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Messa alla prova: termini e Riforma Cartabia

Un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando questioni sulla richiesta tardiva di messa alla prova alla luce della Riforma Cartabia e sull’affidabilità dell’etilometro. La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che i nuovi termini per la messa alla prova si applicano solo ai reati resi ammissibili dalla riforma stessa, non a quelli, come la guida in stato di ebbrezza, che lo erano già in precedenza. Ha inoltre ribadito che spetta all’imputato l’onere di allegare elementi specifici per contestare il funzionamento dell’etilometro.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Messa alla prova: termini perentori e limiti della Riforma Cartabia

L’istituto della messa alla prova rappresenta un’importante alternativa al processo penale tradizionale, ma il suo accesso è vincolato a termini procedurali rigorosi. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali sugli effetti della Riforma Cartabia sui procedimenti in corso, specificando quando non è possibile beneficiare della riapertura dei termini per presentare la richiesta. Analizziamo il caso di una condanna per guida in stato di ebbrezza per comprendere la decisione dei giudici supremi.

I Fatti del Caso

Un automobilista veniva condannato in primo grado dal Tribunale e successivamente dalla Corte d’Appello alla pena di 2 mesi di arresto e 500 euro di ammenda per il reato di guida in stato di ebbrezza, commesso nell’agosto 2018. L’accertamento era avvenuto tramite etilometro, che aveva rilevato un tasso alcolemico superiore ai limiti di legge.
Contro la sentenza di secondo grado, l’imputato, tramite il suo difensore, proponeva ricorso per Cassazione, basandolo su quattro distinti motivi.

I motivi del ricorso: dalla messa alla prova all’affidabilità dell’etilometro

La difesa dell’imputato ha articolato il ricorso su quattro punti principali:

1. Omessa valutazione della richiesta di messa alla prova: Si lamentava che la Corte d’Appello non avesse considerato la richiesta di sospensione del procedimento con messa alla prova, presentata per la prima volta proprio nel giudizio di secondo grado.
2. Violazione di legge sull’etilometro: Si contestava la validità del test alcolemico, sostenendo che l’accusa non avesse fornito la prova delle revisioni periodiche dell’apparecchio utilizzato.
3. Mancata applicazione della particolare tenuità del fatto: La difesa riteneva che i giudici avrebbero dovuto valutare l’applicabilità dell’art. 131-bis c.p., considerando le modalità della condotta e l’entità del pericolo.
4. Diniego della sanzione sostitutiva: Si censurava il rifiuto di sostituire la pena detentiva con il lavoro di pubblica utilità.

La Decisione della Corte di Cassazione e le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo tutte le doglianze della difesa con argomentazioni precise.

Messa alla prova e Riforma Cartabia: i termini non si riaprono per tutti

Il punto centrale della sentenza riguarda la richiesta di messa alla prova. La Corte ha ribadito che, secondo l’art. 464-bis c.p.p., tale richiesta deve essere presentata entro termini precisi nel giudizio di primo grado. L’imputato, avendola formulata per la prima volta in appello, era chiaramente decaduto da tale facoltà.

La difesa aveva invocato la disciplina transitoria della Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022), la quale ha effettivamente previsto una riapertura dei termini per chiedere la messa alla prova nei processi pendenti in appello. Tuttavia, i giudici hanno chiarito un aspetto fondamentale: questa norma transitoria si applica esclusivamente ai reati per i quali l’accesso alla messa alla prova è stato introdotto ex novo dalla riforma stessa.

Il reato di guida in stato di ebbrezza, invece, era già ammissibile alla messa alla prova anche prima della Riforma Cartabia. Di conseguenza, per questo tipo di reato, i termini originari restano validi e la disciplina transitoria non può essere invocata per sanare una decadenza già maturata. La richiesta era, quindi, irrimediabilmente tardiva.

L’Affidabilità dell’Etilometro e l’Onere di Allegazione

Sul secondo motivo, la Corte ha richiamato il proprio consolidato orientamento. Sebbene l’omologazione e le verifiche periodiche dell’etilometro siano obbligatorie, non spetta all’accusa produrre d’ufficio la relativa documentazione a sostegno dell’imputazione. È invece l’imputato ad avere un onere di allegazione: deve cioè contestare il buon funzionamento dell’apparecchio portando elementi concreti che possano far sorgere un dubbio ragionevole.

Nel caso di specie, la difesa si era limitata a dedurre una presunta incompatibilità logica tra le due misurazioni (1,28 g/l e 1,24 g/l), una differenza ritenuta dalla Corte talmente lieve da non essere sintomatica di un malfunzionamento. Una contestazione generica, pertanto, è stata ritenuta inammissibile.

Le Motivazioni sul Diniego della Particolare Tenuità e dei Lavori di Pubblica Utilità

Infine, la Corte ha giudicato manifestamente infondati anche gli ultimi due motivi. I giudici di merito avevano fornito una motivazione sintetica ma completa per negare sia la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto sia la sanzione sostitutiva del lavoro di pubblica utilità. Gli elementi considerati – l’ora notturna, l’elevato tasso alcolemico e la sintomatologia di ebbrezza mostrata dall’imputato – sono stati ritenuti indici sufficienti di una condotta significativamente pericolosa e, quindi, ostativi a entrambi i benefici richiesti.

Conclusioni

Questa sentenza offre due importanti lezioni pratiche. In primo luogo, conferma la perentorietà dei termini per la richiesta di messa alla prova, sottolineando che le norme transitorie della Riforma Cartabia hanno un ambito di applicazione circoscritto e non rappresentano una sanatoria generalizzata per le decadenze procedurali. In secondo luogo, ribadisce che la contestazione del funzionamento di strumenti tecnici come l’etilometro deve fondarsi su allegazioni specifiche e concrete, non potendo risolversi in una generica richiesta di prove a carico dell’accusa.

È possibile chiedere la messa alla prova per la prima volta in appello, invocando la Riforma Cartabia?
No. La sentenza chiarisce che la disciplina transitoria della Riforma Cartabia, che riapre i termini per la richiesta di messa alla prova in appello, si applica solo ai reati che sono diventati ammissibili a tale istituto grazie alla riforma stessa. Per i reati già ammessi in precedenza, come la guida in stato di ebbrezza, valgono i termini ordinari, che prevedono la richiesta entro la fine del primo grado di giudizio.

Per contestare il risultato dell’etilometro, è sufficiente chiedere alla Procura di dimostrare che è stato revisionato?
No, non è sufficiente. Secondo la Corte, l’imputato ha un ‘onere di allegazione’. Ciò significa che non può limitarsi a una richiesta generica, ma deve fornire elementi specifici e concreti che facciano dubitare del corretto funzionamento dell’apparecchio. Una minima differenza tra due misurazioni, ad esempio, non è stata ritenuta un elemento sufficiente.

Perché sono state negate la particolare tenuità del fatto e la sostituzione della pena con lavori di pubblica utilità?
La Corte d’Appello ha negato entrambi i benefici sulla base di una valutazione complessiva della condotta. Ha considerato l’ora notturna, l’elevato tasso alcolemico e i sintomi di ebbrezza manifestati dall’imputato come indici di un fatto concretamente pericoloso e non di ‘speciale tenuità’, giustificando così sia il diniego della causa di non punibilità sia quello della sanzione sostitutiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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