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Misure cautelari personali: il ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato contro un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere finalizzata alla contraffazione di banconote. La Corte ribadisce che il suo ruolo non è riesaminare i fatti, ma solo controllare la logicità e la correttezza giuridica della motivazione del Tribunale del Riesame, che in questo caso è stata ritenuta immune da vizi. L’analisi sulle misure cautelari personali e la loro necessità è stata confermata.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Misure Cautelari Personali: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10450 del 2024, torna a pronunciarsi sui limiti del sindacato di legittimità in materia di misure cautelari personali. Il caso riguarda un’ordinanza di custodia in carcere per associazione a delinquere finalizzata alla contraffazione di banconote. La decisione chiarisce un principio fondamentale: il ricorso in Cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti, ma deve limitarsi a un controllo sulla correttezza giuridica e logica della motivazione del provvedimento impugnato.

I Fatti del Caso: Associazione a Delinquere e Contraffazione

Il Tribunale del Riesame di Napoli confermava un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un soggetto, ritenuto partecipe di un sodalizio criminale dedito alla produzione e allo smercio di banconote false. Secondo l’accusa, l’indagato, insieme ad altri complici, gestiva una rete stabile per l’approvvigionamento e la distribuzione della valuta contraffatta, prodotta in una stamperia clandestina. Le indagini, basate su intercettazioni e servizi di osservazione, avevano delineato un quadro di costante attività illecita, culminata con il sequestro di banconote false.

Il Ricorso dell’Imputato e le Misure Cautelari Personali

La difesa dell’imputato ha proposto ricorso in Cassazione, articolando due motivi principali.

Contestazione del Quadro Indiziario

In primo luogo, si contestava la violazione di legge e il vizio di motivazione riguardo alla gravità degli indizi. La difesa sosteneva che il Tribunale avesse erroneamente collegato un singolo episodio di sequestro a tutte le altre accuse, senza considerare che il processo di contraffazione non era nemmeno completo. Si evidenziavano presunte incongruenze nella ricostruzione dei fatti, sostenendo che la qualità delle banconote fosse talmente scadente da configurare un ‘reato impossibile’ e che la struttura associativa non fosse realmente in grado di portare a compimento i reati-fine.

Assenza di Pericolo Attuale

In secondo luogo, si lamentava che la motivazione sulle esigenze cautelari fosse carente. Secondo il ricorrente, non era stata dimostrata un’occasione effettiva e prossima per la commissione di nuovi reati, né era stata valutata adeguatamente la possibilità di applicare una misura meno afflittiva del carcere.

La Decisione della Cassazione: Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo integralmente le argomentazioni difensive. La decisione si fonda su un consolidato orientamento giurisprudenziale che definisce con precisione i confini del giudizio di legittimità in materia di misure cautelari personali.

Il Limite della Valutazione di Merito

La Corte ha ribadito che il suo compito non è quello di fornire una nuova e diversa valutazione del compendio indiziario, ma unicamente di verificare se la motivazione del Tribunale del Riesame sia logica, coerente e rispettosa dei principi di diritto. Nel caso di specie, il Tribunale aveva ricostruito in modo analitico e dettagliato sia il ruolo dei singoli associati sia le modalità operative del gruppo criminale. Le argomentazioni della difesa sono state qualificate come un mero tentativo di proporre una lettura alternativa dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità.

La Conferma delle Esigenze Cautelari

Anche il secondo motivo di ricorso è stato giudicato inammissibile. La Corte ha ritenuto la motivazione del Tribunale del Riesame pienamente adeguata e coerente. Il pericolo di reiterazione del reato è stato considerato concreto e attuale sulla base di elementi specifici: i precedenti penali del ricorrente, il suo ruolo nevralgico nell’organizzazione e, soprattutto, il fatto che, subito dopo l’arresto di un complice, si fosse immediatamente adoperato per far riprendere la produzione di banconote false. Questo comportamento dimostrava una spiccata capacità a delinquere e la persistenza del vincolo associativo.

Le Motivazioni

La Corte Suprema ha fondato la sua decisione sul principio secondo cui il ricorso per cassazione contro un’ordinanza cautelare consente solo la verifica della correttezza giuridica e della coerenza logica della motivazione del giudice del riesame. Non è ammesso un riesame del merito delle prove. La difesa, secondo la Corte, non ha evidenziato vizi di legittimità, ma ha tentato di ottenere una nuova valutazione degli indizi, proponendo una ricostruzione alternativa dei fatti. Questo esula dai poteri della Cassazione. La motivazione del Tribunale del Riesame è stata giudicata completa, logica e fondata su una precisa analisi degli elementi raccolti, sia per quanto riguarda la sussistenza del grave quadro indiziario sia per la concretezza e attualità del pericolo di reiterazione del reato, giustificando così la misura della custodia in carcere.

Le Conclusioni

La sentenza riafferma un principio cardine del sistema processuale: la netta distinzione tra giudizio di merito e giudizio di legittimità. In materia di misure cautelari personali, il ricorso in Cassazione non può essere utilizzato come un appello mascherato per contestare la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito. Se la motivazione dell’ordinanza è logicamente strutturata e giuridicamente corretta, la valutazione del materiale indiziario è insindacabile. La decisione sottolinea, inoltre, l’importanza di elementi concreti, come i precedenti e la condotta successiva ai fatti, per valutare l’attualità del pericolo che giustifica l’applicazione delle misure più severe.

È possibile contestare la valutazione dei fatti di un’ordinanza cautelare con un ricorso in Cassazione?
No, la Corte di Cassazione ha il compito di verificare esclusivamente la correttezza logica e giuridica della motivazione del provvedimento impugnato, senza poter riesaminare nel merito gli elementi indiziari o proporre una ricostruzione alternativa dei fatti.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato giudicato inammissibile perché, invece di denunciare vizi di legittimità (violazioni di legge o manifesta illogicità della motivazione), si è limitato a offrire una valutazione alternativa del materiale indiziario, un’operazione non consentita nel giudizio di cassazione.

Come ha giustificato la Corte la necessità della misura cautelare in carcere?
La Corte ha ritenuto adeguata la motivazione del Tribunale del Riesame, che ha basato la necessità della misura sul pericolo concreto e attuale di reiterazione del reato. Tale pericolo è stato desunto dai precedenti specifici dell’imputato, dal suo ruolo centrale nell’organizzazione e dalla sua immediata attivazione per riprendere l’attività criminale dopo l’arresto di un complice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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