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Misure cautelari: inammissibile ricorso generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’indagata contro un’ordinanza che applicava le misure cautelari per associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico. Il ricorso è stato giudicato generico, in quanto non muoveva censure specifiche ma mirava a una rivalutazione del merito, preclusa in sede di legittimità. La Corte ha confermato la correttezza della motivazione del Tribunale del riesame sia sulla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza sia sulle esigenze cautelari.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Misure Cautelari e Ricorso Generico: L’Analisi della Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 44540 del 2024, affronta un tema cruciale della procedura penale: i requisiti di ammissibilità di un ricorso contro l’applicazione di misure cautelari. Questa pronuncia sottolinea come un’impugnazione generica, che mira a una rivalutazione dei fatti anziché a denunciare vizi di legge, sia destinata all’inammissibilità. Il caso riguardava una persona indagata per partecipazione a un’associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico.

Il Contesto: L’Ordinanza del Tribunale del Riesame

Il Tribunale del riesame di Potenza aveva confermato, seppur con alcune modifiche, l’ordinanza di applicazione delle misure cautelari degli arresti domiciliari nei confronti di un’indagata. Il Tribunale aveva riqualificato l’associazione come ‘lieve’ ai sensi dell’art. 74, comma 6, del d.P.R. 309/1990 e confermato la gravità indiziaria sia per il reato associativo sia per i singoli episodi di spaccio. La misura originaria della custodia in carcere era stata così sostituita con quella meno afflittiva degli arresti domiciliari.

I Motivi del Ricorso: Critiche su Indizi ed Esigenze Cautelari

La difesa dell’indagata ha presentato ricorso in Cassazione lamentando principalmente due vizi:
1. Violazione di legge e vizio di motivazione sulla sussistenza dei gravi indizi: Si contestava che l’ordinanza non avesse indicato una data precisa di costituzione dell’associazione, ledendo il diritto di difesa. Inoltre, si riteneva che gli indizi fossero deboli, basati sulla semplice convivenza con un altro indagato e su intercettazioni non decisive, e che non fosse giustificata la misura a tre anni di distanza dai fatti.
2. Violazione di legge e vizio di motivazione sulle esigenze cautelari: Si sosteneva la mancanza di concretezza e attualità del pericolo di reiterazione del reato, confondendo la posizione dell’indagata con quella di altri co-indagati.

La Decisione della Cassazione sulle Misure Cautelari

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo tutte le doglianze della difesa. L’analisi della Corte si è concentrata sulla natura del sindacato di legittimità e sui limiti entro cui può essere criticata la motivazione di un provvedimento cautelare.

La Genericità del Motivo d’Appello

Il primo motivo di ricorso è stato definito ‘generico’ ed ‘eccentrico’. La Cassazione ha chiarito che il Tribunale del riesame aveva adeguatamente motivato l’esistenza dell’associazione, la sua struttura e il periodo di operatività, desumendolo dalla datazione dei reati-fine (a partire dal 2018). Questa ricostruzione, secondo la Corte, forniva una risposta logica alla presunta violazione del diritto di difesa.

La Valutazione degli Indizi e il Ruolo della Corte

La Corte ha ribadito un principio fondamentale: in sede di legittimità non è possibile procedere a una nuova valutazione dei fatti o degli elementi indiziari. Il compito della Cassazione è solo quello di verificare se la motivazione del giudice del riesame sia logica, coerente e non basata su errori di diritto. Tentare di confutare la gravità degli indizi facendo riferimento diretto agli atti di indagine è un’operazione preclusa in questa sede. Nel caso di specie, il Tribunale aveva valorizzato elementi che dimostravano un ruolo attivo dell’indagata, non una mera connivenza, e una sua autonoma relazione con gli altri associati.

La Sussistenza delle Esigenze Cautelari

Anche riguardo alle esigenze cautelari, la motivazione del Tribunale è stata ritenuta completa e logica. I giudici avevano correttamente considerato il contesto associativo in cui operava l’indagata, i suoi precedenti penali specifici e il rinvenimento di stupefacenti nella sua abitazione. Questi elementi concreti e attuali, secondo la Cassazione, giustificavano pienamente il mantenimento delle misure cautelari per prevenire il rischio di recidiva.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte di Cassazione si fondano sul principio che il ricorso non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito. La difesa aveva tentato di ottenere una rilettura del quadro indiziario, ma la Cassazione ha ricordato che il suo compito è limitato al controllo della legittimità del provvedimento impugnato. La motivazione del Tribunale del riesame, pur sintetica, è stata giudicata sufficiente a dar conto delle ragioni che sostenevano l’esistenza di gravi indizi di colpevolezza e di concrete esigenze cautelari. La genericità delle censure, che non individuavano specifici vizi logici o giuridici ma si limitavano a contrapporre una diversa interpretazione dei fatti, ha determinato l’inevitabile declaratoria di inammissibilità.

Le Conclusioni

La sentenza in esame riafferma la necessità di formulare ricorsi per cassazione specifici e puntuali, concentrati su vizi di legittimità e non su contestazioni di fatto. Per l’applicazione di misure cautelari, è sufficiente che il giudice fornisca una motivazione logica e coerente, basata su elementi concreti, per giustificare sia la gravità degli indizi sia le esigenze di prevenzione. Un ricorso che ignora questi principi e si limita a una critica generica del materiale probatorio è destinato al fallimento processuale, con conseguente condanna al pagamento delle spese.

Quando un ricorso per cassazione contro una misura cautelare rischia di essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso rischia l’inammissibilità quando è generico, cioè quando non denuncia specifici vizi di violazione di legge o di manifesta illogicità della motivazione, ma si limita a contestare la valutazione dei fatti e degli indizi operata dal giudice del riesame, chiedendo di fatto una nuova valutazione del merito.

Qual è il ruolo della Corte di Cassazione nel valutare i gravi indizi di colpevolezza?
La Corte di Cassazione non riesamina gli elementi indiziari per decidere se l’indagato sia colpevole. Il suo compito è solo quello di verificare se la decisione del Tribunale del riesame si basi su una motivazione congrua, logica e non in contrasto con i principi di diritto, e se abbia dato adeguatamente conto delle ragioni che fondano la gravità del quadro indiziario.

Come viene valutata l’esistenza delle esigenze cautelari in un’associazione a delinquere di lieve entità?
Anche se per le associazioni di lieve entità non opera la presunzione di adeguatezza della custodia in carcere, il giudice deve comunque valutare in concreto le esigenze cautelari. La sentenza chiarisce che il giudice può basare la sua valutazione su elementi concreti come il contesto associativo, i precedenti penali specifici dell’indagato e altri fatti (come il rinvenimento di droga), che rendono palese il pericolo di reiterazione del reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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