Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 10257 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 10257 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 30/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a ALTAMURA il 04/01/1972
avverso la sentenza del 21/05/2024 della CORTE APPELLO di BARI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
Visti gli atti e la sentenza impugnata; letto il ricorso; rilevato che:
il ricorrente è stato tratto a giudizio e condannato per il reato di cui all’ar 76 d.lgs. n. 159 del 2011 perché, sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale, ha omesso il versamento della cauzione;
con i motivi di ricorso, NOME COGNOME lamenta carenze motivazionali riferite alla mancata disamina delle produzioni difensive volte a dimostrare l’impossibilità di adempiere al versamento della cauzione e l’indisponibilità di redditi derivanti da attività illecite;
ritenuto che:
trattasi di censure inammissibili, tenuto conto dei costanti orientamenti di questa Corte in punto di limiti del sindacato di legittimità;
giova richiamare, in particolare, Sez. 6, n. 5465 del 04/11/2020, dep. 2021, F., Rv. 280601 con la quale è stato enunciato il principio per cui «in tema di giudizio di cassazione, sono precluse al giudice di legittimità la rilettura degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione impugnata e l’autonoma adozione di nuovi e diversi parametri di ricostruzione e valutazione dei fatti, indicati dal ricorrente come maggiormente plausibili o dotati di una migliore capacità esplicativa rispetto a quelli adottati dal giudice del merito».
Sez. 2, n. 9106 del 12/02/2021, COGNOME, Rv. 280747 e Sez. 6, n. 13809 del 17/03/2015, 0., Rv. 262965 hanno, altresì, chiarito che «in tema di motivi di ricorso per cassazione, non sono deducibili censure attinenti a vizi della motivazione diversi dalla sua mancanza, dalla sua manifesta illogicità, dalla sua contraddittorietà (intrinseca o con atto probatorio ignorato quando esistente, o affermato quando mancante), su aspetti essenziali ad imporre diversa conclusione del processo, sicché sono inammissibili tutte le doglianze che “attaccano” la persuasività, l’inadeguatezza, la mancanza di rigore o di puntualità, la stessa illogicità quando non manifesta, così come quelle che sollecitano una differente comparazione dei significati probatori da attribuire alle diverse prove o evidenziano ragioni in fatto per giungere a conclusioni differenti sui punti dell’attendibilità, della credibilità, dello spessore della valen probatoria del singolo elemento»;
in particolare, si rivelano del tutto generiche le allegazioni riferite ad una presunta allegazione della impossibilità di adempimento, atteso che è stata valorizzata l’autorizzazione ottenuta dal ricorrente allo svolgimento di attività lavorativa e la mancata richiesta, anche solo, di una rateizzazione del pagamento;
n
in punto di ottenimento dei redditi anche da attività illecite, sono richiamati i plurimi precedenti dai quali Francia è gravato;
entrambi i profili sono stati solo genericamente contestati;
considerato che, pertanto, deve essere dichiarata la inammissibilità ricorso, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spes processuali e, in mancanza di elementi atti a escludere la colpa n determinazione della causa di inammissibilità, al versamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento del spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa del ammende.
Così deciso il 30/01/2025