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Marchio Notorio: Inammissibile il ricorso generico

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro una condanna per commercio di prodotti con marchio contraffatto. Per un marchio notorio, la cui notorietà è incontestata, non è necessaria la prova della registrazione per configurare il reato. L’onere di provare l’assenza di protezione spetta all’imputato.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Marchio Notorio e Contraffazione: Quando la Prova della Registrazione Non Serve

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha ribadito un principio cruciale in materia di reati contro la fede pubblica, specificamente per la tutela del marchio notorio. La decisione chiarisce che, in presenza di marchi ampiamente conosciuti, l’accusa non è tenuta a dimostrarne la registrazione formale per provare il reato di contraffazione previsto dall’articolo 474 del codice penale. Questo pronunciamento consolida un orientamento giurisprudenziale volto a una tutela più efficace dei segni distintivi che godono di una vasta fama presso il pubblico.

I Fatti Processuali

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Roma. La Corte territoriale lo aveva condannato per il reato di cui all’art. 474 c.p., relativo all’introduzione nello Stato e al commercio di prodotti con segni falsi. L’imputato ha quindi adito la Corte di Cassazione, contestando la decisione di secondo grado. Il ricorso, tuttavia, è stato giudicato generico e privo delle necessarie ragioni di diritto e di fatto a sostegno delle richieste avanzate.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su due pilastri principali: la genericità delle doglianze e la manifesta infondatezza delle stesse nel merito. I giudici hanno sottolineato che le argomentazioni del ricorrente non erano idonee a scalfire la logicità e la coerenza della sentenza impugnata, risultando in una mera riproposizione di questioni già valutate e respinte.

Le Motivazioni sul Marchio Notorio

Il cuore della motivazione risiede nella disamina dei requisiti probatori per il reato di contraffazione di un marchio notorio. La Corte ha affermato che, ai fini della sussistenza del delitto previsto dall’art. 474 c.p., quando si tratta di un ‘marchio di larghissimo uso’ e di ‘incontestata utilizzazione’ da parte delle relative società produttrici, non è richiesta la prova della sua avvenuta registrazione.

Questo principio si basa sulla considerazione che la notorietà stessa del marchio costituisce un fatto che non necessita di prova formale, in quanto la sua fama è già radicata nella percezione del consumatore medio. Di conseguenza, si verifica un’inversione dell’onere della prova: spetta a chi nega la protezione del marchio, ovvero all’imputato, dimostrare l’eventuale insussistenza dei presupposti per la sua tutela legale. In assenza di tale prova contraria, la notorietà del marchio è sufficiente a integrare l’elemento oggettivo del reato.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Con questa ordinanza, la Cassazione conferma che la tutela penale accordata al marchio notorio è particolarmente forte e prescinde, a livello probatorio, dalla formale registrazione. La decisione ha importanti implicazioni pratiche: da un lato, rafforza la posizione dei titolari di marchi celebri, che non devono sobbarcarsi l’onere di produrre certificati di registrazione in ogni procedimento penale per contraffazione. Dall’altro, rende più ardua la difesa per chi commercia prodotti contraffatti, il quale non può più fondare le proprie argomentazioni sulla mera assenza di una prova formale della registrazione del marchio. Il ricorso è stato quindi dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Per accusare qualcuno di vendere prodotti con un marchio notorio contraffatto, è sempre necessario provare che il marchio sia stato registrato?
No, secondo la Corte di Cassazione, quando si tratta di un marchio di larghissimo uso e di incontestata utilizzazione, non è richiesta la prova della sua avvenuta registrazione per configurare il reato.

In un processo per contraffazione di un marchio notorio, su chi ricade l’onere di provare che il marchio non è protetto?
L’onere di provare l’insussistenza dei presupposti per la protezione del marchio ricade su chi contesta tale protezione, ovvero sull’imputato.

Quali sono le conseguenze di un ricorso in Cassazione ritenuto generico e manifestamente infondato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma pecuniaria in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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