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Misure di prevenzione: obbligo di esibire la carta

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un soggetto condannato per non aver esibito la carta precettiva durante un controllo. L’ordinanza ribadisce che, per chi è sottoposto a misure di prevenzione come la sorveglianza speciale, tale omissione costituisce il reato di inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità (art. 650 c.p.), in quanto finalizzato a garantire la sicurezza pubblica. Viene inoltre confermata la legittimità del diniego delle attenuanti generiche basato sui soli precedenti penali.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Misure di prevenzione: l’obbligo di esibire la carta precettiva secondo la Cassazione

Le misure di prevenzione rappresentano uno strumento cruciale per la sicurezza pubblica, imponendo specifici obblighi a soggetti ritenuti socialmente pericolosi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito la severità con cui l’ordinamento giuridico considera la violazione di tali obblighi. Il caso in esame riguarda la condanna di un individuo per non aver esibito la cosiddetta “carta precettiva” durante un controllo di polizia, un documento essenziale per chi è sottoposto a sorveglianza speciale. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando un principio consolidato e di grande rilevanza pratica.

I fatti del caso

Un soggetto, già sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, veniva condannato in primo grado e in appello alla pena di sette mesi di arresto. La condanna scaturiva dalla violazione di due norme: l’art. 73 del D.Lgs. 159/2011 e l’art. 650 del codice penale. In particolare, al soggetto veniva contestato di non aver portato con sé e, di conseguenza, di non aver potuto esibire agli agenti che ne facevano richiesta la carta di permanenza (o carta precettiva), che attesta le prescrizioni a cui è sottoposto.

Il ricorrente si rivolgeva alla Corte di Cassazione lamentando due principali vizi della sentenza d’appello: una motivazione illogica e la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche, nonostante un presunto comportamento collaborativo.

La decisione della Corte sulle misure di prevenzione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La decisione si fonda su principi giurisprudenziali consolidati, in particolare per quanto riguarda la violazione degli obblighi legati alle misure di prevenzione.

L’obbligo di esibizione della carta precettiva

Il punto centrale della controversia era se la mancata esibizione della carta precettiva costituisse reato. La Corte ha risposto affermativamente, richiamando una fondamentale sentenza delle Sezioni Unite (n. 32923/2014). Secondo tale pronuncia, la condotta di chi, sottoposto a sorveglianza speciale, omette di portare con sé e di esibire il documento integra la contravvenzione di cui all’art. 650 c.p. (Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità).

La ragione di questa interpretazione risiede nella finalità della norma: l’obbligo non è un mero formalismo, ma è preordinato a “rendere più agevole l’operato delle forze di polizia” e a garantire la sicurezza e l’ordine pubblico. Il controllo immediato sulla carta permette alle autorità di verificare in tempo reale il rispetto delle prescrizioni imposte al sorvegliato.

Il diniego delle circostanze attenuanti generiche

Anche il secondo motivo di ricorso, relativo al diniego delle attenuanti, è stato ritenuto infondato. La Cassazione ha ricordato che, ai fini della concessione delle attenuanti generiche (art. 62-bis c.p.), il giudice di merito non è tenuto a prendere in considerazione tutti gli elementi prospettati dalla difesa. È sufficiente che indichi gli indici di preponderante rilevanza ritenuti ostativi. Nel caso di specie, il diniego poteva essere legittimamente fondato sui soli precedenti penali o sull’assenza di elementi positivi, formulando così un giudizio di disvalore sulla personalità dell’imputato.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte sono state nette e coerenti con l’orientamento consolidato. La Suprema Corte ha specificato che le argomentazioni della difesa erano in palese contrasto con la giurisprudenza delle Sezioni Unite, che ha risolto da tempo la questione dell’obbligo di esibizione della carta precettiva. Qualsiasi interpretazione diversa svuoterebbe di significato la funzione di controllo rapido e efficace attribuita alle forze dell’ordine nell’ambito delle misure di prevenzione.

Inoltre, la Corte ha chiarito l’irrilevanza di un precedente citato dalla difesa, che riguardava una situazione completamente diversa: un soggetto già identificato e convocato successivamente per verifiche. Il caso in esame, invece, riguardava l’obbligo di essere in grado di dimostrare immediatamente la propria posizione giuridica durante un controllo su strada.

Le conclusioni

L’ordinanza in commento rafforza un principio fondamentale in materia di misure di prevenzione: gli obblighi imposti ai soggetti sorvegliati non ammettono deroghe o interpretazioni flessibili. L’omissione di portare con sé ed esibire la carta precettiva è considerata una violazione penalmente rilevante perché ostacola direttamente l’esercizio delle funzioni di pubblica sicurezza. La decisione serve da monito per chi è sottoposto a tali misure, sottolineando l’importanza di un adempimento scrupoloso di tutte le prescrizioni. Infine, conferma l’ampia discrezionalità del giudice di merito nel valutare la concessione delle attenuanti generiche, potendo basare il diniego anche solo su elementi negativi come i precedenti penali.

Chi è sottoposto a sorveglianza speciale commette reato se non esibisce la carta precettiva su richiesta delle forze dell’ordine?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, che richiama una pronuncia delle Sezioni Unite, l’omessa esibizione della carta precettiva integra la contravvenzione prevista dall’art. 650 del codice penale, in quanto costituisce inosservanza di un provvedimento dell’autorità per ragioni di sicurezza pubblica.

Per negare le circostanze attenuanti generiche, il giudice deve considerare tutti gli aspetti della condotta dell’imputato?
No. L’ordinanza chiarisce che il giudice può negare le attenuanti generiche anche solo sulla base di elementi negativi di preponderante rilevanza, come i precedenti penali o l’assenza di elementi positivi, senza dover necessariamente valutare ogni singolo aspetto favorevole (come la collaborazione o l’occasionalità del fatto).

Qual è la funzione dell’obbligo di portare con sé la carta precettiva?
La sua funzione è rendere più agevole e rapido l’operato delle forze di polizia durante i controlli, permettendo una verifica immediata del rispetto delle prescrizioni imposte al soggetto sottoposto a misura di prevenzione per motivi di sicurezza e ordine pubblico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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