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Metodo mafioso: Cassazione su usura e custodia cautelare

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un indagato contro l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per usura, aggravata dal metodo mafioso. La Corte ha ritenuto le prove, in particolare le intercettazioni che indicavano un tasso di interesse del 100% annuo, sufficienti per la fase cautelare, specialmente considerando l’evidente stato di intimidazione delle vittime. L’aggravante del metodo mafioso è stata confermata sulla base delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia e del contesto di sopraffazione, giustificando così la misura detentiva.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Metodo Mafioso e Usura: La Cassazione Conferma la Custodia Cautelare

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 13972 del 2024, offre importanti chiarimenti sulla valutazione dei gravi indizi di colpevolezza e sulla sussistenza delle esigenze cautelari in contesti di criminalità organizzata. Il caso in esame riguarda un’ipotesi di usura aggravata dal metodo mafioso, dove la Corte ha confermato la misura della custodia cautelare in carcere, respingendo le doglianze della difesa basate su una presunta illogicità della motivazione.

I Fatti del Caso

Un soggetto, indagato per i reati di usura e associazione di tipo mafioso, veniva sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere dal Giudice per le Indagini Preliminari. La decisione veniva confermata anche dal Tribunale del Riesame. L’indagato proponeva quindi ricorso per cassazione, affidandosi a tre motivi principali:

1. Illogicità della motivazione: La difesa sosteneva che i gravi indizi di colpevolezza per il reato di usura si basassero su elementi evanescenti, come un’unica intercettazione telefonica, e che il superamento del tasso soglia fosse stato affermato in contrasto con le risultanze di una consulenza tecnica di parte.
2. Carenza di motivazione: Veniva contestata la sussistenza dell’aggravante del metodo mafioso, ritenuta presunta sulla base di generici ‘profili di contesto ambientale’.
3. Violazione di legge: Si lamentava l’errata valutazione delle esigenze cautelari, fondata secondo la difesa su un’inconsistente aggravante e su precedenti penali non specifici.

La Decisione della Cassazione e il Ruolo del Metodo Mafioso

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo le argomentazioni della difesa infondate e aspecifiche. La decisione si articola su due punti cardine che meritano un’analisi approfondita.

Sulla Sussistenza dei Gravi Indizi di Usura

I giudici di legittimità hanno avallato pienamente il ragionamento del Tribunale del Riesame. Di fronte a vittime palesemente intimorite e reticenti, e a una versione dei fatti dell’indagato ritenuta implausibile, il Tribunale aveva correttamente attribuito un valore probatorio preminente alle intercettazioni telefoniche. Da queste emergeva in modo netto l’applicazione di un tasso di interesse usurario del 100% annuo. La ricostruzione alternativa offerta dalla difesa, basata su documentazione parziale, è stata considerata incongrua e incapace di scalfire la solidità del quadro indiziario.

L’Aggravante del Metodo Mafioso e le Esigenze Cautelari

La Corte ha criticato il ricorrente per non essersi confrontato con l’ampio apparato motivazionale dell’ordinanza impugnata. Plurimi elementi, tra cui le dichiarazioni di collaboratori di giustizia e le stesse captazioni, collocavano la condotta usuraria all’interno delle attività di un noto clan mafioso. Secondo la Corte, la sopraffazione e la paura delle persone offese erano la diretta conseguenza dell’avvalimento della forza intimidatrice del sodalizio criminale.

Questo contesto ha reso l’aggravante del metodo mafioso un elemento centrale, giustificando non solo la gravità del quadro indiziario ma anche la necessità della massima misura cautelare. La Corte ha richiamato la ‘doppia presunzione’ che opera in questi casi: una presunzione relativa sulla sussistenza delle esigenze cautelari, e una assoluta sull’adeguatezza della sola custodia in carcere per contenerle, presunzioni peraltro non scalfite da elementi di segno contrario.

Le Motivazioni della Corte

La Cassazione ha sottolineato come il ricorso fosse inammissibile perché tendeva a sollecitare una nuova e non consentita valutazione nel merito della piattaforma indiziaria. Il ragionamento del Tribunale del Riesame è stato giudicato logico, coerente e impermeabile a censure di legittimità. La difesa, secondo la Corte, ha trascurato passaggi fondamentali del percorso giustificativo dell’ordinanza, cadendo in una ‘insuperabile aspecificità’ dei motivi. In presenza di un quadro indiziario solido, che lega il reato di usura a un contesto di criminalità organizzata, la valutazione delle esigenze cautelari diventa particolarmente rigorosa, e la scelta della custodia in carcere risulta ampiamente giustificata dalla pericolosità sociale dell’indagato e dal rischio di reiterazione del reato in un ambiente intimidatorio.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: nei reati aggravati dal metodo mafioso, la valutazione degli indizi e delle esigenze cautelari deve tenere conto del complessivo contesto di intimidazione. Le intercettazioni e le dichiarazioni di collaboratori di giustizia assumono un peso decisivo, specialmente quando le vittime sono restie a collaborare per paura. La decisione conferma inoltre che, per contestare efficacemente un’ordinanza cautelare in Cassazione, non è sufficiente proporre una lettura alternativa degli atti, ma è necessario individuare vizi logici o giuridici specifici nel ragionamento del giudice, un onere che in questo caso la difesa non è riuscita ad adempiere.

Quando le intercettazioni sono sufficienti a sostenere un’accusa di usura in fase cautelare?
Secondo la sentenza, le intercettazioni possono essere considerate una prova preminente e sufficiente, specialmente quando le dichiarazioni delle persone offese appaiono insincere a causa di un evidente stato di intimidazione e la versione dell’indagato risulta implausibile. In questi casi, il contenuto chiaro delle conversazioni registrate può prevalere su altre ricostruzioni.

Come viene dimostrata l’aggravante del metodo mafioso?
L’aggravante del metodo mafioso viene dimostrata attraverso un insieme di elementi convergenti. Nel caso specifico, sono state decisive le dichiarazioni di collaboratori di giustizia, le captazioni che inserivano l’attività illecita nell’alveo di un clan e, soprattutto, l’evidente stato di paura e soggezione delle vittime, considerato una diretta conseguenza della forza intimidatrice promanante dall’associazione criminale.

Perché il ricorso contro la custodia in carcere è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati sono stati ritenuti generici e non specificamente critici verso i punti fondamentali della motivazione dell’ordinanza impugnata. La difesa si è limitata a proporre una diversa valutazione dei fatti, senza evidenziare vizi logici o giuridici nel ragionamento del giudice del riesame, che la Cassazione ha invece ritenuto coerente e ben argomentato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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