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Mezzo fraudolento: uscire dall’entrata è aggravante

La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per tentato furto. Utilizzare le porte d’ingresso per uscire da un negozio, eludendo i sistemi antitaccheggio, integra l’aggravante del furto con mezzo fraudolento, anche se la merce era visibile. La condotta è considerata astuta e idonea a sorprendere la vigilanza.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Uscire dall’Entrata per Rubare: Quando si Configura il Mezzo Fraudolento

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8522 del 2024, torna a pronunciarsi sulla definizione di furto aggravato, specificando i contorni dell’aggravante dell’uso di un mezzo fraudolento. La decisione chiarisce che l’utilizzo di una via d’uscita anomala, come le porte d’ingresso di un supermercato, per eludere i controlli costituisce un’azione astuta che integra pienamente tale circostanza, a prescindere dalla visibilità della merce sottratta. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso: Il Furto al Supermercato

Il caso ha origine da una condanna per tentato furto aggravato in concorso. L’imputata, insieme a una complice, si era impossessata di merce all’interno di un esercizio commerciale. Per garantirsi la fuga con la refurtiva, le due donne avevano scelto di non passare dalle casse, ma di uscire attraverso le porte scorrevoli dedicate esclusivamente all’ingresso dei clienti. Tale varco, per sua natura, era privo di sistemi antitaccheggio e di sorveglianza specifica finalizzata al controllo delle uscite.

Condannata sia in primo grado che in appello, l’imputata ha proposto ricorso per Cassazione, contestando unicamente il riconoscimento dell’aggravante del mezzo fraudolento. La difesa sosteneva che la condotta non presentasse le caratteristiche di astuzia e insidiosità richieste dalla norma.

La Decisione della Corte e il concetto di mezzo fraudolento

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la correttezza della valutazione dei giudici di merito. Al centro della decisione vi è la precisa definizione di mezzo fraudolento nel contesto del reato di furto.

Secondo gli Ermellini, per ‘mezzo fraudolento’ si deve intendere qualsiasi azione insidiosa, caratterizzata da astuzia o scaltrezza, che sia in grado di sorprendere o soverchiare la volontà del detentore della cosa. L’obiettivo di tale azione è eludere gli accorgimenti e le difese predisposte dalla vittima a protezione dei propri beni. La giurisprudenza citata è costante nel ritenere che tale aggravante si configuri anche quando l’azione maliziosa è posta in essere dopo la sottrazione, al fine di consolidare il possesso della refurtiva e garantirsi l’impunità.

Le Motivazioni: Perché Uscire dall’Entrata è un’Azione Fraudolenta

Il fulcro del ragionamento della Cassazione risiede nell’individuazione dell’elemento fraudolento non tanto nell’occultamento della merce, quanto nella strategia di fuga adottata. La Corte ha stabilito che la scelta di uscire dalle porte di ingresso rappresenta una condotta dotata di ‘marcata efficienza offensiva’.

Questa azione è stata ritenuta:

* Insidiosa e Astuta: Sfrutta un punto debole del sistema di sicurezza, ovvero un varco non presidiato per il controllo delle uscite.
* Idonea a Sorprendere: La vigilanza del personale è logicamente concentrata sulle casse e sulle uscite ordinarie, non sull’ingresso. L’utilizzo di questa via di fuga è un comportamento anomalo che coglie di sorpresa il personale.
* Efficace nel Vanificare le Misure di Difesa: Le porte d’ingresso, prive di barriere antitaccheggio, rendono inefficaci i sistemi di sicurezza predisposti dall’esercente.

La Corte ha inoltre precisato che la circostanza che la merce fosse contenuta in una borsa di colore vistoso fosse irrilevante ai fini della sussistenza dell’aggravante. Tale elemento, qualificato come ‘imprudenza’, è stato correttamente valutato solo per la commisurazione della pena, in quanto indicativo di una non spiccata capacità a delinquere, ma non ha potuto escludere la natura fraudolenta della strategia di fuga.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale molto chiaro: nel furto, l’aggravante del mezzo fraudolento non si limita al solo occultamento della refurtiva. Qualsiasi stratagemma che, attraverso astuzia, sia finalizzato a superare le difese passive del negozio (come i sistemi antitaccheggio) rientra in questa categoria. La decisione sottolinea che l’analisi deve concentrarsi sulla condotta complessiva dell’agente e sulla sua capacità di ingannare la vigilanza e neutralizzare i sistemi di sicurezza. Per gli esercenti commerciali, ciò rafforza la tutela legale contro tecniche di furto sempre più elaborate, mentre per gli operatori del diritto fornisce un ulteriore, chiaro criterio interpretativo per la qualificazione giuridica di tali condotte.

Uscire dalle porte di ingresso di un negozio per rubare è considerato un furto aggravato dal mezzo fraudolento?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che allontanarsi con la merce rubata utilizzando le porte scorrevoli dedicate esclusivamente all’ingresso, prive di sistemi antitaccheggio, costituisce un mezzo fraudolento. Questa azione è considerata insidiosa e atta a sorprendere la vigilanza.

Se la merce rubata è visibile (ad esempio, in una borsa vistosa), l’aggravante del mezzo fraudolento viene esclusa?
No, l’aggravante non viene esclusa. Secondo la sentenza, la visibilità della merce può essere considerata un’imprudenza e valutata solo ai fini della determinazione della pena, ma non elimina la natura fraudolenta della condotta scelta per eludere i controlli, come uscire da un varco non sorvegliato.

Cos’è un ‘mezzo fraudolento’ nel reato di furto?
È qualsiasi azione insidiosa, improntata ad astuzia o scaltrezza, che sia in grado di soverchiare o sorprendere la volontà del proprietario della cosa e di vanificare le misure di sicurezza che questi ha predisposto a difesa dei suoi beni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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