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Marchio tridimensionale: la tutela penale e civile

La Corte di Cassazione analizza il caso di contraffazione di borse di lusso, focalizzandosi sulla tutela del marchio tridimensionale. Anche se il reato è prescritto, la Corte stabilisce i criteri per il risarcimento civile, affermando che la riproduzione della sola forma di un prodotto rinomato può integrare un illecito se idonea a trasferirne il potere attrattivo. La sentenza di merito è stata annullata per non aver adeguatamente provato che le caratteristiche dei prodotti imitati fossero univocamente riconducibili agli originali.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Marchio Tridimensionale: Quando la Forma di un Prodotto è Protetta?

La forma di una borsa, il design di una bottiglia o la sagoma di un’automobile possono essere protetti come un vero e proprio marchio? La risposta è affermativa e rientra nel concetto di marchio tridimensionale. Questo tema, di grande rilevanza nel mondo della proprietà intellettuale e del lusso, è stato al centro di una recente sentenza della Corte di Cassazione, che ha chiarito i confini della tutela penale e civile contro la contraffazione di prodotti celebri, anche quando il logo del brand è assente.

I Fatti del Caso

La vicenda giudiziaria riguarda un soggetto accusato di aver commercializzato borse che, pur non riportando i marchi ufficiali, riproducevano fedelmente la tipologia, la forma e le dimensioni di modelli iconici appartenenti a note case di alta moda. Il procedimento penale, dopo una condanna in primo grado, si era concluso in appello con una declaratoria di prescrizione del reato. Tuttavia, la questione non si è esaurita lì: le parti civili, ovvero le aziende titolari dei marchi, hanno insistito per ottenere il risarcimento dei danni. La Corte d’Appello aveva confermato la responsabilità civile dell’imputato, ma quest’ultimo ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che la mera riproduzione della forma non fosse sufficiente a integrare un illecito.

La Tutela del Marchio Tridimensionale per i Brand Rinomati

Il cuore della controversia verte sulla proteggibilità del marchio tridimensionale. La legge, sia a livello europeo che nazionale, esclude dalla registrazione le forme imposte dalla natura stessa del prodotto, quelle necessarie per ottenere un risultato tecnico o quelle che danno un valore sostanziale al prodotto. Tuttavia, quando la forma è distintiva e originale, può essere tutelata.

La Corte di Cassazione ha affrontato la questione distinguendo il piano penale da quello civile e introducendo un elemento fondamentale: la notorietà del marchio.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha annullato la decisione di merito, ma non perché la forma non sia tutelabile, bensì per una carenza di motivazione e di prova. Il ragionamento dei giudici si è sviluppato lungo due direttrici principali.

La prima riguarda lo standard probatorio applicabile. Quando il reato è prescritto e il giudice deve decidere solo sugli effetti civili, non si applica più il rigoroso criterio penale dell’ ‘oltre ogni ragionevole dubbio’, ma quello civilistico del ‘più probabile che non’. Il giudice deve quindi valutare se, sulla base delle prove, sia più probabile che l’illecito civile si sia verificato piuttosto che no.

La seconda, e più rilevante, attiene alla cosiddetta ‘tutela rafforzata’ dei marchi rinomati. La Corte ha affermato un principio di diritto cruciale: integra il reato di contraffazione (e quindi un illecito civile) anche la riproduzione della tipologia, forma e dimensioni di un prodotto appartenente a un marchio ‘rinomato’, pure in assenza del logo, ma a una condizione precisa. È necessario accertare che la riproduzione abbia caratteristiche idonee a trasferire sul prodotto imitato il potere di individuazione e l’aura di prestigio dell’originale. In altre parole, l’imitazione deve essere in grado di agganciarsi parassitariamente all’immagine del marchio celebre, sfruttandone il potere attrattivo e simbolico.

Nel caso specifico, la Corte di Cassazione ha ritenuto che i giudici d’appello si fossero fermati a un’affermazione generica, senza approfondire in concreto se i prodotti sequestrati avessero caratteristiche peculiari (non solo nella forma, ma anche nei colori, nelle rifiniture, nei materiali) tali da poterli univocamente ricondurre ai modelli originali. La motivazione era inadeguata perché non aveva spiegato perché e come quelle specifiche borse contraffatte potessero evocare in modo inequivocabile i prodotti di lusso, generando così un danno per i titolari dei marchi.

Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante punto di riferimento nella tutela del marchio tridimensionale e, più in generale, dei brand di lusso. Essa conferma che la protezione di un marchio celebre va oltre il semplice nome o logo, estendendosi agli elementi di design che ne costituiscono l’essenza e il valore. Tuttavia, non basta una somiglianza generica. Per ottenere un risarcimento, è necessario fornire una prova concreta e dettagliata che dimostri come l’imitazione sia in grado di ‘contaminare’ l’immagine dell’originale e di sfruttarne indebitamente la notorietà. La decisione è stata quindi annullata con rinvio al giudice civile competente, che dovrà riesaminare il caso applicando questi rigorosi principi.

La riproduzione della sola forma di un prodotto famoso, senza il marchio, costituisce un illecito?
Sì, può costituire un illecito civile e penale. La Corte di Cassazione ha stabilito che la riproduzione della tipologia, forma e dimensioni di un prodotto appartenente a un marchio ‘rinomato’ è illecita se si accerta che tale riproduzione possiede caratteristiche idonee a trasferire sul prodotto imitato il potere di individuazione e l’attrattiva dell’originale.

Se un reato si prescrive, la vittima perde il diritto al risarcimento del danno?
No. Anche se il reato è dichiarato estinto per prescrizione, il processo può continuare ai soli fini della responsabilità civile. In questo caso, il giudice valuterà la domanda di risarcimento non più secondo lo standard penale (‘oltre ogni ragionevole dubbio’) ma secondo quello civile (‘più probabile che non’).

Cosa significa che un marchio ‘rinomato’ gode di una ‘tutela rafforzata’?
Significa che la sua protezione legale è più ampia rispetto a un marchio ordinario. La tutela non si limita a prevenire il rischio di confusione per il consumatore, ma si estende a proteggere il valore economico, l’attrattiva e l’immagine del marchio da qualsiasi forma di sfruttamento parassitario o di diluizione della sua forza distintiva, anche in assenza di una riproduzione letterale del logo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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