incompleto.

2. Natura delle Misure di Sicurezza: Le misure di sicurezza non hanno una funzione punitiva, ma preventiva. Devono essere revocate o sostituite con misure meno gravose non appena viene meno la condizione di pericolosità che le giustifica. La loro applicazione deve essere sempre basata su una pericolosità ‘concreta e di grado correlato’.

3. Errata Interpretazione del Doppio Grado di Giudizio: Il principio del doppio grado garantisce una seconda valutazione giudiziale sul caso nel suo complesso, ma non obbliga il giudice d’appello a decidere sulla stessa identica base probatoria del primo giudice. Anzi, il giudice superiore ha il dovere di apprezzare la legittimità del provvedimento alla luce di tutti gli elementi disponibili, inclusi quelli nuovi, e di acquisire d’ufficio ulteriori informazioni se necessario.

Le Conclusioni: Annullamento con Rinvio

In conclusione, la Cassazione ha stabilito che il Tribunale di sorveglianza non poteva limitarsi a una valutazione statica della situazione, ma avrebbe dovuto procedere a una nuova e completa istruttoria. Evocare il principio del doppio grado per giustificare l’inattività è stato un errore procedurale.

Per questi motivi, la Corte ha annullato l’ordinanza impugnata e ha rinviato il caso al Tribunale di sorveglianza di Trieste per un nuovo giudizio, che dovrà basarsi su un ‘corredo informativo esaustivo’. Questa sentenza ribadisce l’importanza di una giustizia sostanziale e non meramente formale, specialmente quando sono in gioco la libertà personale e la valutazione dinamica della pericolosità sociale.

Un giudice può prorogare una misura di sicurezza basandosi su un’indagine incompleta?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il giudice di sorveglianza ha il dovere di compiere ogni approfondimento necessario, anche d’ufficio, per accertare in modo concreto e attuale la persistenza della pericolosità sociale prima di prorogare una misura di sicurezza.

Il principio del doppio grado di giudizio impedisce al giudice d’appello di acquisire nuove prove?
No. Secondo la sentenza, questo principio è stato evocato in modo errato. Esso garantisce una seconda valutazione complessiva del caso e non vincola il giudice d’appello a decidere sulla stessa piattaforma probatoria del primo grado. Il giudice superiore può e deve acquisire nuove informazioni per una decisione completa.

Cosa accade alla scadenza del termine minimo di una misura di sicurezza?
La scadenza del termine minimo non comporta la cessazione automatica della misura. Essa permane fino a un eventuale provvedimento di revoca, che deve essere preceduto da un accertamento giudiziale che verifichi la cessazione della pericolosità sociale del soggetto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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