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Minorata difesa nelle truffe online: la Cassazione

Con l’ordinanza n. 22168/2024, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per truffa online. La Corte ha confermato che l’uso di internet e la distanza tra le parti integrano l’aggravante della minorata difesa, poiché la vittima si trova in una condizione di svantaggio nel verificare l’identità del venditore e la serietà dell’offerta. Di conseguenza, tale aggravante esclude la possibilità di applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Minorata Difesa nelle Truffe Online: la Cassazione Conferma l’Aggravante

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi sul tema delle truffe online, consolidando un orientamento di grande rilevanza pratica. La decisione si sofferma sull’applicazione dell’aggravante della minorata difesa e sulla sua incompatibilità con la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Analizziamo insieme i punti salienti di questa pronuncia.

I Fatti del Ricorso

Il caso nasce dal ricorso presentato da un soggetto condannato per truffa. L’imputato contestava la sentenza della Corte d’Appello su due fronti principali:

1. Errato riconoscimento dell’aggravante della minorata difesa: Secondo il ricorrente, non sussistevano le condizioni per applicare tale aggravante.
2. Mancata applicazione dell’art. 131-bis c.p.: Si lamentava l’omessa esclusione della punibilità per la particolare tenuità del fatto, ritenendo che il reato commesso rientrasse in questa fattispecie.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo entrambe le doglianze. La decisione si fonda su principi di diritto ormai consolidati nella giurisprudenza di legittimità, ribadendo la particolare vulnerabilità in cui si trova la vittima di una truffa perpetrata attraverso la rete internet.

Le Motivazioni: la Sussistenza della Minorata Difesa nelle Truffe Online

La Corte ha ritenuto il primo motivo di ricorso manifestamente infondato. Gli Ermellini hanno ribadito un principio chiave: la distanza spaziale tra il truffatore e il truffato, insieme a quella tra quest’ultimo e il bene oggetto della trattativa, è una conseguenza diretta dell’uso di internet. Questa situazione pone la vittima in una condizione di oggettiva inferiorità.

La difficoltà si manifesta su due livelli:
* Verifica dell’interlocutore: È estremamente complesso accertare la reale identità e serietà del venditore online.
* Recupero delle somme: In caso di inadempimento, diventa quasi impossibile per la vittima agire efficacemente per recuperare il denaro versato.

Questa condizione di svantaggio integra pienamente i presupposti dell’aggravante della minorata difesa, come previsto dall’art. 61, n. 5, del codice penale.

Le Motivazioni: l’Incompatibilità tra Minorata Difesa e Particolare Tenuità del Fatto

Anche il secondo motivo è stato giudicato infondato. La Cassazione ha spiegato che i giudici d’appello hanno correttamente applicato il principio secondo cui la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) non è applicabile quando l’autore del reato ha approfittato delle condizioni di minorata difesa della vittima.

In altre parole, se un soggetto sfrutta la vulnerabilità altrui per commettere un reato, la sua condotta non può essere considerata di ‘particolare tenuità’. L’approfittamento di una situazione di debolezza della vittima è un elemento che denota una maggiore gravità del fatto, rendendolo incompatibile con il beneficio della non punibilità.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un’interpretazione rigorosa nei confronti delle truffe online. Le implicazioni pratiche sono significative:

1. Qualificazione del Reato: Le truffe commesse su internet sono, di norma, qualificate come aggravate ai sensi dell’art. 61, n. 5, c.p., con un conseguente inasprimento della pena.
2. Esclusione di Benefici: Chi commette una truffa online, sfruttando la vulnerabilità della vittima, non potrà beneficiare della non punibilità per particolare tenuità del fatto.

La decisione riafferma l’importanza di tutelare gli utenti del web, riconoscendo che l’ambiente digitale, per sua natura, può creare squilibri e posizioni di debolezza che il diritto penale ha il dovere di sanzionare con maggiore severità.

Una truffa commessa su internet integra automaticamente l’aggravante della minorata difesa?
Sì, secondo l’orientamento confermato da questa ordinanza, la lontananza tra le parti e l’uso della rete internet pongono la vittima in una condizione di inferiorità che integra l’aggravante della minorata difesa, poiché è difficile verificare l’identità del venditore e recuperare le somme versate.

È possibile ottenere la non punibilità per particolare tenuità del fatto in caso di truffa online aggravata dalla minorata difesa?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’aver approfittato delle condizioni di minorata difesa della vittima è incompatibile con la concessione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, poiché tale comportamento denota una maggiore gravità della condotta.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità significa che il ricorso non è stato esaminato nel merito perché privo dei requisiti di legge. Di conseguenza, la sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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