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Memoria difensiva ignorata: nullità dell’ordinanza

Un individuo ha ricevuto un’ordinanza impositiva di un obbligo di presentazione alla polizia. Nonostante abbia depositato tempestivamente una memoria difensiva, il giudice della convalida l’ha completamente ignorata. La Corte di Cassazione ha stabilito che tale omissione costituisce una violazione del diritto di difesa, dichiarando la nullità dell’ordinanza e rinviando il caso per un nuovo esame. La sentenza ribadisce l’obbligo per il giudice di valutare le argomentazioni difensive presentate.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Memoria Difensiva Ignorata: La Cassazione Annulla l’Ordinanza per Violazione del Diritto di Difesa

Il diritto di difesa è un pilastro fondamentale del nostro ordinamento giuridico. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito con forza questo principio, chiarendo le conseguenze che derivano dall’omessa valutazione da parte del giudice di una memoria difensiva tempestivamente presentata. Questo caso offre uno spaccato cruciale sull’importanza del contraddittorio, anche in forma scritta, nei procedimenti che limitano la libertà personale.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un provvedimento emesso dal Questore, con cui veniva imposto a un cittadino un duplice obbligo di presentazione presso gli uffici di polizia per una durata di cinque anni. L’interessato, avvalendosi dei propri diritti, presentava una memoria difensiva entro il termine di 48 ore dalla notifica del provvedimento, contestando l’attribuzione dei fatti, la sua presunta pericolosità e la congruità della misura.

Tuttavia, il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), chiamato a convalidare il provvedimento del Questore, emetteva la sua ordinanza senza fare alcun riferimento, né formale né sostanziale, agli argomenti contenuti nello scritto difensivo. Il giudice si limitava a confermare la misura, ignorando completamente le doglianze sollevate. Contro questa ordinanza, il cittadino proponeva ricorso per cassazione.

L’Obbligo di Valutazione della Memoria Difensiva

Il ricorrente lamentava principalmente la violazione di legge per l’omessa valutazione della memoria difensiva. La legge, infatti, prevede un termine di 48 ore affinché l’interessato possa presentare le proprie deduzioni al giudice competente per la convalida. Questo termine non è una mera formalità, ma rappresenta una garanzia essenziale del diritto di difesa.

La giurisprudenza di legittimità è consolidata nel ritenere che, qualora la persona si avvalga di questa facoltà, il giudice ha l’obbligo di prendere in considerazione le argomentazioni difensive. Non è sufficiente un richiamo generico alla normativa; è necessaria una valutazione, anche sintetica, delle questioni sollevate.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno riaffermato un principio cardine: l’ordinanza di convalida che omette qualsiasi riferimento alle deduzioni contenute in una memoria difensiva ritualmente depositata è nulla per violazione del diritto di difesa, sancito dall’art. 178, lett. c), del codice di procedura penale.

Nel caso specifico, era pacifico che il ricorrente avesse depositato la memoria entro i termini. Il giudice a quo, invece, non solo non ha confutato le argomentazioni, ma non le ha neppure menzionate, disattendendo così l’esercizio del diritto di difesa. Questo vizio procedurale è stato considerato talmente grave da essere assorbente rispetto a tutti gli altri motivi di ricorso.

Le Conclusioni

La Corte ha quindi annullato l’ordinanza impugnata e ha rinviato il caso al Tribunale per un nuovo esame, che dovrà necessariamente tenere conto delle argomentazioni difensive. La decisione sottolinea che il contraddittorio cartolare, seppur in una fase rapida come quella della convalida, non può essere svuotato di contenuto. L’obbligo del giudice di leggere e valutare gli scritti difensivi è una garanzia ineludibile, la cui violazione comporta la nullità del provvedimento. Questa sentenza rappresenta un importante monito per l’autorità giudiziaria e una tutela fondamentale per i diritti dei cittadini.

È valido un provvedimento del giudice che non considera la memoria difensiva presentata in tempo?
No, secondo la sentenza, l’ordinanza di convalida che non contiene alcun riferimento, né formale né sostanziale, alle deduzioni presentate nella memoria difensiva è nulla per violazione del diritto di difesa.

Entro quale termine si può presentare una memoria difensiva dopo la notifica di un provvedimento del Questore?
L’interessato ha un termine, che non può essere inferiore a 48 ore dalla notifica del provvedimento, per depositare memorie e deduzioni difensive al giudice competente per la convalida.

Cosa succede se il giudice ignora la memoria difensiva?
La Corte di Cassazione annulla l’ordinanza impugnata. In questo caso specifico, ha annullato l’ordinanza con rinvio al Tribunale per un nuovo esame e ha sospeso l’efficacia del provvedimento del Questore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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