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Mancato versamento cauzione: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto condannato per il mancato versamento cauzione imposta dalla sorveglianza speciale. I motivi, relativi all’impossibilità di pagare e al diniego delle attenuanti generiche, sono stati respinti in quanto questioni di merito già decise e manifestamente infondati.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mancato Versamento Cauzione: Quando il Ricorso è Inammissibile

L’ordinanza in esame offre importanti chiarimenti sui limiti del ricorso in Cassazione in caso di condanna per mancato versamento cauzione nell’ambito delle misure di prevenzione. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto, confermando la decisione dei giudici di merito e ribadendo principi consolidati in materia di prova dell’impossibilità di adempiere e di concessione delle attenuanti generiche.

I Fatti del Caso: La Condanna per Inadempimento alla Sorveglianza Speciale

La vicenda trae origine dalla condanna a tre mesi di arresto inflitta a un individuo soggetto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. La ragione della condanna era il suo inadempimento all’obbligo di versare una cauzione entro il termine stabilito dal Tribunale. La Corte d’Appello di Catania aveva confermato la sentenza di primo grado, ritenendo l’imputato colpevole di non aver né versato la somma né offerto garanzie sostitutive come previsto dalla legge.

L’Appello in Cassazione: I Due Motivi di Doglianza

Il difensore del condannato ha presentato ricorso per cassazione basandosi su due motivi principali:
1. Violazione di legge: Si sosteneva che l’imputato non avesse potuto versare la cauzione a causa del suo stato di indigenza, che a suo dire sarebbe stato comprovato dall’ammissione al patrocinio a spese dello Stato.
2. Mancata concessione delle attenuanti generiche: Si lamentava il diniego delle circostanze attenuanti generiche, ritenuto ingiustificato.

La Decisione della Corte sul Mancato Versamento Cauzione

La Corte di Cassazione ha ritenuto il primo motivo di ricorso inammissibile. La questione dell’impossibilità di pagare, legata allo stato di indigenza, era già stata valutata e respinta dal giudice d’appello. La Suprema Corte ha sottolineato che tale doglianza riproponeva una questione di merito, ovvero una valutazione dei fatti, che non può essere riesaminata in sede di legittimità.

Il giudice d’appello aveva correttamente motivato che l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato non costituisce prova automatica dell’impossibilità di adempiere a un’obbligazione pecuniaria come la cauzione. Questo beneficio, infatti, si basa su una dichiarazione sostitutiva dell’interessato ed è sempre suscettibile di revoca. L’imputato non aveva fornito alcuna documentazione concreta a sostegno della sua tesi, rendendola una mera affermazione difensiva.

Le Motivazioni sul Diniego delle Attenuanti Generiche

Anche il secondo motivo è stato giudicato inammissibile per manifesta infondatezza. Contrariamente a quanto sostenuto dalla difesa, la Corte ha rilevato che il diniego delle attenuanti generiche era supportato da una motivazione sufficiente e non illogica. I giudici di merito avevano fondato la loro decisione su due elementi chiave:
* Il curriculum criminale dell’imputato.
* L’atteggiamento di totale inerzia mantenuto durante tutto il procedimento a suo carico.

Secondo la Corte, in assenza di qualsiasi elemento positivo idoneo a giustificare una valutazione più favorevole, la decisione di non applicare le attenuanti era pienamente legittima.

Le Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

La pronuncia si conclude con la dichiarazione di inammissibilità del ricorso e la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questa ordinanza ribadisce due principi fondamentali: primo, chi adduce l’impossibilità di adempiere a un’obbligazione pecuniaria imposta dal giudice ha l’onere di fornire una prova concreta e documentata, non essendo sufficiente la mera ammissione al gratuito patrocinio. Secondo, le circostanze attenuanti generiche non sono un diritto automatico ma devono essere meritate attraverso elementi positivi di valutazione, la cui assenza, unita a precedenti penali e a un comportamento processuale passivo, ne giustifica pienamente il diniego.

L’ammissione al patrocinio a spese dello Stato dimostra automaticamente l’impossibilità di pagare la cauzione?
No. Secondo la Corte, l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato non fornisce automaticamente la prova dello stato di indigenza tale da rendere impossibile il versamento, poiché il beneficio si basa su una dichiarazione sostitutiva della parte interessata e non su un accertamento oggettivo completo.

Per quale motivo il ricorso sul primo punto è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché riproponeva una questione di merito, ovvero una valutazione sui fatti, già adeguatamente decisa dal giudice d’appello. La Corte di Cassazione giudica solo sulla corretta applicazione della legge (questioni di diritto), non può riesaminare i fatti del caso.

Quali elementi ha considerato la Corte per negare le circostanze attenuanti generiche?
La Corte ha confermato la decisione del giudice di merito basata su elementi negativi, quali il curriculum criminale dell’imputato e il suo atteggiamento di totale inerzia durante il procedimento. In assenza di qualsiasi elemento positivo, il diniego è stato ritenuto giustificato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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