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Mandato d’Arresto Europeo: notifica e diritti difesa

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un cittadino straniero contro la sua consegna alla Francia in esecuzione di un Mandato d’Arresto Europeo. Nonostante i dubbi sulla notifica dell’udienza di appello in Francia, la Corte ha ritenuto decisiva la mancata impugnazione della sentenza di condanna, ritualmente notificata, che è così divenuta definitiva e ha reso legittima la procedura di consegna.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato d’Arresto Europeo: Quando la Mancata Impugnazione Rende Definitiva la Condanna

Il Mandato d’Arresto Europeo (MAE) è uno strumento fondamentale per la cooperazione giudiziaria all’interno dell’Unione Europea, ma la sua applicazione deve sempre bilanciare l’efficienza della giustizia con la tutela dei diritti fondamentali della difesa. Una recente sentenza della Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso emblematico, chiarendo il peso della mancata impugnazione di una sentenza estera ai fini della consegna del condannato.

I Fatti del Caso

La vicenda riguarda un cittadino tunisino condannato in Francia per un reato corrispondente, nel nostro ordinamento, ai delitti di lesioni personali. Sulla base di tale condanna, l’autorità giudiziaria francese emetteva un Mandato d’Arresto Europeo per l’esecuzione della pena. La Corte di Appello di Milano, quale autorità giudiziaria italiana competente, accoglieva la richiesta e disponeva la consegna dell’uomo alla Francia.

Il Ricorso in Cassazione: Il Mandato d’Arresto Europeo e il Diritto di Difesa

L’interessato, tramite il suo difensore, presentava ricorso in Cassazione, sostenendo la violazione del suo diritto alla difesa nel procedimento francese. In particolare, lamentava di non essere stato adeguatamente informato dello svolgimento del processo d’appello in Francia. Secondo la difesa, la citazione per l’udienza era stata notificata unicamente al difensore francese, senza che fosse chiaro se ciò fosse avvenuto a seguito di una elezione di domicilio. Inoltre, l’imputato non era presente all’udienza, né era assistito da un legale.

L’autorità giudiziaria francese, interpellata dalla Corte italiana, aveva chiarito che, sebbene l’imputato non fosse comparso, era da considerarsi a conoscenza della data dell’udienza. Pertanto, la sentenza emessa non era considerata ‘contumaciale’ secondo il diritto francese, ma una decisione pronunciata nei confronti di un ‘imputato assente ma informato’.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. Il ragionamento dei giudici si è concentrato su un aspetto procedurale cruciale e decisivo. Pur prendendo atto delle argomentazioni difensive relative alla notifica dell’udienza, la Corte ha osservato che la difesa non aveva contestato la ritualità della notifica della sentenza finale di appello.

Questo punto è fondamentale: la sentenza di condanna emessa dalla Corte di appello francese era stata regolarmente notificata al condannato. A fronte di tale notifica, egli non aveva proposto alcun ulteriore mezzo di impugnazione, come un ricorso alla Corte di Cassazione francese. Di conseguenza, la sentenza era divenuta definitiva ed esecutiva.

Secondo la Suprema Corte, la mancata proposizione di un ricorso contro la sentenza di appello, di cui il condannato era stato messo a conoscenza, sana ogni potenziale vizio relativo alla sua partecipazione al giudizio. In altre parole, avendo avuto l’opportunità di contestare la decisione finale e non avendolo fatto, l’uomo ha implicitamente accettato la sua definitività. Questo rende il titolo su cui si fonda il Mandato d’Arresto Europeo pienamente valido ed eseguibile.

Conclusioni

La sentenza in esame offre un’importante lezione sulle procedure di consegna basate su un Mandato d’Arresto Europeo. La Corte di Cassazione ribadisce che, ai fini della valutazione sulla legittimità della consegna, assume un’importanza centrale la definitività del titolo giudiziario estero. Anche in presenza di dubbi sul pieno rispetto del diritto di difesa in una fase intermedia del processo, la mancata impugnazione della sentenza finale, una volta che questa sia stata ritualmente notificata, preclude la possibilità di sollevare tali vizi nella procedura di esecuzione del MAE. La passività del condannato di fronte alla notifica della sentenza definitiva consolida la decisione e spiana la strada alla cooperazione giudiziaria europea.

È possibile opporsi alla consegna basata su un Mandato d’Arresto Europeo se si sostiene di non essere stati informati dell’udienza nel processo estero?
No, secondo questa sentenza, se la sentenza di condanna finale è stata regolarmente notificata e l’interessato non l’ha impugnata, rendendola definitiva, non è più possibile contestare eventuali vizi di notifica dell’udienza per opporsi alla consegna.

Qual è la conseguenza della mancata impugnazione di una sentenza di condanna notificata?
La mancata impugnazione di una sentenza regolarmente notificata ne determina la definitività e l’esecutività. Ciò significa che la condanna diventa finale e può essere eseguita, anche attraverso strumenti come il Mandato d’Arresto Europeo.

Il giudice italiano riesamina il merito del processo straniero quando decide sulla consegna?
No, il giudice italiano non riesamina il merito del caso (cioè se l’imputato sia colpevole o innocente). La sua valutazione si concentra sulla verifica dei requisiti formali e sostanziali previsti dalla legge sul Mandato d’Arresto Europeo, inclusa la tutela dei diritti fondamentali della difesa nel procedimento estero, come chiarito in questa sentenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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