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Memoria difensiva non valutata: nullità del DASPO

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di convalida di un DASPO con obbligo di presentazione. La decisione si fonda sulla violazione del diritto di difesa, in quanto il Giudice non ha tenuto in alcuna considerazione la memoria difensiva presentata tempestivamente dall’interessato. Il caso sottolinea che l’omessa valutazione di una memoria difensiva non valutata correttamente rende il provvedimento nullo, poiché il contraddittorio, anche se documentale, deve essere effettivo e non meramente formale.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Memoria Difensiva Non Valutata: La Cassazione Annulla il DASPO

Il diritto di difesa è uno dei pilastri del nostro ordinamento giuridico e non può essere ridotto a una mera formalità. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito con forza questo principio, stabilendo che un’ordinanza di convalida di un DASPO è nulla se il giudice ignora completamente gli argomenti contenuti in una memoria difensiva non valutata. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere l’importanza del cosiddetto ‘contraddittorio cartolare’ e le conseguenze della sua violazione.

I Fatti del Caso: Un Provvedimento Urgente e una Difesa Ignorata

La vicenda ha origine da un decreto emesso dal Questore, con cui si imponeva a un soggetto un divieto di accesso a manifestazioni sportive (DASPO) per la durata di sette anni, aggravato dall’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Tale provvedimento, per sua natura, richiede la convalida da parte del Giudice per le indagini preliminari (GIP).

L’avvocato difensore del destinatario del DASPO, rispettando i termini di legge di 48 ore dalla notifica, depositava una memoria difensiva tramite posta elettronica certificata (PEC). In questo documento, la difesa contestava i presupposti di necessità e urgenza del provvedimento, l’effettiva pericolosità sociale del suo assistito e altri vizi procedurali. Tuttavia, poche ore dopo il deposito, il GIP emetteva l’ordinanza di convalida senza fare alcun cenno alla memoria ricevuta, né tantomeno confutando le argomentazioni in essa contenute.

Il Ricorso in Cassazione: Il Silenzio del Giudice Viola il Diritto di Difesa

Di fronte a questa palese omissione, la difesa ricorreva in Cassazione, lamentando la nullità dell’ordinanza di convalida per violazione del diritto di difesa. Il motivo del ricorso era semplice ma potentissimo: il GIP, non considerando la memoria, aveva di fatto privato l’indagato della possibilità di far valere le proprie ragioni, trasformando il contraddittorio in un monologo dell’accusa.

Le Motivazioni della Suprema Corte: La Memoria Difensiva Non Valutata è Causa di Nullità

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente le ragioni del ricorrente, affermando che il ricorso era fondato. I giudici hanno richiamato la loro consolidata giurisprudenza, secondo cui l’ordinanza di convalida di un provvedimento del Questore è affetta da nullità per violazione del diritto di difesa se è priva di qualsiasi riferimento alle deduzioni contenute nella memoria difensiva depositata nei termini.

La Corte ha specificato che la garanzia di difesa offerta al destinatario del provvedimento non è meramente formale, cioè non si esaurisce nella semplice possibilità di presentare uno scritto. Al contrario, essa ha una natura sostanziale, che impone al giudice l’obbligo di motivare in ordine al contenuto delle memorie e delle deduzioni presentate. Il giudice deve prendere in esame le questioni sollevate dalla difesa e fornire una risposta, anche sintetica, per dimostrare di averle effettivamente valutate. Nel caso di specie, la memoria era stata trasmessa via PEC alle 14:43 e l’ordinanza era stata emessa alle 16:00 dello stesso giorno, senza che vi fosse traccia di una sua valutazione. Questa omissione ha determinato la nullità del provvedimento impugnato.

Le Conclusioni: L’Annullamento e le Implicazioni Pratiche

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata, dichiarando l’inefficacia del provvedimento del Questore limitatamente all’obbligo di presentazione. La decisione riafferma un principio cruciale: ogni cittadino ha diritto a una difesa effettiva. Un giudice non può semplicemente ignorare gli argomenti difensivi. L’obbligo di motivazione serve proprio a garantire che la decisione sia il risultato di una ponderazione tra le ragioni dell’accusa e quelle della difesa. Questa sentenza costituisce un importante monito per l’autorità giudiziaria e una tutela fondamentale per i diritti dei cittadini sottoposti a misure di prevenzione.

Cosa succede se un giudice ignora una memoria difensiva presentata tempestivamente?
L’ordinanza emessa dal giudice è affetta da nullità per violazione del diritto di difesa, in quanto viene a mancare una valutazione effettiva delle argomentazioni difensive.

Il diritto di presentare memorie scritte nel procedimento di convalida è una garanzia solo formale?
No, la Corte di Cassazione ha ribadito che si tratta di una garanzia sostanziale. Ciò significa che non basta consentire il deposito di uno scritto, ma è necessario che il giudice ne esamini il contenuto e motivi la sua decisione anche in relazione ad esso.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione in questo caso specifico?
La Corte ha annullato senza rinvio l’ordinanza di convalida del GIP e ha dichiarato l’inefficacia del provvedimento del Questore per la parte relativa all’obbligo di presentazione, a causa della mancata valutazione della memoria difensiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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