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Mandato ad impugnare: appello inammissibile

Un uomo condannato per rapina aggravata presenta ricorso in Cassazione. La Corte Suprema, tuttavia, dichiara il ricorso inammissibile non per motivi di merito, ma per una ragione procedurale introdotta dalla Riforma Cartabia: la mancata presentazione di uno specifico mandato ad impugnare, necessario quando l’imputato è assente. La sentenza sottolinea l’importanza dei nuovi adempimenti formali per la validità delle impugnazioni.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato ad Impugnare: la Riforma Cartabia Rende l’Appello Inammissibile

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 6328 del 2024, offre un’importante lezione sull’impatto della Riforma Cartabia sulla procedura penale. Un ricorso, ricco di argomentazioni di merito, è stato respinto non per l’infondatezza delle doglianze, ma per la mancanza di un adempimento formale diventato cruciale: lo specifico mandato ad impugnare. Questo caso dimostra come la forma, nel diritto, sia essa stessa sostanza, specialmente quando si tratta di garantire la piena consapevolezza dell’imputato nel proseguire il percorso giudiziario.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una condanna per concorso in rapina aggravata, confermata in secondo grado dalla Corte di Appello di Roma. L’imputato, ritenendo la sentenza ingiusta, ha proposto ricorso per Cassazione tramite il suo difensore, sollevando una serie di questioni sia procedurali che di merito.

I Motivi del Ricorso

La difesa aveva articolato il ricorso su cinque punti principali, contestando la sentenza d’appello sotto vari profili:

1. Inutilizzabilità delle Dichiarazioni della Persona Offesa: Si lamentava la violazione del diritto al contraddittorio, poiché le accuse si basavano unicamente sulle dichiarazioni rese dalla vittima, divenuta irreperibile nel corso del processo. Secondo la difesa, la sua prevedibile irreperibilità avrebbe dovuto spingere il pubblico ministero a richiedere un incidente probatorio.
2. Inutilizzabilità dei Tabulati Telefonici: Veniva contestata l’acquisizione dei tabulati telefonici in assenza di un decreto motivato dell’autorità giudiziaria, requisito non surrogabile dalla testimonianza dell’ufficiale di polizia giudiziaria.
3. Vizio di Motivazione sulla Responsabilità: La difesa evidenziava una valutazione errata dell’attendibilità della persona offesa, le cui dichiarazioni presentavano contraddizioni rispetto a quanto riferito da un testimone oculare.
4. Errata Qualificazione Giuridica del Fatto: Si chiedeva di riqualificare il reato da rapina a furto con strappo, sostenendo che la violenza fosse stata diretta esclusivamente al bene sottratto e non intenzionalmente alla persona.
5. Mancato Riconoscimento delle Attenuanti Generiche: Infine, si contestava il bilanciamento delle attenuanti, non considerate prevalenti sull’aggravante nonostante l’imputato fosse incensurato e i fatti risalissero al 2014.

La Decisione della Cassazione: Inammissibilità per Assenza del Mandato ad Impugnare

Nonostante la complessità delle questioni sollevate, la Corte di Cassazione non è entrata nell’analisi di merito. L’attenzione dei giudici si è concentrata su un aspetto preliminare e dirimente: un nuovo requisito di ammissibilità introdotto dalla Riforma Cartabia.

La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché il difensore non aveva allegato lo specifico mandato ad impugnare previsto dall’articolo 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale. Questa norma, applicabile alle sentenze pronunciate dopo il 30 dicembre 2022 (come quella in esame, datata 1° febbraio 2023), impone un adempimento fondamentale quando si procede in assenza dell’imputato.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sull’applicazione della nuova disciplina processuale. L’articolo 581, comma 1-quater c.p.p. stabilisce che, nel caso di imputato assente, l’atto di impugnazione del difensore deve essere accompagnato, a pena di inammissibilità, da uno specifico mandato rilasciato dopo la pronuncia della sentenza. Tale mandato deve contenere anche l’elezione di domicilio dell’imputato ai fini delle notificazioni.

La ratio di questa norma è chiara: garantire che la volontà di impugnare provenga effettivamente dall’imputato, che deve essere pienamente consapevole della sentenza emessa nei suoi confronti e della decisione di contestarla. Si vuole evitare che le impugnazioni siano iniziative puramente difensive, senza un reale e attuale coinvolgimento dell’interessato.

Poiché la sentenza d’appello era stata emessa dopo l’entrata in vigore della riforma e l’imputato era stato giudicato in assenza, il difensore avrebbe dovuto munirsi di questo nuovo e specifico mandato. La sua mancanza ha costituito un vizio insanabile, che ha precluso l’esame nel merito del ricorso, portando alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Le Conclusioni

Questa pronuncia della Cassazione è un monito per tutti gli operatori del diritto. La Riforma Cartabia ha introdotto formalità procedurali che non possono essere trascurate. Il caso evidenzia come il successo di un’azione legale dipenda non solo dalla fondatezza delle argomentazioni, ma anche dal rigoroso rispetto delle regole del processo. La necessità dello specifico mandato ad impugnare per l’imputato assente rafforza il principio della partecipazione consapevole al procedimento, ponendo a carico della difesa un onere di diligenza essenziale per la tutela effettiva dei diritti del proprio assistito.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il difensore non ha allegato lo specifico mandato ad impugnare, un documento reso obbligatorio dalla Riforma Cartabia per le impugnazioni presentate per conto di un imputato giudicato in assenza.

Cosa prevede il nuovo articolo 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale?
Questa norma, introdotta dalla Riforma Cartabia, richiede che l’atto di impugnazione del difensore, nel caso di un imputato assente, sia accompagnato da un mandato specifico rilasciato dall’imputato dopo la pronuncia della sentenza, contenente anche la dichiarazione o elezione di domicilio. La mancanza di tale mandato rende l’impugnazione inammissibile.

Quando si applica questa nuova regola sul mandato ad impugnare?
Come chiarito dalla sentenza, questa nuova causa di inammissibilità si applica a tutte le impugnazioni proposte contro sentenze emesse in una data successiva al 30 dicembre 2022, data di entrata in vigore di gran parte della Riforma Cartabia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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