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Misura di sicurezza: no al proscioglimento predibattimentale

Un individuo viene prosciolto in udienza predibattimentale per incapacità di intendere e di volere, ma il giudice applica contestualmente una misura di sicurezza. La Corte di Cassazione interviene chiarendo un doppio errore: primo, il giudice non poteva prosciogliere dovendo applicare una misura di sicurezza, ma doveva rinviare a giudizio; secondo, il mezzo di impugnazione corretto non è il ricorso diretto in Cassazione, ma l’appello. La Corte riqualifica quindi l’impugnazione e trasmette gli atti alla Corte d’Appello competente.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Misura di Sicurezza e Riforma Cartabia: Quando il Giudice Non Può Prosciogliere

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un punto cruciale della Riforma Cartabia: il rapporto tra proscioglimento nell’udienza predibattimentale e l’applicazione di una misura di sicurezza. La decisione chiarisce che se un imputato, pur non punibile, è ritenuto socialmente pericoloso, il giudice non può chiudere il caso in fase preliminare, ma deve necessariamente procedere con il dibattimento. Analizziamo insieme la vicenda e le importanti precisazioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Il Tribunale di Firenze, in sede di udienza di comparizione predibattimentale, aveva prosciolto un imputato dall’accusa di un reato contravvenzionale. La ragione del proscioglimento era la sua incapacità di intendere e di volere al momento del fatto. Tuttavia, il giudice aveva contestualmente applicato nei suoi confronti la misura di sicurezza della libertà vigilata, ritenendolo socialmente pericoloso.

Contro questa decisione, la difesa dell’imputato ha proposto ricorso, lamentando la violazione di due norme procedurali fondamentali.

I Motivi del Ricorso e l’Errore del Giudice

La difesa ha sostenuto che il giudice avesse commesso un errore applicando la misura di sicurezza in un’udienza predibattimentale. Secondo l’articolo 554-ter del codice di procedura penale, introdotto dalla Riforma Cartabia, il giudice non può pronunciare una sentenza di non luogo a procedere se ritiene che dal proscioglimento debba conseguire l’applicazione di una misura di sicurezza (diversa dalla confisca). In tale ipotesi, la legge impone al giudice di fissare l’udienza dibattimentale per consentire un accertamento pieno nel contraddittorio tra le parti.

Il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione ha concordato con questa tesi, ritenendo fondato il motivo di ricorso e chiedendo l’annullamento della sentenza.

La Decisione della Cassazione: Un Doppio Chiarimento Procedurale

La Corte di Cassazione non si è limitata a confermare l’errore del Tribunale, ma ha colto l’occasione per fare chiarezza anche sul corretto strumento di impugnazione.

L’Errore del Giudice di Primo Grado

La Suprema Corte ha ribadito con forza il principio sancito dall’art. 554-ter c.p.p. L’applicazione di una misura di sicurezza ha un contenuto afflittivo che, pur non essendo una pena, incide sulla libertà personale. Per questo motivo, la sua applicazione richiede le massime garanzie difensive e un accertamento completo dei fatti, che solo il dibattimento può assicurare. L’udienza predibattimentale è un filtro, non la sede per decisioni così delicate. Pertanto, il giudice di Firenze avrebbe dovuto rinviare l’imputato a giudizio.

L’Errore nel Mezzo di Impugnazione

La Corte ha inoltre rilevato un errore da parte del difensore. Quest’ultimo aveva proposto un “ricorso per saltum”, ovvero un ricorso diretto in Cassazione saltando la Corte d’Appello. La Cassazione ha spiegato che questo strumento è riservato solo a determinate sentenze, come quelle emesse al termine di un giudizio di primo grado. La sentenza di non luogo a procedere emessa in un’udienza “filtro” non rientra in questa categoria. Il rimedio corretto, previsto dall’art. 554-quater c.p.p., è l’appello.

Di conseguenza, la Corte ha riqualificato il ricorso come appello e ha ordinato la trasmissione degli atti alla Corte d’Appello di Firenze, che dovrà ora decidere sulla questione.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sulla natura e la funzione dell’udienza di comparizione predibattimentale. Questa fase, mutuata dall’udienza preliminare, serve a vagliare la fondatezza dell’accusa in modo snello. Tuttavia, questo vaglio non può sostituire il giudizio quando sono in gioco diritti fondamentali. La necessità di applicare una misura di sicurezza è l’indice che il caso richiede un approfondimento dibattimentale, dove l’accusa e la difesa possono confrontarsi con pienezza di poteri. Permettere il proscioglimento con contestuale applicazione di una misura in questa fase preliminare significherebbe sacrificare le garanzie difensive sull’altare dell’efficienza, una conclusione inaccettabile. Inoltre, la Corte sottolinea come la scelta del legislatore di prevedere l’appello come unico rimedio per queste sentenze sia sistematica e funzionale a una “riattivazione” rapida del processo davanti al giudice di merito, in linea con il principio di ragionevole durata.

Conclusioni

L’ordinanza è di fondamentale importanza per due ragioni. In primo luogo, riafferma un principio di garanzia essenziale: nessuna misura di sicurezza personale può essere applicata senza le tutele di un vero e proprio giudizio. In secondo luogo, offre un’indicazione procedurale chiara agli operatori del diritto, stabilendo che le sentenze emesse nell’udienza filtro della Riforma Cartabia devono essere impugnate con l’appello, e non con il ricorso diretto in Cassazione. Una lezione di diritto sostanziale e processuale che definisce i contorni del nuovo rito penale.

In un’udienza predibattimentale, il giudice può prosciogliere un imputato e applicare una misura di sicurezza?
No. L’art. 554-ter del codice di procedura penale vieta espressamente al giudice di pronunciare sentenza di non luogo a procedere se ritiene che all’imputato debba essere applicata una misura di sicurezza personale. In questo caso, il giudice ha l’obbligo di fissare l’udienza dibattimentale.

Qual è il rimedio corretto contro una sentenza di proscioglimento emessa in udienza predibattimentale?
Il rimedio corretto previsto dalla legge (art. 554-quater c.p.p.) è l’appello davanti alla Corte d’Appello. La Corte di Cassazione ha chiarito che non è ammissibile il ricorso diretto (“per saltum”), poiché tale sentenza non è una “sentenza di primo grado” nel senso tecnico richiesto dall’art. 569 c.p.p.

Perché l’applicazione di una misura di sicurezza richiede che il caso vada a dibattimento?
Perché l’applicazione di una misura di sicurezza, pur non essendo una pena, possiede un contenuto afflittivo che incide sulla libertà della persona. Di conseguenza, richiede le massime garanzie del diritto di difesa e una valutazione approfondita sul fondamento dell’accusa, che possono essere pienamente assicurate solo nella fase del dibattimento e non in un’udienza a carattere preliminare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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