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Mandato di arresto europeo: il rigetto del ricorso

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una cittadina condannata in absentia a Praga, confermando la validità di un mandato di arresto europeo. La Corte ha stabilito che la garanzia di un nuovo processo dopo la consegna è sufficiente a sanare l’assenza al primo. Inoltre, ha ribadito che per la doppia incriminazione conta la natura del fatto (in questo caso, associazione per delinquere), non la perfetta corrispondenza tra le norme, rendendo superflua l’acquisizione della sentenza estera.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato di Arresto Europeo: Quando è Legittima la Consegna per una Condanna in Absentia?

La cooperazione giudiziaria in ambito europeo si fonda su strumenti efficaci come il mandato di arresto europeo (MAE), che semplifica le procedure di consegna tra Stati membri. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 5046/2025, offre importanti chiarimenti sui requisiti di validità del MAE, specialmente nei casi di condanne pronunciate in assenza dell’imputato e sulla verifica della doppia punibilità. La decisione analizza il delicato equilibrio tra l’esigenza di efficienza della giustizia e la tutela dei diritti fondamentali della persona richiesta.

Il Caso: Ricorso contro la Consegna basata su un Mandato di Arresto Europeo

Una cittadina era stata richiesta in consegna dall’autorità giudiziaria di Praga tramite un mandato di arresto europeo per l’esecuzione di una condanna definitiva a sei anni di reclusione per associazione per delinquere e truffa. La condanna era stata emessa in seguito a un processo svoltosi in sua assenza (in contumacia). La Corte di appello di Roma, pur rifiutando la consegna materiale, aveva disposto il riconoscimento della sentenza straniera e l’esecuzione della pena in Italia.

Contro questa decisione, la difesa della donna ha proposto ricorso in Cassazione, sollevando tre questioni principali: la violazione del diritto di difesa per non aver avuto conoscenza del processo a suo carico, la non riconducibilità dei fatti contestati al reato di associazione per delinquere secondo la legge italiana e la mancata acquisizione della sentenza di condanna ai fini del riconoscimento.

I Motivi di Ricorso: Processo in Assenza e Doppia Punibilità

Il ricorso si concentrava su due pilastri fondamentali della procedura di consegna. In primo luogo, si contestava la legittimità dell’esecuzione di una condanna emessa senza che l’imputata avesse mai avuto conoscenza del procedimento. In secondo luogo, si sosteneva che i fatti descritti nel mandato di arresto europeo non integrassero gli elementi costitutivi del reato associativo previsto dall’art. 416 del codice penale italiano, violando così il principio di doppia punibilità.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, ritenendolo infondato in ogni sua parte. Le motivazioni della Corte forniscono una guida chiara sull’interpretazione delle norme che regolano il mandato di arresto europeo.

Validità del Mandato di Arresto emesso in Absentia

Sul primo punto, la Corte ha chiarito che, ai sensi della Legge n. 69/2005 (aggiornata nel 2021), per i processi svoltisi in assenza dell’imputato, è sufficiente che il MAE contenga l’indicazione di una delle condizioni previste dalla norma. Nel caso di specie, il mandato specificava espressamente che la persona, una volta consegnata, avrebbe ricevuto notifica personale della decisione e sarebbe stata informata del suo diritto a un nuovo processo o a un appello che consentisse il riesame completo del merito. Questa garanzia è stata ritenuta sufficiente a tutelare il diritto di difesa, sanando l’originaria assenza.

Il Principio della Doppia Punibilità e il Reato Associativo

Per quanto riguarda la seconda doglianza, la Cassazione ha ribadito un principio consolidato: la verifica della doppia punibilità non richiede una perfetta sovrapposizione tra la norma incriminatrice straniera e quella italiana. È invece sufficiente che la condotta concreta, descritta sul piano “naturalistico-strutturale” nel mandato, sia punibile come reato in entrambi gli ordinamenti. Nel caso in esame, il mandato descriveva chiaramente che la ricorrente aveva commesso una serie di truffe non come singolo individuo (uti singuli), ma come membro di un gruppo organizzato con una precisa ripartizione di compiti. Tale descrizione è stata considerata sufficiente per configurare la fattispecie del reato associativo anche per la legge italiana.

L’Acquisizione della Sentenza Straniera

Infine, la Corte ha definito “ultronea”, ovvero superflua, la richiesta di acquisire la sentenza di condanna straniera. Poiché il mandato di arresto europeo conteneva già una descrizione dei fatti sufficientemente dettagliata per valutare la sussistenza del reato associativo e la doppia punibilità, non era necessaria ulteriore documentazione istruttoria.

Le Conclusioni: Criteri Rigorosi ma Chiari

La sentenza in esame consolida l’orientamento della giurisprudenza sui requisiti del mandato di arresto europeo. La Corte di Cassazione conferma che le garanzie procedurali, come il diritto a un nuovo processo, possono bilanciare un’assenza nel giudizio di primo grado. Inoltre, rafforza un approccio sostanziale e non meramente formale alla verifica della doppia punibilità, focalizzandosi sulla descrizione concreta dei fatti piuttosto che su un’astratta comparazione tra norme. Questa decisione ribadisce la fiducia nel sistema di cooperazione giudiziaria europea, fondato su principi di efficienza e rispetto reciproco delle decisioni, pur senza sacrificare i diritti fondamentali della difesa.

È valido un mandato di arresto europeo per una condanna emessa in assenza dell’imputato?
Sì, è valido a condizione che il mandato specifichi che la persona, una volta consegnata, sarà personalmente informata della decisione e del suo diritto a ottenere un nuovo processo o un giudizio di appello che consenta il riesame del merito, garantendone la partecipazione.

Per applicare il mandato di arresto europeo, il reato contestato all’estero deve essere identico a un reato previsto in Italia?
No, non è necessaria un’identità perfetta. È sufficiente che la condotta concreta descritta nel mandato sia punibile come reato in entrambi gli ordinamenti giuridici (principio della doppia punibilità), a prescindere dalla diversità del titolo del reato o degli elementi richiesti per la sua configurazione.

È sempre necessario acquisire la sentenza di condanna straniera per decidere sulla consegna?
No, non è sempre necessario. Se il mandato di arresto europeo descrive i fatti in modo sufficientemente dettagliato da permettere all’autorità giudiziaria di valutare la configurabilità del reato secondo la legge nazionale, l’acquisizione della sentenza può essere ritenuta superflua.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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