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Mancanza di querela: furto e annullamento sentenza

Un imputato, condannato per furto in attività commerciali, ha visto la sua sentenza annullata dalla Corte di Cassazione. Il motivo non risiede nel merito dei fatti, ma in un vizio procedurale decisivo: la mancanza di querela. A seguito della Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022), il reato di furto per cui era stato condannato è diventato procedibile solo su querela di parte. Poiché le vittime avevano sporto solo denuncia senza una formale istanza di punizione, la Corte ha dichiarato l’improcedibilità dell’azione penale, annullando la condanna in via definitiva.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mancanza di Querela: Quando un Vizio Procedurale Annulla la Condanna per Furto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 11086/2025) offre un esempio lampante di come le riforme legislative possano incidere profondamente sui processi in corso. Il caso riguarda una condanna per furto, annullata non per l’insussistenza del fatto, ma per la mancanza di querela, un requisito di procedibilità divenuto essenziale dopo la Riforma Cartabia. Questa decisione sottolinea l’importanza cruciale delle condizioni procedurali nel diritto penale.

I Fatti del Processo

Un individuo era stato riconosciuto responsabile di alcuni furti commessi all’interno di attività commerciali e, di conseguenza, condannato nei gradi di merito. L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione lamentando, tra le altre cose, una violazione di legge processuale legata a un’irregolarità nella notifica del decreto di citazione per il giudizio d’appello.

Tuttavia, prima ancora di esaminare questo specifico motivo, la Suprema Corte ha rilevato d’ufficio una questione ben più radicale e assorbente, che ha determinato l’esito finale del processo.

La Riforma Cartabia e la Mancanza di Querela

Il punto di svolta del caso è rappresentato dalla modifica normativa introdotta dal Decreto Legislativo n. 150 del 2022, meglio noto come Riforma Cartabia. Tale riforma ha modificato l’articolo 624 del codice penale, rendendo il reato di furto procedibile a querela della persona offesa in molteplici ipotesi in cui prima si procedeva d’ufficio.

Nel caso specifico, i furti contestati rientravano proprio tra quelli per cui la nuova legge richiede la querela. Un’analisi degli atti processuali ha rivelato che le persone offese avevano presentato delle mere “denunzie”, ovvero delle semplici segnalazioni del fatto-reato, senza però formulare una esplicita “istanza di punizione”. Questa manifestazione di volontà è l’elemento che distingue la querela dalla denuncia e che costituisce la vera e propria condizione di procedibilità.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Mancanza di Querela

La Corte di Cassazione ha stabilito che, in assenza di una querela formalmente presentata, l’azione penale non poteva essere proseguita. I giudici hanno verificato che né dalle denunce iniziali né dal comportamento successivo delle vittime emergeva in modo inequivocabile la volontà di perseguire penalmente il responsabile del reato.

Di conseguenza, la mancanza di querela ha reso il procedimento improcedibile. La questione sollevata dall’imputato sulla nullità della notifica è stata quindi “assorbita”, ovvero superata dalla rilevanza di questo vizio fondamentale. La Corte ha quindi annullato la sentenza impugnata senza rinvio.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte si fonda sull’articolo 129 del codice di procedura penale, che impone al giudice di dichiarare d’ufficio, in ogni stato e grado del processo, l’estinzione del reato se sussistono determinate cause, tra cui l’improcedibilità dell’azione penale. La Riforma Cartabia, introducendo la necessità della querela per il reato di furto in esame, ha creato una nuova condizione di procedibilità.

Poiché tale condizione non era soddisfatta – non essendo mai stata presentata una querela valida, neanche dopo l’entrata in vigore della nuova legge – l’azione penale non poteva legittimamente continuare. La legge penale più favorevole all’imputato, infatti, trova applicazione anche nei processi in corso. L’assenza della querela rappresenta un ostacolo insormontabile alla prosecuzione del giudizio, che deve quindi essere interrotto con una declaratoria di improcedibilità.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: il rispetto delle norme procedurali è tanto importante quanto l’accertamento dei fatti. Una modifica legislativa, come quella introdotta dalla Riforma Cartabia, può avere effetti dirompenti, portando alla chiusura di procedimenti penali per reati che, pur essendo stati commessi, non possono più essere perseguiti per la mancanza di un requisito formale come la querela.

In pratica, per le vittime di alcuni tipi di furto, non è più sufficiente denunciare il fatto alle autorità, ma è necessario manifestare espressamente la volontà che il colpevole venga punito. In assenza di tale manifestazione, il sistema giudiziario non può procedere, e l’eventuale condanna emessa in violazione di questa regola è destinata a essere annullata.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la condanna per furto?
La condanna è stata annullata perché l’azione penale non poteva essere proseguita a causa della mancanza di querela. A seguito della Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022), il reato di furto contestato era diventato procedibile solo su querela di parte, che nel caso specifico non era mai stata presentata.

Qual è la differenza tra una denuncia e una querela secondo la sentenza?
La sentenza evidenzia che la “denuncia” è una mera segnalazione di un fatto di reato, mentre la “querela” contiene una esplicita “istanza di punizione”, ossia la manifestazione di volontà della persona offesa di perseguire penalmente il responsabile. Nel caso esaminato, erano presenti solo denunce e non querele.

Cosa significa “annullamento senza rinvio”?
Significa che la Corte di Cassazione ha cancellato in via definitiva la sentenza impugnata senza rimandare il processo a un altro giudice per un nuovo esame. Questa decisione pone fine al procedimento, in quanto è venuta meno una condizione essenziale per poter procedere penalmente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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