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Mancanza di querela: furto improcedibile, caso chiuso

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per furto aggravato a causa della mancanza di querela da parte della persona offesa. La decisione si fonda sull’applicazione retroattiva della Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022), che ha modificato il regime di procedibilità per tale reato, rendendolo perseguibile solo su richiesta della vittima. Poiché la vittima aveva sporto solo una denuncia senza manifestare volontà di punizione, e non è mai pervenuta una querela formale, il reato è stato dichiarato improcedibile, chiudendo definitivamente il caso.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mancanza di Querela: la Cassazione Annulla la Condanna per Furto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del diritto penale, reso ancora più rilevante dalla Riforma Cartabia: la mancanza di querela può portare all’annullamento di una condanna, anche per reati come il furto aggravato. Questa decisione evidenzia come le modifiche legislative sulle condizioni di procedibilità possano avere un impatto retroattivo e decisivo sull’esito dei processi in corso, portando a una declaratoria di improcedibilità e alla chiusura del caso.

I Fatti del Processo

Il caso riguardava due imputate condannate in primo grado dal Tribunale di Modena per furto. La sentenza era stata parzialmente riformata dalla Corte d’Appello di Bologna. Successivamente, la Corte di Cassazione aveva annullato la decisione d’appello con rinvio, chiedendo una nuova valutazione. La Corte d’Appello, nel nuovo giudizio, aveva riqualificato il reato come furto aggravato dall’uso del mezzo fraudolento e rideterminato la pena. Contro quest’ultima sentenza, le imputate hanno proposto ricorso per Cassazione, lamentando un vizio procedurale cruciale: l’assenza della querela della persona offesa.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando la sentenza impugnata senza rinvio. La motivazione è netta: il reato, così come configurato, non era procedibile. La Corte ha stabilito che l’azione penale non poteva essere proseguita a causa della mancanza di una valida querela, una condizione divenuta indispensabile a seguito della Riforma Cartabia per questa tipologia di furto.

Le Motivazioni: L’impatto della Riforma Cartabia e la mancanza di querela

Il fulcro della decisione risiede nell’analisi degli effetti della Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022) sul regime di procedibilità del reato di furto. I giudici hanno seguito un percorso logico chiaro:

1. Nuovo Regime di Procedibilità: La riforma ha modificato l’art. 624 del codice penale, stabilendo che il delitto di furto è, di regola, punibile a querela della persona offesa. La procedibilità d’ufficio è mantenuta solo per specifiche circostanze aggravanti, tra cui non rientra quella del mezzo fraudolento contestata nel caso di specie.

2. Applicazione Retroattiva della Legge più Favorevole: La Corte ha ribadito un principio cardine del nostro ordinamento (art. 2, comma 4, c.p.): le modifiche normative che introducono un regime di procedibilità più favorevole all’imputato si applicano anche ai fatti commessi prima della loro entrata in vigore, purché il processo non sia ancora concluso con sentenza definitiva. La trasformazione di un reato da procedibile d’ufficio a procedibile a querela rappresenta una norma sostanziale più favorevole, e quindi opera retroattivamente.

3. Distinzione tra Denuncia e Querela: Nel fascicolo processuale era presente solo una denuncia sporta dalla persona offesa. La Cassazione ha sottolineato che la denuncia è una mera segnalazione di un fatto-reato, mentre la querela è un atto formale con cui la vittima manifesta in modo esplicito o implicito la volontà che si proceda penalmente contro il responsabile. Nel caso esaminato, dalla denuncia non emergeva tale volontà punitiva. Di conseguenza, la mancanza di querela formale e la scadenza dei termini per presentarla hanno reso l’azione penale improcedibile.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Decisione

Questa sentenza offre importanti spunti di riflessione. In primo luogo, conferma la portata innovativa della Riforma Cartabia, che ha esteso la necessità della querela a numerosi reati contro il patrimonio, condizionando l’intervento dello Stato alla volontà della persona offesa. In secondo luogo, chiarisce che una semplice denuncia, priva di una chiara manifestazione di volontà punitiva, non può sostituire la querela. Infine, la decisione dimostra come un processo, anche dopo anni e diversi gradi di giudizio, possa concludersi con un’archiviazione per un vizio procedurale sopravvenuto a seguito di una modifica legislativa. Questo sottolinea l’importanza per gli operatori del diritto di monitorare costantemente l’evoluzione normativa e le sue implicazioni sui casi pendenti.

Perché la condanna per furto è stata annullata dalla Cassazione?
La condanna è stata annullata perché, a seguito della Riforma Cartabia, il reato di furto aggravato da mezzo fraudolento è diventato procedibile solo su querela della persona offesa. Nel caso specifico, non era mai stata presentata una querela, ma solo una denuncia che non manifestava la volontà di punire i colpevoli. La mancanza di querela ha reso l’azione penale improcedibile.

Qual è la differenza tra denuncia e querela secondo questa sentenza?
La sentenza chiarisce che la denuncia è una semplice segnalazione di un fatto che potrebbe costituire reato. La querela, invece, è un atto specifico con cui la vittima chiede espressamente che si proceda penalmente contro l’autore del reato. Per i reati non procedibili d’ufficio, la querela è una condizione indispensabile per avviare e proseguire il processo.

La Riforma Cartabia si applica anche ai reati commessi prima della sua entrata in vigore?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che le nuove norme sulla procedibilità a querela, essendo più favorevoli all’imputato, hanno efficacia retroattiva. Pertanto, si applicano anche ai processi in corso per fatti commessi prima del 30 dicembre 2022, data di entrata in vigore della riforma.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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