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Mandato ad impugnare: quando è inammissibile il ricorso

Un ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile per un vizio formale. La Corte ha stabilito che la mancata allegazione di uno specifico mandato ad impugnare, rilasciato dopo la sentenza dall’imputato giudicato in assenza, rende l’impugnazione invalida. Questa sentenza sottolinea l’importanza cruciale del rispetto delle formalità procedurali, che prevalgono sull’analisi del merito dei motivi di ricorso.

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Pubblicato il 18 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato ad Impugnare: La Cassazione Ribadisce la Regola di Inammissibilità

Nel processo penale, la forma è sostanza. Una recente sentenza della Corte di Cassazione lo dimostra chiaramente, dichiarando inammissibile un ricorso non per l’infondatezza dei motivi, ma per la mancanza di un requisito procedurale fondamentale: lo specifico mandato ad impugnare. Questa decisione evidenzia come, soprattutto a seguito delle recenti riforme, la cura degli aspetti formali sia diventata un passaggio non più trascurabile per la tutela dei diritti dell’imputato.

Il Caso in Esame: Dalla Condanna al Ricorso

Il caso trae origine da una condanna emessa dalla Corte di Appello di Roma nei confronti di un individuo, ritenuto responsabile per reati legati agli stupefacenti (art. 73, comma 4, d.P.R. 309/90) e resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.). In secondo grado, la pena era stata parzialmente riformata con la concessione delle attenuanti generiche.

La difesa aveva presentato ricorso in Cassazione basandosi su tre motivi principali:
1. Errata qualificazione del reato: Si sosteneva che il reato di spaccio dovesse essere considerato di lieve entità (art. 73, comma 5), contestando la valutazione della Corte territoriale basata solo su dati quantitativi.
2. Mancata applicazione della non punibilità per particolare tenuità del fatto: La difesa lamentava che la Corte d’Appello avesse ritenuto inammissibile la richiesta di applicare l’art. 131-bis c.p., nonostante questa causa di non punibilità possa essere rilevata d’ufficio.
3. Contraddittorietà della motivazione: Si evidenziava un’incoerenza tra la concessione delle attenuanti generiche e il diniego della sospensione condizionale della pena.

La Decisione della Cassazione: il Ruolo Cruciale del Mandato ad Impugnare

Nonostante le argomentazioni di merito, la Corte di Cassazione non è mai entrata nell’analisi dei motivi proposti. Il ricorso è stato bloccato in via preliminare e dichiarato inammissibile per una ragione puramente procedurale.

Il punto focale della decisione è l’applicazione dell’articolo 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale. Questa norma, introdotta dalla c.d. Riforma Cartabia, stabilisce che, quando l’imputato è stato giudicato in assenza nel precedente grado di giudizio, il suo difensore debba allegare al ricorso uno ‘specifico mandato ad impugnare’, rilasciato dall’assistito dopo la pronuncia della sentenza che si intende contestare.

Nel caso di specie, l’imputato era assente nel processo d’appello. Il ricorso in Cassazione era stato presentato da un avvocato sostituto processuale, ma all’atto non era allegato alcun mandato, né a favore del difensore titolare né del sostituto. Questa mancanza è stata ritenuta fatale.

Le Motivazioni della Corte

La Cassazione ha spiegato che l’onere formale del deposito di uno specifico mandato ad impugnare post-sentenza è inderogabile. La ratio di questa norma è garantire che il giudizio di legittimità si svolga nei confronti di un assente ‘consapevole’, ovvero un imputato che sia stato effettivamente informato della sentenza a suo carico e abbia manifestato la volontà di impugnarla.

La Corte ha ribadito che questa regola serve a limitare i casi di rescissione del giudicato e altri rimedi restitutori, assicurando la certezza del diritto e la consapevole partecipazione dell’imputato al processo. La mancanza di tale documento, pertanto, non è una mera irregolarità, ma un vizio che comporta la sanzione più grave: l’inammissibilità del ricorso.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa sentenza è un monito per tutti gli operatori del diritto: la massima attenzione alle formalità procedurali è essenziale. Un ricorso ben argomentato nel merito può essere vanificato da un’omissione formale. L’obbligo di allegare un mandato ad impugnare specifico e successivo alla sentenza per l’imputato assente non ammette deroghe.

Per l’imputato, le conseguenze sono drastiche: la sentenza di condanna diventa definitiva e viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, senza che le sue ragioni di difesa siano state esaminate nel merito dalla Suprema Corte. La decisione sottolinea quindi l’importanza di una comunicazione efficace e tempestiva tra difensore e assistito, specialmente quando quest’ultimo non è presente in aula.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché non era stato allegato uno specifico mandato ad impugnare rilasciato dall’imputato dopo la pronuncia della sentenza d’appello, come richiesto dall’art. 581, comma 1-quater, cod. proc. pen., dato che l’imputato era stato giudicato in assenza.

Cosa è il ‘mandato specifico ad impugnare’ richiesto dalla legge?
È un atto formale con cui l’imputato, dopo essere venuto a conoscenza della sentenza di condanna, conferisce espressamente al proprio difensore il potere di presentare l’impugnazione. Serve a garantire che l’imputato assente sia consapevole e consenziente rispetto alla prosecuzione del processo.

Quali sono le conseguenze per l’imputato quando un ricorso viene dichiarato inammissibile per un vizio di forma?
La sentenza di condanna impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro in favore della Cassa delle Ammende, come stabilito nel caso di specie nella misura di 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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