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Mancata assunzione prova: quando il ricorso è infondato

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un imputato condannato per rapina, il quale lamentava la mancata assunzione di una prova testimoniale decisiva. La Corte ha stabilito che il motivo è infondato quando i testimoni sono oggettivamente irreperibili e non per una mera sanzione processuale. Inoltre, ha ribadito che i motivi di ricorso non possono mirare a una nuova valutazione dei fatti, specialmente in presenza di una ‘doppia conforme’ condanna nei gradi di merito.

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Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mancata Assunzione Prova: La Cassazione e i Testi Irreperibili

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 27364/2024 offre spunti cruciali sul tema della mancata assunzione prova nel processo penale. Il caso analizza i limiti del diritto alla prova della difesa quando i testimoni indicati risultano irreperibili e ribadisce i confini del sindacato di legittimità in presenza di una condanna confermata in appello, la cosiddetta “doppia conforme”.

I Fatti del Processo

Il ricorrente era stato condannato sia in primo grado dal Tribunale di Pavia che in secondo grado dalla Corte di Appello di Milano per il reato di rapina in concorso. Contro la sentenza di appello, la difesa ha proposto ricorso per cassazione, articolando diverse censure di natura sia procedurale che sostanziale.

I Motivi del Ricorso: la Mancata Assunzione Prova

La difesa ha basato il proprio ricorso su tre motivi principali:

1. Violazione di legge per mancata assunzione prova decisiva: Si lamentava la revoca dell’ammissione di due testimoni a difesa, nonostante fosse stata richiesta la loro citazione coattiva. Secondo il ricorrente, il giudice di primo grado aveva dichiarato la decadenza dalla prova in modo sanzionatorio, senza valutare l’effettiva rilevanza dei testimoni, soprattutto alla luce di presunte contraddizioni nella deposizione della persona offesa.
2. Vizio di motivazione: Veniva criticato il rigetto della richiesta di rinnovare l’esame della persona offesa a seguito del mutamento del giudice. La Corte d’appello aveva negato tale rinnovazione perché la persona offesa non era stata inserita nella lista testi della difesa, applicando un rigido principio enunciato dalle Sezioni Unite.
3. Vizio di motivazione sulla responsabilità: La difesa sosteneva che la condanna si fondasse esclusivamente sulla deposizione inattendibile della persona offesa, senza adeguati riscontri e ignorando le circostanze a favore dell’imputato.

La Decisione della Cassazione e la Mancata Assunzione Prova

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, ritenendo i motivi in parte infondati e in parte inammissibili. La decisione si fonda su principi consolidati della procedura penale.

La Questione dei Testimoni “Irreperibili”

Sul primo punto, la Corte ha chiarito un aspetto fondamentale. La decisione del giudice di merito di non procedere all’esame dei testimoni non derivava da una volontà punitiva verso la difesa, ma dalla constatazione oggettiva dell’impossibilità di citarli. Nonostante i numerosi tentativi e gli accertamenti anagrafici, i testi erano risultati irreperibili. Di conseguenza, la ratio della decisione non era la decadenza per inadempimento della parte, ma l’impossibilità materiale di acquisire la prova. La mancata assunzione prova, in questo contesto, non costituisce una violazione di legge.

Il Principio della “Doppia Conforme”

Per quanto riguarda il terzo motivo, relativo alla valutazione della credibilità della persona offesa, la Corte ha ribadito la propria funzione di giudice di legittimità, non di merito. In presenza di una “doppia conforme” – ossia due sentenze di merito che giungono alla medesima conclusione con motivazioni coerenti – il ricorso non può limitarsi a proporre una lettura alternativa delle prove. I giudici di appello avevano fornito una motivazione logica e persuasiva sulla coerenza e costanza delle dichiarazioni della vittima, e il ricorso della difesa non si confrontava efficacemente con tale ragionamento, limitandosi a riproporre le stesse doglianze già respinte.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha motivato il rigetto sottolineando che il ricorso, in larga parte, sollecitava una rivalutazione del compendio probatorio, attività preclusa in sede di legittimità. I giudici hanno evidenziato che la decisione di primo grado, condivisa dalla Corte d’Appello, era fondata non su una decadenza sanzionatoria, ma sull’oggettiva e accertata irreperibilità dei testimoni. Pertanto, non vi è stata alcuna violazione del diritto alla prova. Anche la richiesta di rinnovazione dell’esame della persona offesa è stata correttamente respinta in base al principio stabilito dalle Sezioni Unite (sent. n. 41736/2019), secondo cui tale facoltà è subordinata alla previa inclusione del soggetto nella lista testi depositata ai sensi dell’art. 468 c.p.p. La critica alla valutazione di attendibilità della persona offesa è stata infine giudicata inammissibile perché mirava a un nuovo giudizio di fatto, non consentito in Cassazione, a fronte di una motivazione congrua e logica fornita dai giudici di merito.

Le Conclusioni

Questa sentenza riafferma principi cardine del processo penale. In primo luogo, il diritto alla prova non è assoluto e trova un limite nell’oggettiva impossibilità di reperire la fonte di prova. In secondo luogo, il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio sui fatti; la sua funzione è garantire la corretta applicazione della legge, non sostituire la propria valutazione a quella, logicamente argomentata, dei giudici di merito. Infine, il principio della “doppia conforme” cristallizza l’accertamento fattuale, rendendo estremamente difficile scalfirlo in Cassazione se non attraverso la dimostrazione di vizi di motivazione manifesti e decisivi, e non con una semplice riproposizione di argomenti già vagliati e respinti.

Quando la mancata assunzione di un testimone costituisce un valido motivo di ricorso?
Costituisce un valido motivo di ricorso quando la prova è decisiva e la sua mancata ammissione dipende da un errore di diritto del giudice, non quando, come nel caso di specie, deriva dall’oggettiva e accertata impossibilità di reperire il testimone.

È possibile chiedere di riesaminare la persona offesa se cambia il giudice del dibattimento?
No, non è possibile se la persona offesa non è stata inclusa nella lista testi depositata dalla parte che ne fa richiesta, come stabilito da un consolidato principio delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione.

Cosa significa ‘doppia conforme’ e quale effetto produce sul ricorso per cassazione?
Significa che la sentenza di primo e secondo grado sono giunte alla medesima conclusione di condanna con motivazioni coerenti. Questo rafforza l’accertamento dei fatti e rende inammissibili in Cassazione i motivi di ricorso che propongono una mera rilettura delle prove già adeguatamente valutate dai giudici di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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