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Mancanza di querela: furto e la Riforma Cartabia

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per furto aggravato commesso in un supermercato. La decisione si fonda sulla sopravvenuta procedibilità a querela del reato, introdotta dalla Riforma Cartabia. Poiché le vittime avevano sporto semplice denuncia senza una formale istanza di punizione, la Corte ha dichiarato l’improcedibilità dell’azione penale per mancanza di querela, assorbendo ogni altra doglianza.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mancanza di Querela: la Cassazione Annulla Condanna per Furto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha messo in luce le importanti conseguenze procedurali della Riforma Cartabia, in particolare per i reati contro il patrimonio. La decisione sottolinea come la mancanza di querela possa portare all’annullamento di una condanna, anche se emessa prima dell’entrata in vigore della riforma. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere la differenza tra denuncia e querela e l’impatto delle nuove norme sulla procedibilità dei reati.

I Fatti del Processo

Due fratelli venivano condannati nei gradi di merito per furti di modesti generi alimentari commessi in alcuni supermercati. Il reato contestato era quello di furto aggravato dalla circostanza di essere stato commesso da più persone riunite. Gli imputati, tramite i loro difensori, presentavano ricorso in Cassazione sollevando diverse questioni, tra cui la mancata applicazione di cause di non punibilità, il diniego di circostanze attenuanti e, soprattutto, un vizio procedurale divenuto determinante.

La questione della mancanza di querela e la Riforma Cartabia

Il punto cruciale del ricorso, e quello che ha determinato l’esito del processo, riguarda la procedibilità dell’azione penale. La difesa ha evidenziato che la Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022), entrata in vigore dopo la sentenza d’appello, ha trasformato il reato di furto aggravato contestato in un reato procedibile a querela di parte. In precedenza, per tale reato si procedeva d’ufficio.

Nel caso specifico, i responsabili dei supermercati si erano limitati a sporgere ‘denuncia’ dei fatti, senza tuttavia manifestare espressamente la volontà di perseguire penalmente gli autori del furto. Questo atto, la ‘querela’, è una dichiarazione formale che la legge richiede alla persona offesa come condizione per poter avviare o proseguire un processo per determinati reati. La semplice denuncia, che è una mera notizia di reato, non è sufficiente a soddisfare questo requisito.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente la tesi difensiva. I giudici hanno constatato che, a seguito della Riforma Cartabia, il reato per cui i due fratelli erano stati condannati era diventato procedibile a querela. Le norme sulla procedibilità, per loro natura processuale, si applicano anche ai processi in corso. Di conseguenza, per poter proseguire l’azione penale, era indispensabile la presenza di una valida querela.

Esaminando gli atti, la Corte ha verificato che erano presenti solo le denunce dei fatti, prive di quella ‘istanza di punizione’ che caratterizza la querela. Nessuna manifestazione di volontà in tal senso era intervenuta nemmeno dopo l’entrata in vigore della nuova legge. Di fronte a questa mancanza di querela, una condizione essenziale per la procedibilità dell’azione penale, la Corte non ha potuto fare altro che annullare la sentenza di condanna senza rinvio. La decisione ha ‘assorbito’ tutti gli altri motivi di ricorso, rendendo inutile la loro analisi.

Conclusioni

La sentenza rappresenta una chiara applicazione dei principi introdotti dalla Riforma Cartabia, volti a deflazionare il carico giudiziario e a valorizzare la volontà della persona offesa nei reati di minore gravità. Emerge con forza la distinzione tecnica ma fondamentale tra denuncia e querela. Per molti reati contro il patrimonio, la sola segnalazione del fatto alle autorità non è più sufficiente per dare avvio a un procedimento penale. È necessaria una esplicita e formale richiesta di punizione da parte della vittima. Questa decisione conferma che l’assenza di tale condizione di procedibilità, anche se sopravvenuta nel corso del processo, comporta inevitabilmente l’impossibilità di proseguire l’azione penale e, come in questo caso, l’annullamento di una condanna già pronunciata.

Cosa succede se un reato diventa procedibile a querela dopo che è stato commesso?
La nuova disciplina sulla procedibilità si applica anche ai processi già in corso. Se manca una querela valida, l’azione penale non può essere proseguita e il processo deve essere interrotto, come stabilito in questa sentenza.

Una semplice denuncia di furto è sufficiente per avviare un processo penale?
No. Per i reati di furto che la Riforma Cartabia ha reso procedibili a querela (come quello del caso in esame), la semplice denuncia non basta. È indispensabile che la persona offesa presenti una querela, manifestando esplicitamente la volontà che si proceda penalmente contro il colpevole.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la condanna?
La Corte ha annullato la sentenza perché il reato contestato, a seguito della Riforma Cartabia, richiedeva una querela per essere perseguito. Poiché negli atti del processo era presente solo una denuncia senza istanza di punizione, mancava una condizione essenziale per la procedibilità dell’azione penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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